E’ arrivata la conferma del grande sciopero degli assistenti di volo di Ryanair che si svolgerà per 24 ore il 28 settembre 2018 e che coinvolgerà Italia, Spagna, Portogallo, Belgio e Olanda con ripercussioni in tutte le destinazioni del network. L’agitazione era già stata ufficiosamente annunciata qualche giorno fa, ora è arrivata la conferma da Bruxelles del sindacato Cne e del segretario Yves Lambot che ha spiegato come la protesta sarà a livello europeo e immaginandosi uno sciopero di enormi dimensioni.
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I sindacati degli assistenti di volo di Ryanair sono convinti che ci sarà un enorme partecipazione dei dipendenti della compagnia e non è escluso che anche i piloti aderiscano alla protesta. Se così fosse si tratterebbe di uno sciopero dalla proporzioni enormi, simile a quello di fine luglio dove circa 50 mila passeggeri restarono a terra. Ma non sono dello stesso avviso i vertici di Ryanair che al contrario sostengono che la protesta sarà un fallimento, che in pochissimi aderiranno allo sciopero tanto che la stragrande maggioranza dei voli saranno garantiti. Il direttore marketing della compagnia irlandese ha detto: “La maggioranza dei voli e dei servizi Ryanair funzionerà normalmente e trasporteremo la stragrande maggioranza dei 400mila passeggeri attesi quel giorno”.
In ogni caso Ryanair avvertirà quanto prima i passeggeri tramite mail o sms dell’avvenuta cancellazione del volo. Nei prossimi giorni sarà più chiara quale sarà la posizione della compagnia, ma se dovesse essere la stessa di luglio i passeggeri saranno tutelati con il rimborso o la riprotezione su un altro volo.
Comunque andrà lo sciopero del 28 settembre è chiaro che la frattura fra i dipendenti Ryanair e la Compagnia è tutt’altro che sanata. Ieri uno sciopero dei piloti in Germania ha portato alla cancellazione di un centinaio di voli e sembra proprio che settembre continui sulla scia dei grandi scioperi che hanno avuto luogo quest’estate. D’altronde come hanno spiegato i rappresentanti sindacali oggi a Bruxelles non ci sono state evoluzioni: dopo le azioni di quest’estateulla è cambiato, nulla si è mosso: le condizioni di lavoro rimangono le stesse. Gli Stati devono obbligare Ryanair a rispettare la legge, come viene fatto nei confronti delle altre imprese multinazionali”.
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