Assisi ricorda gli alberi e le foreste distrutte dalla Tempesta di Vaia: l’omaggio in occasione del Natale 2019.
Il giorno dell’Immacolata 2019 ad Assisi si sono accese le luminarie in città, l’albero di Natale in piazza ed è stato inaugurato il Presepe. Questa città, così carica di religiosità e di pace, proprio per essere legata a doppio filo alla storia di San Francesco, quest’anno ha dato al Natale un significato ancora diverso e ben più profondo. Infatti il presepe e l’albero di Natale di Assisi, come riporta il Corriere dell’Umbria, arrivano direttamente dalle zone colpite un anno fa dalla tempesta di Vaia.
Il messaggio di questo Natale 2019, che si sprigiona dalla Basilica di San Francesco d’Assisi è che bisogna prendersi cura della nostra madre terra. Durante l’Omelia il Cardinale che stava officiando ha infatti fatto riferimento all’emergenza climatica e si è sottolineato come, tutti quanti, dovremmo provare a fare qualcosa per salvare il nostro Pianeta e soprattutto per provare a donare ai posteri un futuro migliore.
Quando è stato acceso e benedetto l’Albero di Natale e il presepe di Assisi l’atmosfera era molto emozionata e commovente. Entrambi questi simboli proprio della festività del 25 dicembre sono infatti direttamente arrivati dalle zone colpite nel 2018 dalla tempesta di Vaia che ha distrutto migliaia di ettari di foresta. Nello specifico il presepe è stato donato dall’associazione Io Amo Castellavazzo. I personaggi della Natività sono tutti a grandezza naturale e sono realizzati in legno di abete rosso. L’albero invece è alto 14 metri è stato donato dalla “Regola” di Borca di Cadore ed è stato decorato con oltre 45mila luci.
Per chi non si ricordasse, intorno al 26-30 ottobre 2018, si è verificata questa fortissima tempesta Vaia sulle regioni del nord-est italiano. Come riporta Wikipedia, per via di una perturbazione atlantica, in queste zone ha iniziato a piovere il 26 ottobre e a soffiare un fortissimo vento di scirocco a circa 200 km orari. Queste due condizioni meteo, che sono durate per circa 5 giorni, hanno causato la morte di milioni e milioni di alberi e piante della zona. Fu definito uno dei peggiori eventi della storia del Veneto, persino più grave dell’alluvione del Veneto nel 2010 e di quella di Venezia nel 1966.