Le attività chiuse e quelle aperte decise dal decreto del governo per l’emergenza Coronavirus
Un’ulteriore stretta per fermare i contagi. Il governo con il decreto del Presidente del Consiglio firmato l’11 marzo sospende su tutta Italia molte attività al dettaglio, tutti i servizi di ristorazione e le attività e i servizi inerenti alle persone. Il provvedimento resterà in vigore dal 12 marzo al 25 marzo. Una scelta dettata dall’assoluta necessità di bloccare la diffusione del coronavirus che nella giornata dell’11 marzo ha superato i 10 mila contagiati nel nostro Paese.
Siamo il secondo Paese al mondo per numero di contagi, appena dopo la Cina che ha praticamente ormai vinto la sua guerra con il Coronavirus. In Europa invece la battaglia infiamma: Spagna e Francia iniziano ad avere numeri sempre più elevati, come la Germania. D’altronde ormai lo ha dichiarato l’Oms abbiamo a che fare con una pandemia.
Negozi aperti e negozi chiusi per il Coronavirus
L’obbligo ribadito ancora una volta dal presidente Conte è quello di restare a casa e di uscire solo ed esclusivamente per le necessità. Chiudendo numerose attività commerciali ci si attende una contrazione ulteriore dei contagi. Il commissario della Protezione Civile Borrelli ha dichiarato nella conferenza stampa di stasera che l’autocertificazione – necessaria per chi si sposta in auto – dovrà essere portata ora anche da chi si sposta a piedi. Si può uscire uscire solo per andare a fare la spesa – che deve essere fatta vicino alla propria abitazione – per lavoro, per motivi seri di salute o per comprovate esigenze familiari. I controlli sono a tappetto e le forze dell’ordine si accertano con telefonate della conformità delle dichiarazioni. In caso sorprendano qualcuno in giro senza comprovato motivo provvedono alla sanzione e alla denuncia anche per dichiarazioni mendaci.
Tutto ciò significa che bisogna uscire solo ed esclusivamente per necessità. Se si va a fare spesa si va nelle immediate vicinanze della propria abitazione e poi si torna subito a casa. Lo stesso se si lavora. Le passeggiate per piacere devono essere rimandate ad un altro momento. Chi ha il cane può scendere per una brevissima passeggiata e poi torna a casa.
Insomma bisogna stare a casa. Per ogni necessità ci sono comunque i servizi essenziali che resteranno aperti. Oltre a supermercati e farmacie, resteranno aperti anche edicole e tabaccai, benzinai, ferramenta, ottici e altri. Chiusi invece tutti quei negozi non indispensabili come abbigliamento, cartolerie, parrucchieri, centri estetici e tutte le attività di ristorazione come bar e ristoranti dove ovviamente stando seduti e fermi si può trasmettere il virus.
Rimangono aperti e in attività le cliniche e gli ambulatori veterinari. Permane ovviamente l’obbligo di chiusura per tutte le attività (dalle palestre ai teatri ai musei) già toccate dal precedente decreto.
Negozi aperti
- Supermercati
- Discount alimentari
- Minimarket
- Negozi di attrezzature per la telecomunicazione, elettronica di audio e video, elettrodomestici
- Tabacchi
- Distributori di benzina
- Ferramenta e rivenditori di materiale elettrico e termoidraulico
- Negozi di articoli igienico-sanitari
- Negozi di articoli di illuminazione
- Edicole
- Farmacie
- Parafarmacie
- Negozi di articoli medicali e ortopedici
- Profumerie
- Negozi con prodotti per animali domestici
- Ottici
- Rivenditori di materiale di combustione per il riscaldamento domestico
- Commercio di prodotti per radio e telefono
- Lavanderie
- Banche
- Poste
- Assicurazioni
- Ristorazioni con consegna a domicilio
- Pompe funebri
Negozi chiusi
- Abbigliamento
- Cartolerie
- Calzature
- Librerie
- Intimo
- Giocattolai
- Negozi non menzionati nel precedente paragrafo
- Mercati di abbigliamento
- Bar
- Ristoranti
- Gelaterie
- Pasticcerie
- Parrucchieri
- Barbieri
- Estetisti
Autore: Cini Silvia