Per l’estate 2020 alcuni Paesi europei vogliono le frontiere aperte
Gli italiani lo sanno. L’estate 2020 si trascorrerà in Italia e se tutto andrà per il verso giusto ci potremo anche fare una vacanza in una delle nostre regioni con ovviamente mascherina al seguito. I viaggi internazionali per il momento sono banditi e per quanto non ci siano al momento disposizioni del Governo è difficile ipotizzare un radicale cambiamento. Ma questo è la posizione Italiana, diversa quella di altri Paesi europei molto meno colpiti dalla pandemia e desiderosi di rifarsi della crisi economica attirando nel loro Paese turisti stranieri. L’Europa anche in questa situazione si presenta tutt’altro che unita. Da una parte Spagna, Regno Unito e Italia che propendono per la chiusura, dall’altra Grecia e Croazia che invece vogliono l’apertura.
Grecia e Croazia, estate 2020: corridoi sanitari per le spiagge
Con la Spagna e l’Italia fuori dai giochi estivi del turismo, la Croazia si pone come meta turistica sicura per la prossima estate. L’obiettivo dei croati è attirare sulle sue spiagge i turisti del Nord Europa i quali nei prossimi mesi potrebbero poter uscire dal loro Paese e concedersi una vacanza al mare.
Il ministro del turismo croato, Gari Cappelli, parlava degli ottimi risultati del suo Paese nel contenere l’epidemia (circa 2 mila i casi e solo 67 decessi) e di voler creare dei corridoi internazionali per poter accedere alla costa croata. La Croazia è anche pronta a realizzare dei ponti aerei con la sua compagnia la Croazia Airlines. Anche la Grecia non particolarmente colpita dal coronavirus vuole salvare la sua stagione estiva. E dello stesso avviso è anche Malta che propone però la condivisione delle regole.
La riunione dei ministri del turismo dell’Unione Europea che si è svolta nei giorni scorsi ha visto la divisione sul tema delle riaperture. Da una parte Italia, Spagna e Gran Bretagna che sono dell’avviso di non riaprire le frontiere già quest’estate, dall’altra oltre a Croazia, Grecia e Malta ci sono Repubblica Ceca e Slovacchia. Tutti però sono dell’avviso della necessità di tracciare delle regole comuni sui sistemi di tracciamento del contagio. Ma anche protocolli condivisi su voli, aeroporti, visite guidate, alberghi, distanziamento in spiaggia.
Intanto la proposta dei corridoi sanitari è stata accolta con un accordo bilaterale fra Croazia e Slovenia, Austria, Ungheria e Repubblica Ceca. Questi consentirebbero l’arrivo in sicurezza dei turisti. Allo studio anche un passaporto covid-19, una documento che attesti la negatività al virus. In tutto ciò manca la posizione della Germania che per il momento ha vietato i viaggi all’estero fino al 15 giugno. La mossa della Germania potrebbe cambiare l’assetto, ma molto dipenderà anche come le prime riaperture in molti Paesi dell’Unione incideranno sull’andamento dell’epidemia.