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Coronavirus, Roma: immagini dalla città deserta – VIDEO

Video documentario sulla città di Roma deserta per il lockdown nel giorno del suo compleanno

Quest’anno niente festa per il compleanno di Roma. La città ha festeggiato nel silenzio del lockdown i suoi 2773 anni. In così tanti anni di Storia Roma ne ha viste di ogni colore, ogni tipo di dramma e di gioia si è consumato sulle sponde del Tevere, ma a memoria d’uomo, così solitaria e sospesa non si è mai vista.

La Roma caotica, con le sue lunghe file di auto, il rumore dei clacson, i motorini che svicolano, l’indolenza di chi siede sulla panchina e commenta quello che succede con un ‘embeh che voi ffa’, le passeggiate al centro coi bambini a mangiare il gelato ‘quello buono’, i turisti, e poi i turisti e ancora i turisti in qualsiasi stagione davanti a tutti i monumenti e al tramonto eccola lì su via dei Fori Imperiali ‘la carrozzella che va con due stranieri’ come cantava Venditti. Ecco, improvvisamente tutto questo non c’è più.

Roma è ferma per il lockdown. I suoi monumenti senza tutta quella confusione di macchine e di gente sono ancora più grandiosi, le strade vuote offrono uno spettacolo inedito, camminando su lungotevere si sente perfino il rumore del Tevere. Eppure quella vita, quei rumori, quei suoni, mancano terribilmente. Roma deserta è solo una città in attesa.

Roma in lockdown: le immagini della città


 

Roma vede per prima in Italia il coronavirus in faccia. E’ il 31 gennaio quando due turisti cinesi che alloggiavano all’hotel Palatino in via Cavour risultano positivi al Sars-Cov-2. Vengono ricoverati in terapia intensiva allo Spallanzani, nome ormai famoso in tutta Italia, eccellenza nel campo delle Malattie infettive. E proprio il 20 aprile, giorno prima del compleanno di Roma, la coppia di cinesi è stata dimessa dal San Filippo Neri dove ha completato la riabilitazione respiratoria.

Dall’11 marzo Roma poi abbassa le saracinesche, la vita che prima animava le strade si sposta nei balconi. Dalla Garbatella a Trastevere, da Prati a Primavalle si canta e si espongono le bandiere. Poi mano a mano le canzoni dai balconi finiscono e la quarantena diventa una faticosa, ma necessaria responsabilità. I romani rispondono con serietà all’obbligo di stare a casa, pochi quelli che fuggono, fra impenitenti runner e chi corre alla seconda casa al mare. Ma al di là di qualcuno che sgarra, il lockdown viene rispettato e finora il Coronavirus è rimasto contenuto.

La Capitale e la sua provincia con i suoi quasi 5 milioni di abitanti conta al 21 aprile 4189 casi totali di Coronavirus. L’andamento segue un trend in discesa con un aumento giornaliero intorno ai 50 casi, ovvero circa il 2%.  La quarantena imposta per contenere la diffusione del Coronavirus ha quindi svuotato la città, ma l’ha anche salvata.

Le immagini di Roma deserta fanno il giro del mondo. E alcune immagini resteranno scolpite nella memoria per sempre. Come quelle di Piazza San Pietro vuota mentre Papa Francesco celebra dal sagrato la messa. Vedere i video di quella piazza deserta animata solo dal vento e dalle parole del Santo Padre è stato suggestivo ed emozionante. Così come lo sono state tutte le celebrazioni della Pasqua: la via Crucis che si è svolta in piazza San Pietro e la benedizione Urbi et Orbi data davanti a una piazza deserta.

Roma nel frattempo che aspetta il ritorno alla normalità, o meglio a una nuova e migliore normalità, viene conquistata dalla natura – a piazza Navona cresce l’erba fra i sampietrini – e dagli animali che indisturbati girano per le strade del centro. Anatre con anatroccoli al seguito su Lungotevere, papere nella fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna, volpi che escono dai parchi e passeggiano per le strade.

 

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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Cinzia Zadro