Giornata mondiale della pizza: il piatto italiano più amato nel mondo è protagonista il 17 gennaio.
Oggi venerdì 17 gennaio si celebra la Giornata mondiale della pizza, il piatto italiano, anzi napoletano, nato da una ricetta semplice e povera, che ha conquistato tutto il mondo. Così popolare che all’estero, specialmente negli Stati Uniti, lo consumano quasi più di noi.
Adulti e bambini, tutti vanno pazzi per la pizza, che sia al piatto o al taglio, in formato extra o a spicchi, semplice margherita o super farcita. Da qualche anno sono di gran tendenza le pizze gourmet, ricche di ingredienti sfiziosi e materie prime di lusso, dove la ricercatezza parte dalle farine, e persino dall’acqua utilizzata per l’impasto, e spazia fino ad includere alimenti un tempo impensabili sulla pizza ma comunque di gran gusto grazie alla maestria negli accostamenti dei grandi pizzaioli, oggi veri e propri chef.
Poi ci sono gli abbinamenti che per noi italiani sono terribili, come la pizza all’ananas e in questi giorni addirittura la pizza al kiwi. Non una pizza “dolce”, ma una vera e propria pizza con base classica di pomodoro e mozzarella a cui sono aggiunte fettine di kiwi. L’ha ideata uno chef svedese che aveva una gran quantità di kiwi di cui non sapeva che fare. Se l’abbinamento per noi è assurdo, tuttavia lo sono altrettanto le minacce, addirittura di morte, che il povero chef ha ricevuto dall’Italia.
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La pizza è diventata un piatto talmente popolare che sebbene fortemente radicato a Napoli, dove è nato, e nella cultura napoletana, tanto da ricevere il meritato riconoscimento di Patrimonio culturale immateriale Unesco con “L’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano“, ha varcato i confini locali e italiani per diventare un cibo internazionale. Universalmente riconosciuto e apprezzato.
Un numero sempre più elevato di pizzerie di livello, che propongono ottime pizze sia seguendo strettamente la ricetta tradizionale sia proponendo versioni innovative, si sono affermate in tutta Italia, fuori dai confini campani, e anche all’estero. Segno dello straordinario successo di un cibo che mette d’accordo tutti. La semplicità nel preparare la pizza e il suo gusto goloso e appagante sono diventati patrimonio di tutti. Che l’Unesco abbia riconosciuto l’arte dei pizzaioli napoletani è un bene per non disperdere la conoscenza delle origini culturali peculiari.
La pizza è diventata così popolare e amata nel tempo anche Roma ha ideato una sua pizza, la pizza romana, diversa da quella napoletana. Mentre la scorsa estate, la sicilianissima Palermo è stata per qualche giorno capitale internazionale della pizza, ospitando un festival goloso, con gara tra pizzaioli di grido. Pizzaioli famosi e che stanno dando filo da torcere anche a quelli tradizionali si stanno affermando anche all’estero. Tutte notizie che devono renderci orgogliosi, anche perché sono ottime notizie per la nostra economia, il turismo e l’immagine dell’Italia. Resta indiscutibile che la pizza più buona si mangia sempre dove è nata.
Il successo della pizza fa bene all’economia italiana e a tutto il comparto alimentare. Il settore dedicato a questo alimento ha raggiunto un fatturato annuale di 15 miliardi di euro e un movimento economico superiore ai 30 miliardi, secondo dati del Centro studi Cna elaborati in collaborazione con Cna Agroalimentare (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa).
Le imprese del settore coinvolte sono 130 mila. Gli addetti a tempo pieno sono 100 mila che diventano 200 mila nei fine settimana. Vengono sfornate circa 8 milioni di pizze al giorno, quasi 3 miliardi in un anno.
Il report della Cna report segnala che tra il 2015 e quest’anno le imprese con attività di pizzeria sono cresciute da 125.300 a 127 mila (dati aggiornati al 31 marzo 2019). A livello regionale è la Campania a farla da padrona in termini assoluti – e non poteva essere altrimenti -, con il 16% delle attività. Seguono, nell’ordine: Sicilia (13%), Lazio (12%), Lombardia e Puglia (10%).
Dal punto di vista enogastronomico, la preferita da oltre tre quarti dei consumatori (il 78,8%) è ancora la pizza tradizionale (marinara, margherita, napoletana o capricciosa). secondo posto è la pizza gourmet (12,1%). Il 6,2% dei clienti sceglie, o è costretto a scegliere per motivi sanitari le pizze speciali, biologiche o senza glutine. Mentre la pizza con i gusti fai-da-te è al 2,9%.
Ad amare la pizza sono soprattutto le donne (47%) e i millennials (25-34 anni) al 60% delle preferenze, e gli abitanti del Sud e delle Isole (51%). Il dato è di Deliveroo, rilevato con una ricerca commissionata a Doxa. In generale “la pizza rappresenta per noi italiani il piatto che più di ogni altro è in grado di renderci felici, preferita da quasi un italiano su due (42%)”.
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