Il ristorante dello chef Tano Simonato cambia location: dove si trova e cosa sapere su di lui.
Per gli amanti della buona cucina il nome di Tano Simonato non sarà nuovo. Lo chef, proprietario dello storico ristorante milanese Tano Passami l’Olio con 1 Stella Michelin, ha inaugurato il 24 novembre la nuova sede del suo locale. Siamo sempre a Milano, ma in una location completamente nuova che sembra voler essere una sorta di sfida. Vediamo di scoprire allora insieme tutto il possibile sul nuovo locale dello chef Tano Simonato.
Tano Passami l’Olio è un locale storico che si è appena trasferito in una nuova sede. Lo Chef ha optato per Via Petrarca 4, a Milano, una traversa di via Monti quindi nel cuore pulsante della città. L’idea è di rimanere aperti anche a pranzo e ospitare svariati eventi e presentazioni. Il locale sarà composto da 2 sale, per un totale di 38 coperti. I colori restano sempre gli stessi: oro e bordeaux.
La cucina dello chef Simonato rimarrà però sempre la stessa: leggera, sana, senza burro (ormai una caratteristica personalissima dello chef) e che mira a dare voce ad ogni singolo ingrediente, esaltandolo. Il menù ha subito però un po’ di novità! Arrvia infatti tra i piatti qualche specialità mai assaggiata prima, ma ci saranno sempre le pietanze classiche. Troveremo infatti l’uovo di quaglia caramellato con mousse di bottarga, tonno e tonno marinato. Oppure i tagliolini con bottarga e uovo.
Per chi non conoscesse lo chef Tano Simonato, occorre sapere che il suo primo ristorante venne aperto nel 1995. Tano Passami l’Olio era, all’epoca, un ristorante intimo, e con un senso di ospitalità quasi casereccio seppure di lusso. Dopo anni di lavoro e di crescita, nel 2008 arriva la Stella Michelin che premia la sua cucina di ricerca, ma con note ben ancorate alla cucina mediterranea. Nel 2015 Tano Passami L’Olio è considerato il miglior ristorante d’Itali per il Golosario e nel 2016 viene eletto dall’Assocazione Internazionale Ristoratori dell’Olio il miglior ristorante al Mondo con l’uso di olio extra vergine d’oliva.
(Fonte immagini Ufficio Stampa)