Un tesoro sommerso nei fondali del mare del Salento: i Sarcofagi del Re.
I nostri mari nascondono nei fondali tesori di inestimabile ricchezza, tra relitti di navi e reperti archeologici. Imbarcazioni o carichi persi durante i naufragi che sono andati a formare il paesaggio sottomarino, dando ospitalità a specie animali e vegetali che li hanno trasformati nella loro casa. Alcuni di questi tesori sono stati recuperati, anche in epoca recente, e sono andati a comporre le collezioni dei musei. Su tutti i celebri bronzi di Riace, scoperti nell’estate del 1972 dopo essere stati per secoli e secoli sotto i fondali marini.
Altri antichi reperti rimangono incastonati in fondo al mare, o perché è difficile recuperarli o piuttosto perché si vuole lasciarli dove sono, nella loro nuova dimora, autentico spettacolo per tutti gli appassionati di immersione.
Tra queste meraviglie sono inclusi i “Sarcofagi del Re”, situati nei fondali di San Pietro in Bevagna, frazione del comune di Manduria, in provincia di Taranto, nel Salento.
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Un tesoro sommerso nei fondali del Salento: i Sarcofagi del Re
Ogni tanto la sabbia si solleva e il livello del mare si abbassa e le condizioni meteo-marine favorevoli permettono di ammirare dall’alto, soprattutto grazie all’uso di droni, i tesori sott’acqua.
È il caso dei “Sarcofagi del Re“, antichi sarcofagi romani in blocchi di marmo greco grezzo che risalgono al III secolo d.C. e si trovano sui fondali di San Pietro in Bevagna, frazione del comune di Manduria affacciata sulla costa ionica del Salento, tra le località di Punta Prosciutto e Campomarino.
In fondo al Mare Ionio, non lontano dalla riva e nei pressi della foce del fiume Chidro, giacciono questi singolari sarcofagi di eccezionale valore archeologico. La loro particolarità, che li rende ancora più affascinanti, è che non sono sempre visibili, a causa della sabbia portata dalle mareggiate che spesso li ricopre.
Questi sarcofagi sono in totale 23 blocchi e hanno un peso che va all’incirca da una a sei tonnellate. Si trovano nei fondali di questo tratto di mare probabilmente a causa del naufragio della nave che li trasportava verso Roma. L’imbarcazione sarebbe affondata, trascinando con sé tutto il su carico. Mentre la struttura in legno della nave con i secoli è andata distrutta, i pesanti sarcofagi in marmo si sono conservati, rimanendo sui fondali sabbiosi del mare per ben 1.700 anni.
Ora è possibile ammirarli grazie alle spettacolari foto aeree realizzate dal fotografo professionista Cosimo Trono, che è riuscito ad individuarli grazie alla bassa marea e soprattutto grazie alle indicazioni di un vecchio pescatore della zona. Le foto sono state scattate con l’uso di un drone.
I sarcofagi sono chiamati anche le Vasche del Re, perché venivano utilizzati per custodire le spoglie di importanti uomini dell’antica Roma.
Mappa di San Pietro in Bevagna e della spiaggia con la foce del fiume Chidro al largo della quale sono i Sarcofagi del Re