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Riaperture per le vacanze, le linee guida della Commissione europea

Riaperture per le vacanze ai tempi del Coronavirus, le linee guida della Commissione europea.

La spiaggia ai tempi del coronavirus (Adobe Stock)

Dopo aver affrontato l’insorgere della pandemia di Coronavirus in modo sparso, ogni Stato per conto proprio, senza una politica uniforme e ancora con divergenze sugli aiuti economici, l’Unione europea prova a darsi delle regole comuni almeno per salvare il turismo. Un settore vitale per molti Paesi membri, soprattutto al Sud Europa, e che rappresenta il 10% del Pil europeo.

Molti Paesi europei sono ancora nel pieno dell’epidemia, come il Regno Unito, altri come l’Italia ne stanno uscendo lentamente. Tutti hanno bisogno di regole certe per pianificare il futuro e la ripresa delle attività economiche, già fortemente compromesse dai mesi di lockdown.

Un settore che ha bisogno di risposte urgenti, in vista dell’arrivo dell’estate, è quello del turismo, che costituisce una voce importante nel bilancio di molti Paesi e dell’Europa intera. Dopo aver perso la primavera, è necessario recuperare almeno in parte l’estate, programmando, tuttavia, regole e procedure comuni. Evitare i rischi alla salute ma anche le perdite economiche è essenziale. Ecco le linee guida della Commissione europea per l’estate.

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Riaperture per le vacanze: linee guida della Commissione europea

Sebbene la fine dell’emergenza sanitaria sia ancora lontana, con i contagi non uniformi nei vari Paesi europei, la Ue ha deciso di darsi alcune regole comuni per la prossime vacanze estive e la ripresa, seppure graduale, dei viaggi per turismo.

Non si può stare chiusi in casa per mesi interi, anche per non provocare ulteriori perdite economiche che alla lunga possono fare più danni del virus. Prima o poi dovranno riaprire anche le attività turistiche e in vista delle vacanze estive, per quanto ridotte e limitate potranno essere, molto europei vorranno tornare a viaggiare. Già diverse località turistiche in Italia, Spagna, Grecia e Croazia si stanno organizzando per accogliere i vacanzieri in sicurezza, non solo quelli interni ai loro Paesi ma anche quelli provenienti dall’estero. Rimangono i nodi della chiusura delle frontiere e del divieto di viaggiare, restrizioni ancora vigenti in gran parte d’Europa che tuttavia dovrebbero essere allentate o rimosse nelle prossime settimane, con modalità differenti per ciascun Paese.

Nell’accoglienza turistica, tuttavia, la Commissione europea è intenzionata a dare indicazioni comuni per tutti gli Stati membri, in modo da evitare indicazioni contraddittorie e confondenti ma per adottare politiche e procedure che siano il più possibile comuni, per salvaguardare la salute dei turisti e allo stesso tempo evitare il crollo di un importante settore economico.

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Il turismo in Europa al tempo del Covid-19

Le linee guida e raccomandazioni della Commissione europea per le vacanze estive nel territorio degli Stati membri prevedono protocolli di sicurezza uniformi in materia di distanziamento sociale, come lo spazio di due metri tra gli ombrelloni in spiaggia e i tavoli al bar e al ristorante, filtri dell’aria condizionata come negli ospedali, riaperture dei confini tra zone con rischio epidemiologico simile.

È prevista anche la creazione di un sito web unico con tutte le informazioni in tempo reale per i turisti, non solo sugli hotel e sulle altre strutture ricettive ma anche sugli ospedali della località che intendono visitare e i posti letto liberi. Il sito potrà dare informazioni anche sulla situazione alle frontiere e la disponibilità di posti nei ristoranti, nei musei e negli altri locali pubblici per evitare assembramenti.

Nelle linee guida la Commissione europea raccomanda azioni coordinate nella riapertura delle frontiere tra gli Stati e nella eliminazione dell’obbligo di quarantena. Oggi, nella maggior parte dei Paesi europei chi viene dall’estero, anche da un altro membro Ue, è obbligato a isolarsi in casa per circa 14 giorni, il periodo medio di incubazione del coronavirus. Chiaramente questa misura impedisce l’attività turistica. L’eliminazione dell’obbligo di quarantena, tuttavia, dovrà avvenire gradualmente, con il ridursi dei rischi di contagio, e soprattutto tra aeree epidemiologiche con rischi simili. Raccomanda la Commissione Ue. Lo stesso principio vale per la riapertura delle frontiere. Così, i Paesi con un numero analogo e basso di contagi potranno riaprire le frontiere reciprocamente per riaprire ai viaggi dei propri cittadini. Ad esempio l’Austria riaprirà le frontiere con la Germania ma non con l’Italia, al momento.

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L’ECDC, il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, aggiornerà la mappa dei contagi in Europa. Sulla base di questa mappa gli Stati membri potranno aprire ai viaggiatori. Così si vogliono evitare le discriminazioni verso alcuni Paesi, con la creazione di corridoi privilegiati tra alcuni membri che escluderebbero gli altri.

La Commissione Ue esclude l’istituzione di una sorta di “passaporto sanitario” con il quale una persona dovrebbe essere dichiarata immune, a seguito del test sierologico. Questo perché non sussistono ancora sufficienti evidenze scientifiche per dichiarare l’immunità certa di una persona che abbia già contratto il Covid-19. Gli scienziati ritengono di massima che esista una certa immunità, ma mancano ancora le evidenze definitive. Inoltre, nonostante la richiesta del governo italiano e di altri europei, il passaporto sanitario rischia di creare delle discriminazioni. In questo senso potrebbero esserci accordi tra alcuni Paesi per escludere gli altri.

Infine la Commissione europea punta sulle app di tracciamento per contenere i contagi tra i turisti. A questo scopo, la Commissione ha chiesto che le app allo studio nei singoli Paesi siano operative e comunichino tra loro anche all’estero. In questo modo si potranno controllare i contagi tra i viaggiatori e contenere la loro diffusione. Le app funzionanti in tutta la Ue potrebbero essere decisive per la riapertura delle frontiere e la ripresa dei viaggi. Applicazioni e intelligenza artificiale potrebbero aiutare anche nel mantenere il distanziamento di sicurezza tra le persone.

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Spiaggia La Pelosa a Stintino, Sardegna (iStock)
Valeria Bellagamba

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