Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono state riconosciute Patrimonio Unesco. La novità 2019.
L’Italia ottiene un importante riconoscimento dall’Unesco quello di Patrimonio dell’Umanità per le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, quest’anno inserite nel prestigioso elenco del World Heritage. Un’importante attestazione alla cultura agrovinicola del nostro Paese, che ottiene il titolo di Patrimonio dell’Umanità al secondo tentativo, dopo la bocciatura dello scorso anno.
L’incantevole paesaggio delle Colline del Prosecco, insieme alla sua produzione vitivinicola, ha ottenuto quest’anno il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. L’inserimento nella lista del World Heritage è avvenuto nei giorni scorsi a Baku in Azerbaigian, on occasione della 43^ sessione Unesco.
Lo scorso anno, il Patrimonio Unesco era andato a “Ivrea, città industriale del XX secolo”. Questo e quello delle Colline del Prosecco fanno parte di quei siti e testimonianze di storia produttiva dell’uomo che da qualche tempo a questa parte stanno ricevendo il riconoscimento di Bene protetto per il valore storico e culturale che rappresentano, oltre che per il pregio dei luoghi.
Nell’ambito di questa categoria di siti, hanno avuto quest’anno il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità anche le miniere sia antiche che recenti dall’Europa Centro-Orientale all’Indonesia, un centro di estrazione-lavorazione del ferro nel Burkina Faso, la rete di canali della città tedesca di Augusta e una piana, in Repubblica Ceca, dove venivano allevati e addestrati cavalli da cerimonia.
Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene si trovano in Veneto, nella provincia di Treviso, e sono famose per la produzione del vino Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene DOCG, un vino bianco frizzante, ideale come aperitivo e negli ultimi anni diventato molto popolare, soprattutto all’estero. Il paesaggio di questa zona è caratterizzato da verdi colline, anche ripide, ricoperte dai vigneti, in un territorio punteggiato di case e piccoli borghi. Ideale anche da visitare con escursioni a piedi, in bici o a cavallo, lungo i sentieri e le strade che attraversano queste colline. Infatti, si organizzano diversi itinerari, anche con degustazioni di vino e visite alle cantine, i wine tour. Non a caso qui negli anni ’60 è nata la prima strada italiana dedicata al vino.
Le Colline del Prosecco si estendono per circa 30 chilometri da est verso ovest, da Vittorio Veneto e Conegliano a Valdobbiadene e sono caratterizzate da una particolare conformazione geologica denominata hogback, con una cresta stretta e pendii ripidi su entrambi i fianchi, intervallati da piccole valli parallele. Formano un paesaggio davvero suggestivo.
Il territorio di questa zona è formato dai cosiddetti ciglioni, terrapieni sui quali sono stati realizzati terrazzamenti stretti ed erbosi per i filari di viti. L’aspetto del paesaggio è dovuto all’opera dell’uomo che nei secoli ha modellato aspre colline per adattarle alle colture. Dal XVII secolo, l’uso dei ciglioni ha creato una particolare conformazione a scacchiera, costituita dai filari di viti paralleli tra loro e verticali rispetto ai declivi. Nel XIX secolo, la tecnica di coltivazione della bellussera ha contribuito a plasmare le caratteristiche estetiche del territorio.
L’aerea delle Colline del Prosecco riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, quindi oggetto di tutela e di protezione, ha un’estensione di 9.197,45 ettari e comprende i territori collinari inclusi nei Comuni di Valdobbiadene, Vidor, Miane, Farra di Soligo, Pieve di Soligo, Follina, Cison di Valmarino, Refrontolo, San Pietro di Feletto, Revine Lago, Tarzo e Vittorio Veneto.
La candidatura e la successiva proclamazione a Patrimonio dell’Umanità per le Colline del Prosecco non ha mancato, tuttavia, di sollevare qualche polemica. Le critiche sono arrivate soprattutto dalle associazioni ambientaliste, come Wwf, Legambiente, Pesticides Action Network, Marcia Stop pesticidi, Colli Puri, che da tempo denunciano l’uso massiccio di pesticidi nella coltivazioni dei vigneti di prosecco. Gli ambientalisti contestano anche l’uso di fitofarmaci e altri erbicidi che starebbero danneggiando il terreno, insieme alla monocultura, che divora il suolo, le siepi e gli alberi.
Con il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità alla Colline del Prosecco, l’Italia arriva a quota 55 tra i siti protetti dall’Unesco, ma viene raggiunta dalla Cina, che fino all’anno scorso era staccata di un posto, aggiungendo quest’anno all’elenco due siti, uno naturale e uno culturale (il Santuario degli uccelli migratori lungo il litorale del mar Giallo e del Golfo di Bohai della Cina e la Rovine archeologiche della città di Liangzhu).
Tra gli altri siti che hanno ottenuto quest’anno il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità, segnaliamo: l’antica città di Babilonia, le opere architettoniche del XX secolo di Frank Lloyd Wright, tra cui il Solomon R. Guggenheim Museum di New York e la Casa sulla Cascata, poi il Paesaggio culturale di Risco Caido e le montagne sacre di Gran Canaria, la città di Jaipur, Rajasthan, in India, le Foreste miste ircane del Caspio, in Iran, e il Sito di giare megalitiche di Xiangkhoang nella piana delle giare, in Laos.
La mappa di Valdobbiadene e delle Colline del Prosecco