Le immagini di Londra in questo breve documentario di viaggio ai tempi del lockdown per il coronavirus
La battaglia del Regno Unito con il Coronavirus inizia con la conferenza stampa delle polemiche del primo ministro Boris Johnson, quella in cui disse che non sarebbero state prese misure di contenimento per contrastare il coronavirus, che ci si appellava a una immunità di gregge e che gli inglesi dovevano prepararsi a perdere le persone care. Era il 13 marzo e il discorso del numero uno di Downing Street fu uno choc per tutta la Gran Bretagna e il mondo.
La politica di Johnson è cambiata poi molto rapidamente con un lockdown imposto progressivamente e con lo stesso Johnson finito in ospedale per via del coronavirus. Il primo ministro è stato dimesso il 13 aprile dal St Thomas Hospital dopo una settimana di ricovero e dopo essere stato in rianimazione. Il premier infatti ha sviluppato una condizione estremamente severa e come lui stesso ha affermato ha rischiato di morire.
Londra e il Regno Unito ha iniziato il suo lockdown il 23 marzo, ma il popolo ci ha messo un po’ prima di prendere seriamente la questione. Così sono iniziati i messaggi sullo stare a casa ripetuti ossessivamente ovunque e qualche effetto lo hanno avuto. La chiusura poi di moltissime attività, di uffici, scuole e negozi ha contribuito nel far funzionare il lockdown, ma soprattutto è stata la rapida escalation di contagi e di morti ad impaurire gli inglesi e farli stare a casa.
Ma nonostante la paura i parchi continuano a richiamare un gran numero di persone. Tantissimi infatti gli inglesi che affollano i parchi. Non c’è un divieto esplicito, si invita a stare distanti e a stare fuori il meno possibile. Eppure in molti si fanno una passeggiati di un’ora.
Il centro di Londra è spettrale: completamente vuoto. La frequentatissima Oxford Street, la via dello shopping per eccellenza, è completamente deserta. Così come tutte le piazze simbolo da Trafalgar Square a Piccadilly Circus. A Piccadilly famosa per il suo immenso cartellone pubblicitario campeggia oggi tutt’altro alto tipo di messaggio. Ci sono i ringraziamenti alle forze dell’ordine e al servizio sanitario nazionale, c’è l’invito a stare a casa per salvare delle vite e c’è il primo piano della Regina Elisabetta II che invita il suo popolo a resistere.
La Regina Elisabetta il 5 aprile ha parlato alla nazione dal Castello di Windsor – dove si è rifugiata assieme al consorte Filippo e a pochissimi domestici della Casa Reale. Un evento storico avvenuto appena 4 volte in 68 anni di Regno: per la guerra in Iraq, per la morte di Lady Diana e l’ultimo nel 2002 per la morte della Regina Madre.
Nel discorso straordinario alla nazione la sovrana ha incitato il popolo alla resistenza: ‘insieme stiamo affrontando l’emergenza, se restiamo uniti e risoluti vinceremo noi’. ‘Chi resta a casa aiuta a proteggere le persone fragili e a risparmiare a molte famiglie il dolore già sofferto da quelli che hanno perso i loro cari’. E poi “Spero che nei prossimi anni tutti potranno essere orgogliosi di come abbiamo risposto a questa sfida. E coloro che verranno dopo di noi diranno che i britannici di questa generazione sono stati più forti di qualsiasi altro, che le qualità dell’autodisciplina, della cortese determinazione e della comprensione reciproca ancora caratterizzano questo Paese”.