Mostre fotografiche da vedere in Italia: le più belle e imperdibili

(iStock)

Mostre fotografiche da vedere in Italia in questo periodo: ecco dove andare, le più belle e imperdibili.

Da Nord a Sud sono in corso in Italia tante mostre fotografiche interessanti. Qui vi proponiamo una selezione di quelle da visitare in questo periodo, appena aperte o da pochi mesi. Uno spettacolo per gli occhi e un arricchimento dello spirito. Dalla fotografia artistica a quella documentaria, ecco dove dovete andare.

Mostre fotografiche da vedere in Italia

Vi proponiamo una selezione di mostre fotografiche da visitare in questo periodo in Italia. Mostre già inaugurate da qualche mese e che si concluderanno in primavera e altre mostre appena inaugurate e che si protrarranno ancora per mesi, ma che vale la pena visitare subito. Tanti eventi da scoprire e tante città da visitare, magari organizzando un viaggio di un weekend, unendo arte e cultura alla scoperta del territorio, delle sue bellezze paesaggistiche e dei suoi sapori. Ecco le mostre fotografiche da visitare in Italia.

Letizia Battaglia
Livorno, Granai di Villa Mimbelli
Dal 18 gennaio al 15 marzo 2019

La mostra fotografica dedicata alla grande fotografa siciliana, una delle figure più importanti della fotografia contemporanea, una fotografa di trincea, che ha raccontato, attraverso la macchina fotografica, i momenti bui della nostra storia come gli omicidi di mafia (suo lo scatto che ritrae l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella che abbraccia il fratello Piersanti ucciso in un agguato di mafia). Le immagini in bianco e nero raccontano la cronaca italiana, la Palermo popolare in cui è nata 83 anni fa, i ritratti di donne e bambini ma anche i ricevimenti mondani dell’aristocrazia siciliana. L’inaugurazione è prevista per le ore 18.

Sebastião Salgado
Africa
Reggio nell’Emilia, Binario49 e Spazio Gerra
Dal 9 febbraio al 24 marzo 2019

Sebastião Salgado è un fotografo chinato sull’umanità. Ricerca e ama l’umanità come un valore assoluto: le condizioni, le contaminazioni, le relazioni, le migrazioni, dolorose, di cui è protagonista. E’ mosso con responsabilità dalla volontà di documentare, con potenti immagini in bianco e nero, le persone e i loro luoghi antichi e nuovi, le loro culture, il lavoro e la dignità, le apocalissi umanitarie e i riscatti che esse vivono, i paesaggi e i cieli grandiosi e meravigliosi, o devastati, in cui trascorrono le loro esistenze. L’osservare una sua foto, cattura e conduce dritto dentro quel luogo, al fianco di quella persona ritratta. Questo celebre testimone del nostro tempo si è calato ed ha apprezzato il progetto di coesione sociale e scambio culturale di ‘Caffè letterario Binario49’ nel quartiere della Stazione centrale, oltre a quello di innovazione e contemporaneità di ‘Spazio Gerra’ nel centro storico, a Reggio Emilia. Intuito inoltre il valore del ponte tra il quartiere multiculturale della Stazione della città emiliana e il suo quartiere più antico e simbolico/identitario, il centro storico, il fotografo brasiliano, maestro riconosciuto tra i più importanti del nostro tempo, ha deciso che 100 fotografie, riunite nell’esposizione Africa, siano in mostra a titolo non oneroso, cioè gratuitamente, nei due luoghi di cultura contemporanea reggiani, in una anteprima assoluta per l’Italia, che costituisce la prima esposizione di sempre di Salgado a Reggio Emilia.

Robert Mapplethorpe
Coreografia per una mostra
Napoli, Museo Madre
Dal 15 dicembre 2018 all’8 aprile 2019

Al Madre la retrospettiva Robert Mapplethorpe. Coreografia per una mostra / Choreography for an Exhibition, a cura di Laura Valente e Andrea Viliani, dedicata a uno dei più grandi fotografi del XX secolo. La mostra si concentra in modo inedito sull’intima matrice performativa della pratica fotografica di Mapplethorpe, sviluppata, nel concetto e nella struttura di questa mostra, come un possibile confronto fra l’azione del “fotografare” in studio (nell’implicazione autore / soggetto / spettatore) e del “performare” sulla scena (nell’analoga implicazione performer / coreografo / pubblico). Questa “coreografia” espositiva si articola in tre sezioni fra loro connesse. All’inizio un’Ouverture, nella sala d’ingresso e nelle due sale attigue, che ridisegnano lo spazio-tempo del museo infondendogli un’ispirazione teatrale, tesa nel gioco di sguardi fra le due “muse” mapplethorpiane, femminile e maschile, Patti Smith e Samuel Wagstaff Jr.

Mark Shaw
Coco, Audrey, Jackie: lo stile senza tempo. Fotografie di Mark Shaw
Mantova, Mantova Outlet Village
Dal 10 dicembre 2018 al 14 aprile 2019

La collaborazione tra Mantova Outlet Village e ONO arte contemporanea si rinnova e prosegue con la mostra “Coco, Audrey, Jackie: lo stile senza tempo. Fotografie di Mark Shaw”, la prima personale italiana di Mark Shaw, uno dei più importanti fotografi di moda degli anni ’50 e ’60, che firmò oltre 25 copertine per la celebre rivista “LIFE” ed immortalò alcune tra le più indimenticabili icone femminili dell’epoca. La mostra, composta da 40 scatti, è infatti occasione per riflettere sul concetto di Fashion mass icon, termine in voga negli ultimi decenni negli studi sociologici e di moda, ma concetto che in realtà risale a molti anni addietro, quando fotografia e moda hanno intrecciato i loro destini.

Robert Capa
Retrospective
Ancona, Mole Vanvitelliana
Dal 6 febbraio al 2 giugno 2019

La mostra è dedicata alla figura di spicco del fotogiornalismo del XX secolo e presenta oltre 100 fotografie in bianco e nero, che il fotografo, fondatore di Magnum Photos nel 1947 insieme a Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David “Chim” Seymour e William Vandivert, ha scattato dal 1936 al 1954, anno della sua morte in Indocina, per una mina anti-uomo. Eliminando le barriere tra fotografo e soggetto, le sue opere raccontano la sofferenza, la miseria, il caos e la crudeltà della guerra. Gli scatti, divenuti iconici – basti pensare alle uniche fotografie (professionali) dello sbarco in Normandia delle truppe americane, il 6 giugno 1944 – ritraggono cinque grandi conflitti mondiali del XX secolo, di cui Capa è stato testimone oculare.
La rassegna è articolata in 13 sezioni e si conclude con una novità inedita: la sezione “Gerda Taro e Robert Capa” un cammeo di tre scatti: un ritratto di Robert, un ritratto di Gerda scattato da Robert e un loro “doppio ritratto”, un modo per portare in mostra la loro vicenda umana e la loro relazione.
Per informazioni: www.mostrarobertcapa.it

 

A cura di Valeria Bellagamba

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