Le compagnie low cost creano l’associazione ‘Voliamo per l’Italia’ per la competitività del trasporto aereo italiano.
Tempi duri, anzi durissimi per il trasporto aereo civile, messo a terra nel vero senso della parola dall’emergenza sanitaria del Coronavirus. Dal mese si marzo quasi tutte le compagnie aeree hanno più del 90% della flotta a terra e la ripresa dei voli avverrà ormai solo con l’estate e molto gradualmente. Ryanair ha da poco annunciato che riprenderà a volare dal 1° luglio.
I voli non torneranno subito operativi al 100% e tra probabile calo dei passeggeri, frontiere che non riapriranno subito tutte insieme e nuove norme di sicurezza, soprattutto di distanziamento sociale, il futuro delle compagnie low cost è incerto. Sono, infatti, i vettori che finora hanno contato sul riempimento alla massima capacità dei loro aerei, su voli frequenti sulle rotte brevi e con brevissime soste in aeroporto. Tutte condizioni che sarà difficile mantenere come prima. Mentre le compagnie di linea o ex di bandiera potranno contare sugli aiuti dei singoli Stati.
Così, le compagnie low cost hanno deciso di allearsi formando un’associazione che al momento riguarda l’Italia e il trasporto aereo nel nostro Paese. L’associazione si chiama “Voliamo per l’Italia” ed è formata da sei grandi compagnie low cost: Ryanair, EasyJet, Norwegian, Blue Air, Volotea e Vueling. Ecco quali sono le sue finalità.
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Si chiama “Voliamo per l’Italia” ed è l’associazione italiana delle compagnie aeree “low fares” Blue Air, EasyJet, Norwegian, Ryanair, Volotea e Vueling. Si tratta di sei importanti compagnie aeree low cost che insieme costituiscono più del 50% del traffico aereo italiano di corto raggio. Rappresentando dunque una realtà importante del settore del trasporto in Italia e dell’economia, che impiega numerosi lavoratori italiani e permette a tanti cittadini di volare per lavoro, studio o turismo a basso costo. Una realtà che rischia di essere spazzata via dalle conseguenze economiche della pandemia di Covid-19.
L’associazione “Voliamo per l’Italia” ha quindi l’obiettivo di rappresentare e salvaguardare gli interessi delle compagnie aeree low cost nelle relazioni con le autorità governative italiane e gli altri interlocutori istituzionali nel nostro Paese. Non solo, l’associazione ha deciso di prendere l’impegno di sostenere la ripartenza dell’economia italiana, a seguito dell’emergenza sanitaria, ripristinando la competitività del trasporto aereo italiano e offrendo posti di lavoro. “Voliamo per l’Italia” punta a far ripartire i voli delle sue associate, assicurando i collegamenti aerei e la ripresa dei flussi, anche turistici, con accesso alle tariffe a basso costo.
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Riguardo ai posti di lavoro, le compagnie low cost di “Voliamo per l’Italia” si impegnano ad applicare i contratti di lavoro di diritto italiano. Chiedono inoltre alle istituzioni italiane di sospendere l’imposta comunale sui passeggeri, per consentire la ripresa del traffico aereo soprattutto nazionale.
Nel comunicato stampa in cui si annuncia la nascita dell’associazione viene posto in rilievo il ruolo fondamentale delle low cost nella liberalizzazione del mercato, facilitando l’accesso ai viaggi per un volume di passeggeri che in Italia è triplicato dal 1997. Il trasporto aereo è stato un volano per turismo, occupazione e crescita economica dei territori, sottolineano le sei compagnie low cost.
In questo momento difficile, “Voliamo per l’Italia” chiede al governo italiano di assicurare incentivi o qualunque altro supporto possibile a tutte le compagnie aeree su base non discriminatoria (il riferimento ad Alitalia è evidente, ndr). Chiede, inoltre, di sospendere l’imposta comunale sui passeggeri, una misura che consentirà l’incremento del traffico, in particolare verso le regioni italiane.
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In conclusione, “Voliamo per l’Italia” auspica che, in una crisi senza precedenti come quella attuale, il governo Italiano intervenga “proteggendo il settore del trasporto aereo nel suo insieme e non una singola compagnia, evitando di prendere iniziative che creino distorsione nella concorrenza tra vettori. Ogni eventuale aiuto dovrebbe essere disponibile su basi eque a tutte le compagnie aeree che operano nel mercato, in particolare quelle che hanno gli aeroplani basati e il personale assunto localmente, indipendentemente dal fatto di avere una licenza rilasciata in un altro paese europeo”. Queste le richieste dei sei vettori low cost.
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