Compagnie low cost penalizzate per aiutare Alitalia? Le indiscrezioni dalla stampa.
Il salvataggio di Alitalia potrebbe andare a discapito delle compagnie aeree low cost che operano in Italia. Al momento si tratta solo di indiscrezioni di stampa, ma sembra che ci sia pronto un disegno di legge, con delega al governo, per limitare gli aiuti a quei vettori low cost che operano in Italia, ma che versano le tasse altrove e solo in minima parte in Italia. Ryanair dove temere?
La situazione di Alitalia è critica da tempo e tra un prestito e l’altro dallo Stato per permetterle di operare, si attende ancora la messa a punto del piano di salvataggio. Alitalia tornerà pubblica o verrà acquistata da altri vettori? L’annunciata partecipazione delle Ferrovie Italiane nel capitale dell’azienda si tradurrà in una partecipazione concreta?
In attesa di conoscere quale sarà il destino della ex compagnia di bandiera, che nel 2008 era stata rilevata da un consorzio di imprese italiane, con grande esborso da parte dello Stato, e dalla compagnia Etihad, che ne aveva acquistato una quota importante, salvo ritirarsi dopo pochi anni, circolano alcune indiscrezioni di stampa su quelli che potranno essere gli interventi del governo in tema di trasporto aereo.
Infatti, le altre compagnie aeree che operano in Italia, quelle low cost che moltissimi italiani utilizzano non solo per viaggiare verso l’Europa ma anche per i voli interni italiani, su tutti Ryanair, potrebbero essere presto penalizzate o veder ridotte quelle agevolazioni di cui beneficiano per operare nel nostro Paese.
Stando alle indiscrezioni raccolte dal quotidiano Il Messaggero tra i pettegolezzi che circolano nelle aule parlamentari, Il Movimento Cinque Stelle avrebbe in mente un disegno di legge con delega al governo per limitare gli aiuti alle compagnie aree low cost che operano in Italia senza pagare le tasse nel nostro Paese o solo in minima parte. Compagnie che in questi anni hanno sottratto ampie quote di mercato ad Alitalia, soprattutto nei voli domestici. La compagnia aerea nazionale, infatti, non è in grado di competere con le tariffe stracciate delle low cost, che gli italiani preferiscono per spostarsi all’interno del Paese.
Il provvedimento di limitazione delle low cost che operano in Italia rientrerebbe in un più ampio progetto di riordino del trasporto aereo. L’indiscrezione del Messaggero è riportata dal quotidiano online Affaritaliani.it.
L’obiettivo, dunque, sarebbe quello di riequilibrare l’assetto del trasporto aereo e far luce sugli aiuti concessi a quelle compagnie aeree che non versano o versano poche tasse in Italia. Una normativa che tuttavia penalizzerebbe i vettori a basso costo. Il disegno di legge dovrebbe arrivare nelle aule parlamentari il prossimo 19 febbraio.
Il contenuto del dispositivo non si conosce ancora in dettaglio e l’indiscrezione è tutta da confermare, ma un provvedimento del genere potrebbe mettere in allarme i passeggeri delle low cost.
Nel frattempo sono ancora incerte le sorti di Alitalia. Tanto che i dipendenti sono arrivati all’esasperazione. In una nota comune Cub Trasporti e AirCrew Committee dichiarano: “ad oggi, nulla ancora si sa delle annunciate convocazioni dei sindacati, sia quella prevista per la seconda metà di gennaio al Mise sul futuro della compagnia di bandiera italiana, sia quella al ministero dei Trasporti sul riassetto del comparto aereo-aeroportuale”.
Il sindacato Cub Traporti ha anche proclamato lo sciopero nazionale del personale Alitalia per il 28 gennaio prossimo. Ad incrociare le braccia non sarà solo il personale di Alitalia, ma anche quello delle compagnie Air Italy e Vueling. I lavoratori di Alitalia si fermeranno per 4 ore dalle 13.00 alle 17.00.
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A cura di Valeria Bellagamba