Emergenza zecche in provincia di Belluno, aumentano i casi di encefalite

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Zecca (iStock)

Emergenza zecche in provincia di Belluno, aumentano i casi di encefalite. Cosa c’è da sapere e come comportarsi.

In provincia di Belluno, nel nord del Veneto, è scattato l’allarme zecche, con un vertiginoso aumento dei casi di encefalite da zecca. Raccomandata la vaccinazione dalle autorità sanitarie.

Emergenza zecche in provincia di Belluno, aumentano i casi di encefalite

Le zone del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Alto Adige sono da sempre le regioni d’Italia a maggiore rischio di zecca, che in caso di puntura può causare malattie gravi come l’encefalite da zecca o meningoencefalite (TbeTick-Borne Encephalitis).

Sono aumentati negli ultimi anni i casi di malattie causate dalle zecche nella provincia di Belluno.

La zecca è un piccolo parassita, quasi invisibile, appartenente alla famiglia degli acari, ma nonostante le sue dimensioni minime è molto pericoloso, poiché il suo morso può provocare la meningoencefalite, un’infezione virale che colpisce il sistema nervoso con possibili gravi complicazioni e danni irreversibili.

Nel 10-20% dei casi il morso di zecca causa disturbi del sistema nervoso centrale, come encefalite, paralisi flaccida a esito mortale nell’1% dei casi.

Per questo motivo quando si visitano le zone a rischio zecca è bene vaccinarsi.

L’allarme zecche è scattato soprattutto in provincia di Belluno, dove negli ultimi 10 anni sono stati notificati dalle autorità sanitarie 132 casi di malattie causate da zecche, sia la Tbe e che la borreliosi o malattia di Lyme. Nella sola provincia di Belluno si verifica il 40% dei casi a livello nazionale, come riferisce l’Istituto Superiore di Sanità. Nel 2018 si sono triplicati i casi di encefalite da zecca, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 13 accessi al pronto soccorso. La notizia viene dai dirigenti della Ulss 1 bellunese che raccomandano di fare corretta prevenzione, possibile con un vaccino, soprattutto alle persone a rischio che vivono a contatto con la natura e ai turisti che soggiorneranno in vacanza in queste zone.

La provincia di Belluno, dunque, può “considerarsi un’area a rischio e perciò la vaccinazione è raccomandata soprattutto per quanti operano e frequentano gli spazi verdi e i boschi“, affermano gli esperti.

“Nel 2018, per condizioni ambientali particolarmente favorevoli che si sono realizzate nel corso dell’anno – spiega l’Ulss 1 di Belluno -, il numero delle zecche è notevolmente aumentato. Sono conseguentemente aumentati anche i morsi di zecche e gli accessi ai pronto soccorso. Segnalazioni in questo senso si sono avute anche nelle province di Verona, Vicenza, Treviso“. In provincia di Treviso si sono avuti tre casi di altre malattie dipendenti da zecca, mentre a Vicenza e provincia, si sono osservati al pronto soccorso 115 casi di “morsi” di zecche.

L’azienda sanitaria segnala anche “un caso relativo ad una paziente residente a Brescia e lì ricoverata per encefalite a seguito di un morso di zecca avvenuto a Farra di Mel. Per la Tbe non esiste una terapia specifica e l’unica strategia per arginarla è costituita dalla vaccinazione”, concludono gli esperti.

La zecca nociva per l’uomo è la Ixodes ricinus, chiamata anche “zecca dura“, che è in grado di trasmettere la meningoencefalite con un morso, inoculando il virus succhiato dal sangue di animali selvatici montani o boschivi già infetti. Il morso della zecca di solito è indolore, questa caratteristica che fa sì che la percezione di avere contratto la malattia arrivi molto dopo, ovvero quando compaiono i sintomi e le conseguenti implicazioni. La presenza della zecca dura è favorita dal clima caldo umido.

L’aumento della presenza di zecche ha indotto le autorità sanitarie ad offrire il vaccino gratuito in provincia di Belluno alla popolazione a maggior rischio.

Vaccino assolutamente consigliato anche a chi andrà in vacanza nel bellunese questa estate, soprattutto se ha in programma passeggiate nei boschi.

Ulteriori informazioni sulla Meningoencefalite da zecche sul portale web di Epicentro.

A cura di Valeria Bellagamba

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