Palazzo Barberini a Roma: il racconto sui social con #fictionbarberini

Palazzo Barberini a Roma: il racconto della storica dimora sui social con la rubrica #fictionbarberini. Cosa bisogna sapere.

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Palazzo Barberini a Roma (Foto robertovell Adobe Stock)

Uno dei palazzi storici più belli di Roma e di Italia, gioiello di architettura e scrigno di tanti capolavori, Palazzo Barberini, si racconta sui social attraverso una interessante e originale iniziativa: #fictionbarberini.

Si tratta di una nuova rubrica, proposta attraverso i canali social delle Gallerie Nazionali di Arte Antica Barberini-Corsini di Roma in cui lo storico palazzo verrà raccontato da scrittori, sceneggiatori e registi che lo hanno conosciuto da vicino. La rubrica partirà il 21 aprile prossimo e si terrà ogni martedì.  Ecco di cosa si tratta.

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Palazzo Barberini a Roma sui social con #fictionbarberini

Palazzo Barberini come non l’avete mai visto e come non l’avete mai sentito raccontare. Le meraviglie, i tesori, i segreti, le storie e gli aneddoti del sontuoso palazzo seicentesco romano saranno raccontati dai personaggi illustri che ne sono stati influenzati o che qui hanno realizzato le loro opere.

Il Palazzo romano, infatti, è presente in molti film, come Vacanze Romane (1953) di William Wyler e Habemus Papam (2011) di Nanni Moretti. Inoltre, i suoi ambienti monumentali, alcune opere d’arte della sua ricca collezione, i giardini e perfino i membri della stessa famiglia Barberini sono protagonisti di numerose opere letterarie.

In particolare, dal XIX secolo, Palazzo Barberini è diventato una fonte di fascinazione soprattutto per gli scrittori e i poeti stranieri che fecero lunghi soggiorni in Italia, come gli inglesi Anna Jameson e Henry Neele. La sontuosità e la magnificenza del palazzo hanno attirato l’attenzione di letterati come Gabriele D’Annunzio, che qui ha ambientato il romanzo Il piacere (1889). Mentre le vicende della famiglia Barberini sono finite nei libri di Dostoevskij, il Giocatore (1866), e Dumas (padre), la Sfinge Rossa (1866). Inoltre, altri grandi autori come Percy Shelley, Stendhal, Nathaniel Hawthorne e Herman Melville, per citarne alcuni, hanno ripercorso la vicenda di Beatrice Cenci, immortalata nel quadro conservato nel palazzo.

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Palazzo Barberini a Roma, soffitto con affresco di Pietro da Cortona (iStock)

Per partecipare all’iniziativa #fictionbarberini è sufficiente seguire i canali social di “Barberini Corsini Gallerie Nazionali” a partire dal prossimo 21 aprile e poi ogni martedì:

Palazzo Barberini

Oggi, Palazzo Barberini è un museo, ospita una parte dell’importante Galleria Nazionale d’Arte Antica, l’altra è a Palazzo Corsini, e l’Istituto Italiano di Numismatica. Palazzo Barberini fu progettato per papa Urbano VIII da Carlo Maderno (1556–1629) sulla precedente collocazione di Villa Sforza.

Il palazzo fu costruito tra il 1625 e il 1633, creando una struttura ad acca, caratterizzata da un atrio a ninfeo, situato fra il loggiato d’ingresso e il giardino sviluppato sul retro. Carlo Maderno fu aiutato da Francesco Borromini e dopo la morte dell’anziano architetto, nel 1629, il cantiere passò sotto la direzione di Gian Lorenzo Bernini, sempre con la collaborazione di Borromini. Quest’ultimo è autore di numerosi particolari costruttivi e decorativi come l’elegante scala elicoidale nell’ala ovest del palazzo, con cui dialoga lo scalone d’onore berniniano a pianta quadrata nell’ala est.

Il grande salone al piano nobile è stato decorato nel periodo 1632-1639 da Pietro da Cortona, con un affresco che raffigura il Trionfo della Divina Provvidenza, che si caratterizza per la potente prospettiva dal basso verso l’alto. Lo stesso pittore e i suoi aiuti hanno realizzato anche alcuni affreschi nella cappella. Altre sale sono state decorate, tra gli altri, da Andrea Sacchi e Giovan Francesco Romanelli.

Per ulteriori informazioni, il sito web ufficiale di Palazzo Barberini: www.barberinicorsini.org

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Palazzo Barberini a Roma (iStock)
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