West Nile virus: allarme in Grecia e in Italia per la zanzara che trasmette la malattia.
Con l’arrivo dell’estate tornano anche le zanzare, molto fastidiose e purtroppo portatrici di virus in un Mediterraneo sempre più tropicale.
In Grecia è scattato l’allarme per la zanzara del Nilo, che trasmette il West Nile virus o virus del Nilo occidentale, una malattia che nel 2018 ha causato 50 morti. Non si tratta di una malattia mortale, la maggior parte dei casi sono privi di sintomi o con sintomi leggeri. Tuttavia, in alcuni casi rari il virus può scatenare sintomi gravi e in un caso su mille un’encefalite letale.
Estate tempo di vacanze e purtroppo anche di zanzare. Non solo le zanzare fastidiose ma innocue tipiche delle nostre latitudini, ma anche le zanzare più aggressive e portatrici di virus, come le zanzare Culex portatrici del West Nile virus o virus del Nilo Occidentale.
In Grecia, meta di vacanza frequentatissima in estate, le autorità hanno messo in guardia i turisti dalle punture della zanzara del Nilo. A inizio giugno, infatti, il Ministero degli Esteri greco ha inserito la zanzara tra i potenziali pericoli di un viaggio in Grecia. Il motivo è presto spiegato: lo scorso anno 316 persone hanno contratto il virus del Nilo occidentale, a causa della puntura della zanzara portatrice, e di queste 50 sono decedute. Numeri record che suscitano allarme. I decessi si sono verificati tra i greci e i contagi sono avvenuti sia nelle aree rurali che in quelle urbane.
“Ci sono stati abbastanza casi da farlo diventare un problema di salute pubblica”, ha dichiarato ha detto Danai Pervanidou, che dirige l’ufficio per le malattie trasmesse da vettori dell’Organizzazione nazionale per la salute pubblica (Keelpno). “Il virus è arrivato in Grecia con gli uccelli migratori”, serbatoi della malattia che poi viene trasmessa dalle zanzare, dopo essersi nutrite del loro sangue infetto. Le autorità sanitarie greche raccomandano, pertanto, ai turisti, e non solo, di prendere adeguate “precauzioni, come indossare maniche lunghe, evitare luoghi vicini a pozze d’acqua e usare prodotti repellenti per le zanzare”.
“È impossibile prevedere l’area della circolazione del virus a causa della sua complessa epidemiologia – ha spiegato Pervanidou al Guardian, ma quello che sappiamo è che si è spostato dai villaggi e dalle zone umide delle aree rurali ai grandi centri urbani, inclusa la regione dell’Attica [intorno ad Atene] e Salonicco. “Proprio come in inverno, quando ci aspettiamo una epidemia di influenza, in estate dobbiamo ora aspettarci casi di febbre del Nilo occidentale. Dobbiamo essere preparati”.
Il virus del Nilo occidentale nella stragrande maggioranza dei casi (all’incirca l’80%) non provoca alcun sintomo, nel resto (circa 20%) solo sintomi leggeri, come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Mentre nell’1% dei casi (1 persona su 150) dà sintomi più gravi come febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Con effetti neurologici che possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 persona su mille) il virus può causare un’encefalite letale. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. Dati di Epicentro.
A fronte di questa casistica generale, che vale all’incirca per tutti i Paesi occidentali, tuttavia, lo scorso anno in Grecia 243 casi di West Nile virus su 316 hanno presentato sintomi gravi con disturbi neurologici come l’encefalite, la meningite e la paralisi acuta. Era dal 2012, quando si verificarono 262 casi e 35 decessi, che in Grecia non si aveva un’epidemia di virus del Nilo occidentale così grave.
L’allarme, quindi, è giustificato e per contenerlo sono state prese misure preventive: dagli opuscoli informativi per i viaggiatori, distribuiti negli aeroporti e a livello locale, in città e regioni, ai programmi di sensibilizzazione per gli operatori sanitari.
L’ambasciata americana ad Atene ha emesso una allerta sulla salute che esorta i suoi cittadini a prendere misure preventive, dalla pulizia delle aree di riproduzione delle zanzare al taglio di erba e arbusti.
Un allarme quello sulla zanzara del Nilo che riguarda anche l’Italia. I casi di contagio di West Nile virus, infatti, sono aumentati anche nel nostro Paese, così come a Cipro, in Romania e in Serbia. Nel solo 2018, le percentuali di infezione hanno superato il numero totale degli ultimi sette anni.
Lo scorso anno, in Italia sono stati registrati 595 casi del virus, di cui 35 mortali. Le zone più colpite sono quelle della Pianura padana, soprattutto in Veneto.
Per l’estate del 2019, il Ministero della Salute ha emanato la circolare Piano nazionale integrato di prevenzione, sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu per prevenire la diffusione del virus.
Come riporta il sito web di Epicentro, con gli ultimi aggiornamenti su West Nile, il 6 giugno 2019 in Europa è iniziata la sorveglianza del virus West Nile (Wnv) relativa alla stagione 2019. Finora non è stato segnalato nessun caso umano o focolaio di Wnv tra gli equidi. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) pubblica aggiornamenti epidemiologici settimanali sull’infezione da Wnv, comprensivi della distribuzione geografica di casi umani nell’Ue/See e nei Paesi confinanti con l’Unione europea. Negli aggiornamenti saranno presenti le mappe che evidenziano le aree in cui sono stati segnalati focolai di Wnv tra equidi. Per approfondire e rimanere aggiornato sui dati europei consulta la pagina dedicata sul sito dell’Ecdc “Weekly updates: 2019 West Nile virus transmission season”.
Va ricordato che il periodo di incubazione del virus dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. Il virus non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette.
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