Continua ad acuirsi il bilancio delle vittime del coronavirus in Cina: i decessi sono saliti a 361, numero superiore a quello dei morte per la Sars.
Nelle scorse ore è atterrato in Italia l’aereo che trasportava gli italiani rimasti bloccati a Wuhan dopo l’esplosione dell’epidemia di coronavirus. I 56 connazionali sono stati riportati nel nostro Paese da un Boeing KC767A del 14esimo stormo dell’Aeronautica Militare. Il volo è atterrato intorno alle 10 del mattino all’aeroporto militare di Pratica di Mare e i passeggeri saranno portati al Campus olimpico della Cecchignola dove saranno tenuti in quarantena per due settimane, il tempo massimo d’incubazione del virus.
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Uno dei nostri connazionali è rimasto bloccato a Wuhan. Pare infatti che l’uomo fosse affetto da febbre. I protocolli d’emergenza vietano alle persone che presentano sintomi simili a quelli del coronavirus di viaggiare. Per lui dunque ci sarà un periodo di quarantena nella città cinese, durante il quale verrà sottoposto ad un test per verificare che non sia stato contagiato. Solo dopo che verrà escluso il contagio potrà fare ritorno nel nostro Paese.
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Coronavirus, bilancio tragico: i morti sono 361, più di quelli dovuti alla Sars
Mentre in Italia e nel resto del mondo vengono applicate misure contenitive per evitare che il coronavirus si diffonda, in Cina la situazione è sempre più grave. Nelle scorse ore è giunto un aggiornamento sul bilancio delle vittime in terra asiatica: i morti sono saliti a 361 e i casi di contagio a 17.205. Numeri che fanno paura anche perché superano quelli della Sars nel 2002-2003. All’epoca il numero di decessi si fermò a 349, mentre quello di contagi a 5.327. Già adesso il numero di contagi è tre volte superiore e sono ancora 21.558 i casi sospetti.
Che la situazione di emergenza abbia congestionato la vita in Cina lo si evince dalla decisione di 21 province di rinviare la ripresa delle attività lavorative. Oggi, infatti, sarebbe stato il primo giorno utile per la ripresa, ma queste città hanno preferito rinviare il tutto al prossimo 10 febbraio, per evitare che il virus si diffonda ulteriormente.
Silvia Petetti