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Consigli di viaggio

Uragani, tifoni, calamità naturali: i Paesi dove è pericoloso viaggiare ora

Tifone Mangkhut alle Filippine (TED ALJIBE/AFP/Getty Images)

Uragani, tifoni, calamità naturali: i Paesi dove è pericoloso viaggiare ora. Le raccomandazioni della Farnesina.

Puntualmente, alla fine dell’estate, è tornata la stagione delle tempeste tropicali violente: tifoni e uragani stanno investendo diversi Paesi in Asia e in America, con inondazioni, devastazioni e purtroppo vittime.

Tra la fine di agosto e i primi di settembre è stato il Giappone ad essere travolto dalla prima violentissima tempesta, il tifone Jebi, il più forte degli ultimi 25 anni, con venti oltre 200 km orari, che ha causato 17 morti, centinaia di feriti e 300 mila sfollati. Il tifone ha investito soprattutto le prefetture di Kobe e Osaka, spingendosi fino alla costa occidentale giapponese, nella prefettura di Tokushima, sull’isola di Shikoku. Le inondazioni sono state di proporzioni bibliche, distruttive e terrificanti.

Come se non bastasse, il 6 settembre il Giappone è stato colpito anche da un violento terremoto di magnitudo 6.7 sull’isola di Hokkaido, che ha causato 30 vittime.

Le devastazioni del tifone Jebi in Giappone (JIJI PRESS/AFP/Getty Images)

Paesi dove è pericoloso viaggiare per calamità naturali

La fine di questa estate è stata segnata da una serie di calamità naturali molto gravi, a partire dal tifone Jebi che ogni anno, tra la fine di agosto e i primi di settembre si abbatte sulle coste giapponesi. Quest’anno però è stato particolarmente devastante.

Altri tifoni e tempeste tropicali hanno investito il Sud-est asiatico, portando piogge torrenziali, allagamenti, inondazioni, smottamenti, strade invase da alberi caduti, interruzioni di energia elettrica, vittime e sfollati.

Mentre gli Stati meridionali degli Usa, in particolare la North Carolina, sono stati colpiti dall’uragano Florence.

Una serie di calamità naturali che stanno mettendo a dura prova le zone colpite. Se state programmando un viaggio in Asia o in America a breve scadenza, è bene conoscere la situazione e i Paesi da evitare, sia perché troppo pericolosi sia perché in situazione di emergenza, con le zone devastate da ripristinare.

Uragano Florence in North Carolina (LOGAN CYRUS/AFP/Getty Images)

Con le indicazioni dell’Unità di Crisi della Farnesina, Ministero degli Esteri italiano, vediamo quali sono le zone del mondo che in questi giorni sono state travolte da uragani, tifoni e altre calamità naturali e come comportarsi. Ecco i Paesi dove è pericoloso viaggiare ora o dove strade e infrastrutture sono ancora danneggiate.

Giappone

A seguito delle terribili devastazioni del tifone Jebi, il Giappone sta cercando di ripristinare le infrastrutture danneggiate e il 13 settembre ha riaperto l’aeroporto del Kensai ad Osaka, situato su un’isola artificiale sul mare, che era stato invaso dall’acqua portata dalle onde gigantesche scatenate dal tifone.

Nel frattempo, però, il Giappone è stato colpito da un violento terremoto di magnitudo 6.7 sull’isola di Hokkaido, nel Nord del Giappone, con capoluogo la città di Sapporo. Il terremoto è avvenuto il 6 settembre scorso, causando 30 morti e interruzioni all’energia elettrica. Circa 3 milioni di persone sono rimaste senza luce. Sono in corso i lavori di ripristino della rete, ma interruzioni o riduzioni nell’erogazione dell’energia sono ancora possibili. Nella città di Sapporo sono state ridotte le corse della metropolitana e al momento alcuni treni della JR non garantiscono il servizio. L’aeroporto ha ripreso i voli nazionali e internazionali, con traffico regolare.
Continuano a registrarsi scosse di assestamento.

Cina

Anche in Cina è scattato l’allarme per la tempesta tropicale Barijat, che è arrivata il 13 settembre nella provincia del Guandong, nel Sud del Paese. Si tratta del 23° tifone che colpisce la Cina quest’anno. La tempesta viaggia a 25 metri al secondo, da est a ovest, e dovrebbe aver raggiunto nche il sud del Guangxi e l’Isola Hainan. Circa 12.000 persone sono state evacuate dalle zone interessate.

Non è tutto, le stesse aree della Cina meridionale saranno colpite il 16 settembre 2018 dal passaggio del tifone Mangkhut, di più forte intensità, che è già arrivato nelle Filippine.

La Farnesina raccomanda di prestare particolare cautela nelle zone costiere interessate dal passaggio delle tempeste, di monitorare attentamente gli aggiornamenti della situazione meteorologica e di attenersi alle indicazioni delle autorità locali.

Hong Kong e Macao

Il tifone Mangkhut è atteso sulle regioni autonome cinesi di Hong Kong e Macao nel weekend del 15-16 settembre. La Farnesina avvisa che i voli in partenza e in arrivo a Hong Kong e tutti i collegamenti aerei e marittimi potrebbero subire forti ritardi e cancellazioni.
Si raccomanda di verificare lo stato dei collegamenti con le compagnie aeree e dei trasporti prima di mettersi in viaggio.

Mentre a chi si trova nelle aree interessate si raccomanda di prestare la massima attenzione, attenersi alle indicazioni diramate delle autorità locali e monitorare le condizioni meteorologiche dell’area di residenza/permanenza. Informazioni disponibili su sito internet dell’Osservatorio di Hong Kong: www.hko.gov.hk/contente.htm e sito internet della Direzione dei Servizi Meteorologici di Macao www.smg.gov.mo/smg/e_index.htm

Filippine

All’alba di sabato 15 settembre, il tifone Mangkhut è arrivato sulle Filippine, nel Nord-est del Paese, investendo l’isola di Luzon. Il tifone ha portato piogge violente e forti raffiche di vento, scrive l’Ansa, ma nel frattempo è stato declassato a categoria 4 e per fortuna non si registrano vittime. Sull’isola di Luzon, comunque, si sono registrati i primi disagi con i collegamenti bloccati, a causa delle strade allagate e degli aeroporti chiusi. I venti portati dal tifone Mangkhut, chiamato anche Ompong, possono superare i 200 km orari. Secondo il Centro meteorologico nazionale filippino, il tifone potrebbe causare frane a nord di Cagayan, con effetti pesantissimi sul territorio e la popolazione.

La Farnesina non ha ancora emesso un avviso per le Filippine, ma è chiaro che le zone colpite dal tifone sono da evitare.

Vietnam

La tempesta tropicale Barijat è attesa anche in Vietnam, dove dovrebbe essere già arrivata nelle ultime ore, con venti tra i 60 e i 70 km orari. Tutte le Province costiere nord-orientali del Paese, da Quảng Ninh a Nam Định sono state messe in stato di allerta e sono state attivate le procedure di messa in sicurezza delle imbarcazioni. Le crociere nella baia di Halong sono sospese fino a nuovo ordine delle autorità competenti.
La Franesina raccomanda di prestare particolare cautela nelle zone costiere interessate, di monitorare attentamente gli aggiornamenti della situazione meteorologica sul sito web http://www.nchmf.gov.vn/Web/en-US/104/102/12187/Default.aspx e sui canali informativi dell’Ambasciata ad Hanoi e di attenersi alle indicazioni delle autorità locali.

Stati Uniti

Gli stati meridionali atlantici degli Usa sono in allerta per l’uragano Florence, che venerdì 14 settembre ha raggiunto le coste della Carolina del Nord. Annunciato come uragano di portata apocalittica, Florence è stato declassato nelle ultime ore a tempesta tropicale, causando comunque vittime e devastazioni. Al momento sono 5 le vittime registrate in North Carolina, causate soprattutto dalla caduta degli alberi e dalle conseguenze del vento, con raffiche da 80 km orari.

Pur essendo stato declassato a tempesta tropicale, l’uragano Florence potrà fare ancora danni. Il National Hurricane Center (NHC) ha avvertito che nella Carolina del Nord e del Sud si prevedono ancora inondazioni e alluvioni catastrofiche. Florence si sta avvicinando a Myrtle Beach, in Carolina del Sud, con venti a 110 km orari.

Nelle scorse notti in molte città della Carolina del Nord era stato disposto il coprifuoco. Nel frattempo oltre 460 mila abitazioni sono rimaste senza elettricità. Florence ha causato anche un innalzamento del mare di circa 3 metri rispetto alla norma a Morehead City, North Carolina. Oltre 2.100 voli sono stati cancellati.

Sulla città costiera di Wilmington, nel Nord Carolina, è stata registrata una raffica di vento di 170 km/h, la più forte dal 1958 dopo l’uragano Helene.

Il governatore Cooper ha avvertito che “la tempesta continuerà con la sua violenta morsa sul nostro stato ancora per giorni”. Circa 26.000 persone hanno dovuto lasciare le loro case per cercare rifugio nei circa 200 centri di accoglienza allestiti nella Carolina del Nord e del Sud. Ora Florence si sta spostando verso l’entroterra e rimarrà attivo ancora per diversi giorni, fermato da un fronte anticiclonico. Per questo motivo l’emergenza proseguirà per le piogge alluvionali su Carolina del Nord e del Sud, poi anche su Virginia e Georgia.

Gli ultimi aggiornamenti dalla Farnesina, con le raccomandazioni per gli italiani:

L’uragano Florence, declassato a categoria 1, ha raggiunto nelle prime ore del 14 settembre la costa del Nord Carolina, con venti sino a 145 km orari e forti ondate di pioggia.

Secondo i meteorologi dal National Hurricane Center statunitense, gli effetti più preoccupanti dell’uragano Florence, che dovrebbe lentamente spostarsi verso la Carolina del Sud prima di risalire nuovamente verso nord, potrebbero essere causati dalle pesanti piogge che in alcune aree potrebbero raggiungere il livello di “47 pollici” (oltre 1 metro) e dalle conseguenti inondazioni.

Secondo le informazioni della Federal Emergency Management Agency (FEMA) https://www.fema.gov sono previste inondazioni lungo la costa ed esondazioni in alcune aree del Distretto di Columbia.

In ragione del diametro molto esteso dell’uragano (circa 800 km/500 miglia) i suoi effetti potrebbero interessare anche Virginia, West Virginia, Georgia, Maryland e Distretto di Columbia.

Lo stato di emergenza è stato dichiarato in Nord e Sud Carolina, Virginia, West Virginia, Maryland e Distretto di Columbia. Le popolazioni residenti nelle aree indicate sono state già messe in stato di allerta.

Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle istruzioni che verranno impartite dalle autorità locali, inclusi eventuali ordini di evacuazione dalle zone più direttamente colpite dal fenomeno atmosferico.

Si consiglia di consultare il sito https://www.nhc.noaa.gov per successivi aggiornamenti.

Si forniscono di seguito i link attraverso i quali, in caso di necessità, possono essere individuati i rifugi (shelter) messi a disposizioni dalle Autorità locali.

Lista dei rifugi:

A cura di Valeria Bellagamba

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