Frontiere aperte, ma obbligo di quarantena per tutti coloro che arrivano nel Regno Unito. Le regole per le vacanze
Se molti Paesi dell’Unione Europea come l’Italia vogliono aprire le frontiere e dare il via libera al turismo estivo, qualcun’altro sceglie al contrario una via molto più prudenziale. La Gran Bretagna, uno dei Paesi più colpiti dal Coronavirus, è uno di questi. Il Regno Unito durante il lockdown è stato l’unico Paese dell’Unione Europea a tenere aperti i suoi confini, ora che gli altri aprono Londra fa l’esatto contrario chiude. Nei prossimi giorni sarà formalizzato dal Governo di Boris Johnson il piano che prevede la quarantena obbligatoria di 14 giorni per chiunque arrivi nel Regno Unito. Turisti ovviamente compresi.
Se con l’annunciata apertura delle frontiere avevate in mente per quest’estate di fare un weekend a Londra oppure una settimana nelle Cotswold o un giro nelle Highlands scozzesi farete meglio a rivedere i vostri piani. Infatti dai prossimi giorni chiunque entri nel Regno Unito dovrà sottoporsi a una quarantena di quattordici giorni. Altro che weekend o settimana di vacanza. C’è da dire che in tutta la Gran Bretagna la Fase 2 è ancora lontana: pub e ristoranti resteranno chiusi fino a luglio e per i musei non c’è ancora una data di apertura.
Le regole per entrare nel Regno Unito in vigore dal 1 giugno e valide per l’estate 2020 prevedono che chi arriva in Gran Bretagna debba compilare una dichiarazione nella quale deve indicare l’indirizzo dove si auto isolerà per 14 giorni. La polizia potrà venire a controllare il rispetto della quarantena. Esclusi dal provvedimento solo camionisti (dovranno però limitarsi allo scarico o carico merce e poi uscire dal Paese), medici o viaggi di lavoro urgenti.
L’obbligo della quarantena vale per tutti i cittadini dell’Unione Europea ed Extra-comunitari, tranne i residenti in Irlanda che potranno accedere nel Regno Unito senza obbligo di auto reclusione. Per quanto riguarda i cittadini britannici si stanno studiando delle soluzioni che garantiscano le vacanze e non creino problemi di sicurezza. L’ipotesi è quella che per alcune destinazioni che hanno pochi casi di coronavirus non siano poi necessari i 14 giorni di quarantena al rientro. Ad esempio Portogallo e Croazia potrebbero essere fra queste mete speciali. Scelte che condizionerebbero il turismo favorendo alcune destinazioni rispetto ad altre e che inevitabilmente stanno provocando polemiche nell’Unione.