Coronavirus Italia, il 16 maggio avremo zero contagi

La stima di quando avremo zero contagi da Coronavirus in Italia

(Pedro Vilela/Getty Images)

Si intravede la luce in fondo al tunnel. Il Coronavirus sparirà dall’Italia. Lentamente il numero dei contagiati diminuirà fino ad arrivare a zero. Ci vorranno settimane ancora, ma ci arriveremo. Per l’Istituto Einaudi per l’Economia e la Finanza arriveremo a quell’agognato azzeramento dei contagi fra il 5 e il 16 maggio 2020, ovvero fra circa un mese e mezzo. Questa data è stata ricavata attraverso calcoli statistici partendo dai bollettini della Protezione Civile. Dall’ultimo bollettino il rallentamento dei contagi sembra ormai confermati.

La fine del contagio per ogni regione

Sulla base dei numeri di contagiati per ogni regione l’Istituto Einaudi ha fatto anche una previsione di fine contagio per ogni regione d’Italia. Fra metà Aprile e inizio Maggio tutte le regioni dovrebbero avere zero contagi. Va da sé che ciò potrebbe verificarsi soltanto se si mantengono le strettissime misure attualmente prese. Ossia tutto deve rimanere com’è ora, altrimenti la previsione salta. Inoltre è bene ricordare che secondo gli esperti il numero degli infetti in Italia è almeno 10 volte tanto quello monitorato, motivo in più per cui è indispensabile la quarantena.

La prima regione in questa ipotesi che dovrebbe raggiungere l’azzeramento dei casi è il Trentino Alto Adige il 6 aprile, l’ultima la Toscana il 5 maggio.

  • Trentino Alto Adige: 6 aprile
  • Liguria: 7 aprile
  • Umbria: 7 aprile
  • Basilicata: 7 aprile
  • Valle d’Aosta: 8 aprile
  • Puglia: 9 aprile
  • Friuli Venezia Giulia: 10 aprile
  • Abruzzo: 11 aprile
  • Veneto: 14 aprile
  • Sicilia: 14 aprile
  • Piemonte: 15 aprile
  • Lazio: 16 aprile
  • Calabria: 17 aprile
  • Campania: 20 aprile
  • Lombardia: 22 aprile
  • Emilia Romagna: 28 aprile
  • Toscana: 5 maggio

Cosa succederà a contagi zero

Una pandemia non finisce raggiungendo il numero zero dei contagiati. Anzi sarà quello il momento in cui sarà necessario tenere ancora più duro, non mollare. Non ci sarà un ‘tana libera tutti’.

La ripresa dovrà essere graduale e già si valuta come farla: far riprendere l’attività lavorativa solo a quei soggetti che hanno sviluppato gli anticorpi – ossia ai guariti o a tutte quelle persone che lo hanno avuto in maniera asintomatica o paucisintomatica – e lo si vedrà attraverso analisi sierologiche; far lavorare solo giovani e donne – sono meno esposte al virus – che non abbiano contatti con anziani; far riprendere le attività solo in alcune regioni.

Le attività che dapprima riprenderanno sono quelle della filiera alimentare e farmaceutica, poi saranno altre fabbriche, poi i negozi. Lentamente riprenderanno quelle attività come teatri, mercati e cinema. Gireremo con la mascherina e dovremo continuare a prestare attenzione alle distanze. Il ritorno alla normalità non sarà veloce – ecco le tempistiche su quando ci torneremo – ma ci arriveremo.

Stiamo andando nella direzione giusta e non dobbiamo minimamente cambiare strategia – ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli nella consueta conferenza stampa delle 18 – Non sarà un processo di ritorno alla normalità dal niente al tutto, sarà graduale, ma l’obiettivo è riuscire a contenere la situazione adesso, prevenire ulteriori focolai epidemici e ripristinare il più possibile un normale stile di vita”.

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