Airbnb a Parigi: stretta in arrivo dall’amministrazione della città. Anche Parigi verso limitazioni alle case in affitto sulla popolare piattaforma.
Stop ad Airbnb in centro a Parigi? Sembra l’intenzione dell’amministrazione cittadina, che come molte altre grandi mete del turismo mondiale sta patendo la crescita esponenziale del mercato degli affitti attraverso la popolarissima piattaforma web. I centri storici si svuotano dai residenti, i prezzi delle abitazioni salgono e gli alberghi patiscono la concorrenza dei sempre più numerosi affittacamere private, spesso nemmeno singoli individui che mettono a disposizione la loro casa, ma vere e proprie società che dispongono di diversi appartamenti e li mettono in affitto per i turisti ricavando profitti esentasse. Una vera e propria piaga per le casse delle città, i residenti che sono costretti a lanciare i centri storici e gli albergatori che gridano alla concorrenza sleale.
Così le amministrazioni comunali corrono ai ripari, per mettere freno al mercato incontrollato degli affitti, che peraltro fa la fortuna dell’ennesima multinazionale. Dopo Berlino e Barcellona, è il turno di Parigi intervenire contro Airbnb.
Airbnb a Parigi: limiti dall’amministrazione cittadina
Parigi dichiara apertamente guerra ad Airbnb e annuncia l’introduzione di nuove limitazioni alle case in affitto nel suo centro storico e ai lauti proventi per il colosso del web. È quanto ha riferito il vicesindaco di Parigi Ian Brossat che ha dichiarato di voler vietare l’affitto di case nei primi quattro arrondissement di Parigi, perché il centro della capitale francese si sta spopolando.
Una notizia shock per molti turisti amanti della Ville Lumière, che non vogliono o non possono spendere per soggiorni in albergo. Una misura tuttavia necessaria se non si vuole ridurre il centro della capitale francese a dormitorio per turisti, con il rischio di perdere la sua identità. Un problema che, come abbiamo visto, c’è anche a Venezia, dove l’amministrazione comunale aveva già annunciato l’introduzione di limiti a nuovi alberghi e B&B. Per non parlare di Barcellona, dove i residenti esasperati hanno lasciato sui muri scritte contro i turisti.
Mettere in affitto la propria casa sulla piattaforma Airbnb per ottenere un guadagno extra, con cui affrontare le spese importanti che comporta vivere in una grande città, oppure il denaro per restaurare la propria abitazione nel centro storico, che richiede lavori molto costosi, è sicuramente un’ottima cosa. Quando però diventa una vera e propria attività di impresa che non riguarda un solo appartamento, ma diverse case, il rischio è che si trasformi in attività speculativa in aperta concorrenza con gli operatori professionali del turismo, ma con il vantaggio di pagare molte meno tasse. Inoltre, più case vengono messe in affitto per i turisti e più si svuotano fagli abitanti i centri storici, perdendo la loro identità. Una massiccia diffusione di case per turisti rende insostenibile i costi di affitto per i residenti, favorendo la speculazione.
Insomma, problemi molto seri, ai quali le amministrazioni delle città stanno tentando di porre un freno. Tra queste c’è Parigi, intenzionata a fare sul serio.
In un’intervista a Le Parisien, il vicesindaco Brossat, con la delega alle politiche per la casa, ha detto di voler “vietare l’affitto di interi appartamenti nei quartieri del centro di Parigi e autorizzare solo l’affitto di stanze“. Una misura necessaria, perché, ha aggiunto Brossat, nei primi quattro arrondissement di Parigi già “il 26% delle abitazioni non ospita più parigini”. Dal 2013 a oggi, sono state perse ne circa “20 mila abitazioni” di residenti. Il vicesindaco non ci è andato leggero e ha sottolineato di voler evitare che Parigi diventi “il parco giochi dei ricchi qatariani e dei milionari americani”. La città non può perdere la sua identità.
Per contenere lo spopolamento e la spersonalizzazione della Ville Lumière, l’amministrazione cittadina ha intenzione di vietare l’affitto degli appartamenti nei primi quattro arrondissement sia su Airbnb che su piattaforme simili, e punta anche fermare l’acquisto di seconde case in centro.
Si tratta di ulteriori limitazioni, visto che a Parigi è già in vigore il divieto di affittare la propria casa su Airbnb per più di 120 notti all’anno. I controlli sono stati severi, dall’inizio dell’anno i proprietari che hanno violato il limite di notte sono stati multati, con un totale di 1,38 milioni di euro incassati dal comune in sanzioni.
“Oggi non siamo più nella cultura della condivisione – ha aggiunto Brossat – ma nell’economia della predazione. La maggior parte dei proprietari ora affitta intere case e non una stanza singola. Ma soprattutto, sempre più professionisti acquistano appartamenti o addirittura interi edifici per trasformarli in macchine da soldi”. “Sotto la pressione di Airbnb, interi quartieri stanno cambiando e la speculazione immobiliare sta prendendo sempre più piede. Airbnb minaccia l’anima e l’identità dei nostri quartieri. E non possiamo rimanere inerti davanti a questa situazione. Tutte le grandi città del mondo stanno affrontando questo problema. Se non regoliamo Airbnb, non avremo più abitanti nei nostri centri città”, ha detto ancora il vicesindaco di Parigi.
Nel frattempo, se avete in programma di andare a Parigi, approfittate delle case in affitto su Airbnb finché ci sono. In proposito vi ricordiamo le ultime offerte per viaggi low cost a Parigi a ottobre e novembre 2018.
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A cura di Valeria Bellagamba
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