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Consigli di viaggio

New York, le immagini della città ai tempi del Coronavirus – VIDEO

New York come non l’avete mai vista: strade vuote, negozi chiusi. Le immagini della città nella lotta contro la Pandemia da Coronavirus

New York al tempo del Coronavirus

New York, è conosciuta come la città che non dorme mai, quella dove puoi comprare qualsiasi cosa a qualsiasi ora perché c’è sempre un negozio aperto. In questo angolo degli States puoi essere chi vuoi, dove puoi sognare, dove ci sono tante opportunità di lavoro, dove c’è tutto il mondo in quei chilometri quadri. Una città così grande che non finisci mai di visitarla tutta. Ecco questa città vuota come lo è adesso non lo è mai stata. Suggestivo e spettrale passare per le strade vuote di New York.

E non potrebbe essere altrimenti visto che è proprio New York il centro della pandemia di coronavirus negli Stati Uniti. Una città che sta mostrando una nuova dolorosa faccia fatta di ospedali da campo a Central Park e nelle chiese, fatta di strade vuote e di negozi chiusi.

 

New York, coronavirus: i numeri del contagio

Ci hanno messo un po’ gli Stati Uniti prima di rendersi conto che quel virus che stava devastando l’Italia prima e l’Europa poi sarebbe arrivato anche negli USA. Poi è scattata l’allerta, ma probabilmente troppo tardi. I casi accertati sono quasi 400 mila, le vittime circa 13 mila con 1939 morti in un solo giorno. New York è la città più colpita: 120 mila gli infetti, oltre 5 mila le vittime e 16 mila le persone in ospedale. La città è in lockdown con misure restrittive che dureranno “almeno fino al 29 aprile”.

New York è in ginocchio. Le strutture sanitarie sono prossime al collasso e ancora il picco è lontano. Gli esperti parlano di due settimane prima di arrivare al picco epidemiologico. Così si pensa a nuove strutture dove accogliere i malati: c’è la nave militare ancorata a Lower Manhattan con 1000 posti letto; il Centro Congressi Javits Center ne ospita 3000; a Central Park è stato allestito un ospedale da campo con 70 posti; la St John the Divine, cattedrale di New York sull’Amsterdam Avenue a Morningside Heigths a Manhattan, vicino alla Columbia University, si trasforma anch’essa in un ospedale da campo: ospiterà nove tende a clima controllato dove verranno ricoverati 200 malati di covid-19.

E poi la parte più agghiacciante: le fosse comuni. Gli obitori non riescono a gestire le migliaia di morti e si è pensato a delle fosse nei parchi cittadini. Lo ha annunciato il consigliere municipale Mark Levine: Presto inizieremo le sepolture temporanee. Questo sarà probabilmente fatto utilizzando i parchi di New York city per le sepolture. Fosse saranno scavate per 10 bare in linea. Sarà fatto in modo dignitoso e temporaneo, ma sarà difficile da accettare per i newyorchesi”.

New york, città in lockdown

Per contrastare la diffusione del Coronavirus la città è in lockdown. Tutto chiuso. Aperte sole le attività essenziali. La metropolitana di New York uno di quei luoghi solitamente frequentato da migliaia di persone è deserto. Così come le strade: vuote. La maggior parte dei newyorchesi sta rispettando l’ordine di quarantena e dopo i primi giorni in cui sono stati saccheggiati i negozi per fare provviste ora la situazione è sotto controllo. Si fa la fila ai supermercati, ordinati e rispettando la ‘social distancing’.

In alcune vie al mattino si nota un certo via vai di gente a fare la spesa, ma la sera il clima è davvero surreale: con nessuno in giro e tutti chiusi dentro le case. C’è poi chi una casa non ce l’ha e deve vivere per strada. Cosa ancora più difficile di questi tempi: niente elemosina, niente ristoranti o locali che lasciano un pasto caldo. Gli homeless si affidano a qualche organizzazione di volontariato quando c’è e alla speranza quando non c’è.

I newyorchesi hanno vissuto l’11 settembre, sanno cosa voglia dire la sofferenza e vedere la propria città cambiare. Ma questa è un’altra storia. Il nemico è invisibile, subdolo, spaventoso. Ed ha già fatto più morti dell’attacco delle Torri Gemelle. Ma nonostante il dolore i newyorchesi resistono e lo dicono dai balconi, con bandiere e cartelli. Sarà dura, ma ne usciremo.

 

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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Cinzia Zadro