Dal 3 giugno ci si potrà muovere fuori dalla propria Regione: ma non si potrà andare in tutte le Regioni. Ecco le limitazioni
Il via libera agli spostamenti all’interno della propria regione è stato dato il 18 maggio, ma l’attesa è quella per il 3 giugno, data annunciata dal premier Conte in conferenza stampa, come giorno in cui sarà possibile muoversi fra Regioni. Per il momento infatti le uscite dalla propria regione sono consentite solo in casi di urgente necessità per motivi di lavoro o salute e bisogna avere con sé l’autocertificazione. Ma cosa cambierà dal 3 giugno? Sarà un liberi tutti e un ritorno a viaggiare per tutta Italia? Non proprio. Gli spostamenti fra regioni saranno consentiti solo verso determinate regioni e vietati in altre dove il numero dei contagi è ancora troppo elevato.
La pandemia di Coronavirus ha colpito come ormai ben sappiamo in maniera diversa in Italia. La Lombardia è la regione che ha pagato un prezzo carissimo ed è tuttora in questa fase discendente la regione dove si registrano il maggior numero di positivi. Ma il numero di casi positivi non è l’unico elemento da tenere in considerazione: c’è l’RT, ossia il dato di contagiosità in situazioni di contenimento, che è costantemente seguito dagli esperti in questo periodo per valutare l’andamento dell’epidemia. E piccole regioni con pochi casi come Molise e Umbria hanno in questo momento un RT elevato. Poi ci sono regioni che sembrano aver sconfitto l’epidemia come la Sardegna e che si preparano per la stagione turistica cercando di prendere precauzioni di sicurezza.
Una situazione quindi varia e che obbliga alla prudenza. Per questo non potrà esserci dal 3 giugno una totale e libera mobilità in Italia, ma gli spostamenti fra le regioni saranno limitati ad alcune regioni. A specificarlo è stato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia: “L’ipotesi di programmare le riaperture interregionali dal 3 giugno è stata ufficializzata – ha spiegato – ma a condizione che si rispettino i dati del monitoraggio. Se una regione è ad alto rischio, è evidente che non può partecipare alla mobilità interregionale”.
Dunque se dal 3 giugno pensavate di andare fuori senza autocertificazione – magari per andare a trovare un parente o per andare alla seconda casa o per una vacanza (hanno riaperto in molte regioni gli alberghi) – non è detto che possiate farlo. Dipenderà dal monitoraggio effettuato dal Ministero della Salute e dall’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità. Ogni venerdì i dati di ogni singola regione vengono registrati e classificati. In base a ciò verrà decisa la riapertura o meno di determinate regioni.
Il monitoraggio del 29 maggio darà dunque l’elenco di quelle regioni che potranno aprire i propri confini e di quelle che invece li manterranno chiusi. In lockdown finiranno quelle regioni con ‘rischio alto’ che saranno dunque escluse dalla mobilità interregionale. Nel precedente monitoraggio dello scorso 16 maggio risultavano a rischio moderato Lombardia, Umbria e Molise. Nessuna regione era a rischio alto.
Se le aperture di questi giorni saranno gestite con responsabilità vedremo nel monitoraggio del 29 maggio Rt restare compreso fra 0.2 e 0.7, ossia come lo è ora e di conseguenza ci sarà il via libera agli spostamenti fra tutte regioni. Ma se Rt sarà in alcune regioni più alto scatteranno le chiusure.