Microplastiche Oceani: Digit, il capodoglio incastrato nella plastica per 3 anni

Il problema delle microplastiche nel nostro mare e negli oceani sta diventando giorno dopo giorno sempre più importante e tragico. Le campagne di sensibilizzazione a riguardo sono tantissime. Ma va detto che era un lavoro da iniziare a fare moltissimo tempo fa perché ora siamo veramente ai cosiddetti minimi termini. Le storie che raccontano di animali incastrati nella plastica o morti per colpa di questi elementi inquinanti sono tantissimi, ma ce n’è uno in particolar modo che negli ultimi anni ha destato più scalpore di tutte. Si tratta di un piccolo capodoglio, una femmina chiamata Digit, che ha vissuto per 3 anni con una corda stretta attorno alla pinna caudale.

Un pezzo di una corda di una rete da pesca che era attaccata alla coda di una femmina di capodoglio poteva sembrare niente di che, ma quella corda, come si sono subito resi conto gli esperti, abbassava la coda dell’animale e quindi questo non le dava la possibilità di potersi immergere come solitamente avviene per tutti i capodogli per cacciare. Inoltre mano a mano che il capodoglio sarebbe cresciuto la corda sarebbe diventato sempre più stretta e avrebbe addirittura rischiato di causare un infezione alla piccola Digit. Ma come poteva essere successo?

Un capodoglio per 3 anni incastrato in una rete di un pescatore

Come riporta il National Geographic molto probabilmente i pescatori della zona mettono le reti sul fondo marino per catturare i pesci e raramente i cetacei vanno ad interessarsi a queste reti. Ma alcune volte delle navi dei container strappano le reti dal fondo e queste diventano una sorta di ragnatela e di gabbia pericolosissima per tutti gli animali che nuotano. Un team di ricercatori ha deciso così, dopo aver visto le foto del capodoglio Digit, di soccorrerla. La missione però non era facile e sembrava quasi impossibile perché molte persone in buona fede avevano tentato di tagliare la corda che bloccava la pinna di Digit. Ma questo non aveva fatto altro che diminuire la superficie di corda a disposizione per essere lavorata dai ricercatori e dagli esperti. Inoltre andare da soli a fare questa cosa era di una difficoltà estrema perché il capodoglio è gigantesco e anche involontariamente con un colpo di coda potrebbe uccidere un uomo. Così i ricercatori hanno iniziato a pensare a come poter salvare la piccola femmina di capodoglio, ma sembrava che non ci fossero soluzioni.

Digit si è liberata dalla corda

Dopo tre anni in cui ricercatori hanno monitorato costantemente Digit, che nel mentre era tornata a vivere con il branco e si faceva aiutare dalla madre per nutrirsi, la carne continuava a crescere intorno a questa corda bloccata attorno alla sua pinna caudale. Finalmente una buona notizia: un pescatore della zona infatti ha chiamato il team di ricercatori sostenendo che finalmente Digit era libera e la corda non c’era più. I ricercatori così hanno aspettato di vedere riemergere nuovamente Digit e, ad un certo punto, quando l’hanno vista, hanno capito che c’era qualcosa di diverso in primis perché il piccolo capodoglio aveva preso peso e si muovevano liberamente allontanandosi anche un po’ dal Branco. Quando ha alzato la pinna per andare a pescare tutti hanno visto che la corda non c’era più. Sul come si sia liberata Digit non vi è una risposta sicura. Molti pensano che abbia nuotato accanto ad una roccia è che questa abbia involontariamente tagliato la corda. Altri pensano che le altre balene l’abbiamo aiutata complice il fatto che col passare del tempo il sole, l’usura e l’acqua abbiano cotto la corda piano piano al punto di spezzarsi.

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