I voli Ryanair ripartono il 1° luglio in Europa e in Italia, ma senza distanziamento a bordo. È inutile, dicono dalla compagnia aerea.
La regina delle compagnie aeree low cost, Ryanair, è pronta a ripartire, dal prossimo 1° di luglio, con il 40% dei voli ma alle proprie condizioni. A cominciare dal riempimento degli aerei. I vertici di Ryanair non ci stanno a lasciare il posto centrale vuoto, lo hanno già detto e lo hanno ribadito in modo netto.
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I voli Ryanair ripartono il 1° luglio
La compagnia aerea low cost Ryanair ha annunciato in queste ore la ripresa dei propri voli in Europa, e in Italia, a partire dal 1° luglio. Dopo mesi di flotta a terra, salvo qualche volo di servizio, a causa delle restrizioni ai viaggi imposte in tutta Europa dall’emergenza Coronavirus, si torna a volare.
Sarà una ripresa graduale, con solo il 40% dei voli. Del resto anche i viaggi riprenderanno molto lentamente, inoltre in una situazione in cui predomina ancora grande incertezza. Non si conosce ancora quando verranno riaperte le frontiere in Europa e rimosse le limitazioni ai viaggi. A un certo punto, tuttavia, bisogna pur ripartire, fanno sapere da Ryanair.
Voci di corridoio provenienti dai governi europei sulla possibile riapertura delle frontiere e l’abolizione delle restrizioni ai voli all’interno della Ue sembrano far propendere per una riapertura proprio dal 1° luglio.
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Così Ryanair ha deciso di ripartire, facendo decollare per quella data il 40% dei propri voli, dunque una parte ancora ridotta della sua flotta, per coprire circa il 90% delle destinazioni servite dalla sua rete.
Niente misure di distanziamento sociale a bordo, ha tuttavia precisato la compagnia low cost. Anche perché in aereo sarebbero impossibili da rispettare, visti gli spazi stretti. Lasciare il sedile centrale vuoto “non serve a niente”, ha dichiarato David O’Brien, chief commercial officer di Ryanair, in un’intervista al Corriere della Sera. Si tratterebbe infatti di una misura inutile, sia dal punto di vista economico sia da quello sanitario.
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Lasciare un posto vuoto al centro dei tre sedili per i i passeggeri è una misura economica priva si senso, secondo i vertici di Ryanair, perché non consentirebbe di riempire gli aerei, causando perdite nei profitti di oltre il 30%. Al momento l’Italia impone queste regole di distanziamento sociale a bordo. Regole che già il patron di Ryanair, Micheal O’Leary, aveva definito “stupide“.
Secondo O’Brien, poi, tenere il sedile centrale vuoto non ha senso nemmeno dal punto di vista sanitario, perché occupando uno spazio di circa 45 centimetri non permetterebbe comunque la distanza di un metro tra passeggeri. Richiesta dalle misure anti contagio. “Come fai a tenere distanti le persone di 1-2 metri?”, a bordo degli aerei è impossibile, è la conclusione.
Le misure di sicurezza che Ryanair introdurrà per i passeggeri sono la misurazione della temperatura al momento dell’imbarco e l’obbligo di indossare la mascherina a bordo. “Sono sufficienti due misure: coprire bocca e naso e farsi controllare la temperatura del corpo“, ha spiegato David O’Brien.
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Prospettive per il futuro
Per la ripresa del trasporto aerei in Italia, il chief commercial officer di Ryanair suggerisce l’abolizione della tassa municipale, che andrà a beneficio di tutti i vettori. Anche di Alitalia, di cui i vertici di Ryanair criticano il piano di salvataggio del governo italiano (3 miliardi di euro). Secondo O’Brien questa tassa andrebbe definitivamente abolita negli aeroporti più piccoli. O almeno andrebbe introdotta una moratoria di tre anni. Solo così il mercato dei voli low cost potrà riprendersi in Italia.
Al momento Ryanair ha più del 99% dei propri aeromobili a terra. I vertici della compagnia aerea contano di poter far ripartire il 60% dei propri voli tra agosto e settembre. Mentre per la stagione estiva, da marzo a ottobre, del 2021 contano di far decollare l’80% dei voli. Il taglio del 20% della flotta Ryanair in Italia dovrebbe portare a 400 esuberi nel nostro Paese. Mentre in tutta Europa la compagnia ha già annunciato 3.000 esuberi nel personale.Un futuro incerto per molti lavoratori del settore aereo.
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