Viaggi in Italia per l’estate 2020: il turismo e non solo riparte dai borghi. La proposta.
Mentre ci si prepara alla fase 2 dell’emergenza Coronavirus, con la riapertura graduale delle attività al pubblico e le prime uscite dopo quasi due mesi di quarantena, si progetta anche il futuro delle vacanze e del turismo. Passerà molto tempo prima di tornare a viaggiare come facevamo nel periodo precedente alla pandemia e i prossimi viaggi saranno vicino a casa, perché con la fine del lockdown ai primi di maggio non potremo ancora uscire fuori dal territorio della nostra regione di residenza. Anche quando avremo maggiori possibilità di mobilità, i viaggi per le vacanze saranno soprattutto in Italia.
Insomma, sarà un turismo di prossimità, come accadeva negli anni ’50 e ’60. Per i viaggi all’estero dovremo aspettare ancora. Nel frattempo, gli operatori non stanno con le mani in mano, ma progettano idee e iniziative per adeguarsi alle nuove esigenze e promuovere nuove attività che possano interessare gli utenti. Viaggi vicino a casa e per lo più in luoghi appartati e non affollati.
Questa è l’idea vincente per il futuro e i borghi italiani offrono le migliori attrattive in questo senso: aria buona, cucina deliziosa, paesaggi incantevoli, natura da favola, arte, storia e cultura, relax e tranquillità, sport e attività all’aria aperta e soprattutto possibilità di isolamento. Attrattive interessanti non solo per il turismo, ma anche per chi cerca una vita alternativa a quella della città, potendo lavorare da casa.
Per le località più popolari e frequentate sarà necessario il numero chiuso (basti pensare ai borghi delle Cinque Terre), ma di massima la vita del borgo in collina, al mare o in montagna ha tantissimo da offrire, sia per i vacanzieri che per chi vuole scappare dalla città.
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Il turismo dei borghi era già in forte crescita in Italia, per la qualità e la varietà dell’offerta, insieme ai luoghi stupendi da visitare e dove soggiornare. Tutto il territorio italiano è costellato di splendidi, incantevoli centri abitati la cui caratteristica è il pregio architettonico e il carattere storico degli edifici, l’inserimento armonioso nell’ambiente circostante, le dimensioni ridotte, a misura d’uomo, e la tutela e valorizzazione delle tradizioni e della cultura locali. Un patrimonio unico, in Europa e nel mondo.
Ora, con le nuove esigenze poste dall’emergenza sanitaria per il Coornavirus, che impongono il distanziamento sociale, l’isolamento e la frequentazione di località vicine alla propria residenza, il turismo di borghi, facili da trovare anche vicino casa, diventa l’offerta principale, per una vacanza, un weekend o una fuga dalla città. Quando potremo tornare a uscire di casa, spostarci, anche per viaggi di piacere, ecco che il borgo diventa l’occasione unica e imperdibile per trascorrere qualche giorno o anche soltanto qualche ora in un luogo accogliente e raccolto, immersi nella bellezza della natura e circondati da quelle opere architettoniche e artistiche umane che si uniscono perfettamente nel contesto naturale.
Possiamo assaporare la pace e la tranquillità la serenità di un ambiente armonioso, fare passeggiate per le vie del borgo o esplorare il territorio circostante, andare alla scoperta dei tesori nascosti, gustare la cucina e le specialità enogastronomiche locali, partecipare a eventi e manifestazioni locali, anche tradizionali, conoscere la storia e la cultura del luogo. Oggi, poi, il turismo dei borghi è cresciuto e si è evoluto, proponendo anche nuovi servizi, come spa e centri benessere, corsi di yoga e meditazione e tante altre iniziative proposte per tutte le esigenze. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Vi abbiamo già segnalato numerosi itinerari legati ai borghi, su base regionale, per le caratteristiche delle località o in base ai servizi offerti. È tempo di proporne altri.
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La bellezza, la pace, l’armonia e la ricchezza culturale del borgo è un patrimonio non solo turistico, di un turismo ovviamente di qualità e rispettoso dell’ambiente, ma è anche una scelta di vita. Sempre più persone negli ultimi anni hanno deciso di andare a vivere nei borghi, lasciando città grandi e piccole, per ritrovare un luogo autentico e a misura d’uomo. C’è chi ha aperto bed and breakfast, chi ristoranti, chi si è dato all’agricoltura. Un ritorno a stili di vita del passato, ma con le innovazioni e le comodità di oggi. Con un obiettivo fondamentale: la qualità della vita.
Per ripopolare borghi abbandonati i sindaci ne hanno messo in vendita le case a prezzi simbolici. Le famose case a 1 euro in qualche borgo sperduto d’Italia che hanno ricevuto moltissime richieste da tutto il mondo. Sono numerosi gli stranieri che si sono trasferiti in questi piccoli centri, non solo pensionati, ma anche artisti e imprenditori. La questione cruciale è quella di dotare i borghi di maggiori servizi, dalla banda larga ai trasporti. Alcuni progetti di investimento sono stati già avviati. La situazione che stiamo vivendo sarà un ulteriore impulso. Nuove prospettive di crescita si intravedono all’orizzonte per i borghi.
Grazie al lavoro a distanza, lo smart working, che la situazione di emergenza ha obbligato ad implementare, molte persone in futuro continueranno a lavorare da casa. È nata una nuova epoca, che il virus ha soltanto accelerato. Visto il nuovo modo di lavorare, perché restare chiusi in piccoli appartamenti in città, soffocati dallo smog e assediati dai rumori? Si può scegliere il luogo dove vivere, senza che questo sia necessariamente legato al luogo di lavoro e allora che si scelga un posto dove vivere bene. Una idea che si sta facendo strada e che è stata lanciata anche da architetti del calibro di Stefano Boeri e Massimiliano Fuksas. Con il favore delle associazioni che rappresentano i borghi italiani. Un nuovo futuro tutto da costruire.
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