L’Italia si unisce da Nord a Sud nella lotta al Coronavirus con i canti dal balcone.
Ormai sta diventando un appuntamento giornaliero. Tutti i giorni alle 18.00 ci si mette in balcone e si canta. C’è perfino la scaletta che gira sui social per essere pronti ad intonare la canzone giusta che interrompa questa lunga quarantena e porti un po’ di colore in queste giornate lunghe fatte di paura e preoccupazioni. Quelle canzoni urlate sui balconi da Nord a Sud d’Italia ci rendono un po’ più forti, perché ci rendono un po’ più uniti e meno soli. E perché ci rafforza quello che questa volta non è solo un modo di dire: solo insieme si vince.
Servono infatti comportamenti virtuosi da parte di tutti per sconfiggere il virus. Serve responsabilità, senso di civiltà e di rispetto delle regole. E anche di rispetto nei confronti di coloro che sono in prima linea a combattere per salvarci la vita, ossia medici, infermieri e tutto il personale ospedaliero. Loro sono in corsia, noi dobbiamo stare a casa. Quello che ci viene chiesto è solo questo: stare a casa.
E in questa rivoluzione delle nostre vite, in questa costante preoccupazione per una situazione difficilissima e dolorosa, inimmaginabile fino a qualche settimana fa, ci riscopriamo umani e bisognosi di comunità e di patria.
Così le persone escono sui balconi e intonano l’Inno di Mameli, oppure le canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana, quelle canzoni nazional popolari che ci identificano come Volare di Modugno o Sono un italiano di Toto Cutugno. E poi quelle tipiche regionali o cittadine: Oh mia bella Madunina a Milano; Roma Capoccia a Roma; Ciuri Ciuri in Sicilia; O Sole Mio a Napoli.
Sui balconi poi si esce per applaudire. Un applauso lungo e sentito dedicato a tutti gli operatori ospedalieri per dire grazie del lavoro e del sacrificio che stanno facendo.
Un flash mob sui balconi che unisce tutta l’Italia ed emoziona. Il coronavirus ha unito l’Italia, e quest’unione sarà quella che ci farà vincere questa lotta.