Paesi a rischio polio: attenzione ai viaggi esotici. Le informazioni utili da sapere prima di partire.
Prima di partire per un viaggio in un Paese esotico o comunque con una situazione sanitaria molto diversa dalla nostra, è bene informarsi sulle regole di prudenza da osservare, sia in termini di precauzioni quando si arriva nel Paese (evitare di bere acqua corrente o fare attenzione ai cibi crudi) sia in termini profilassi prima della partenza, come la vaccinazioni, e l’assicurazione medica da stipulare. Al di fuori dell’Unione europea le spese mediche per malattie o incidenti sono a nostro carico, per cui è fondamentale avere una polizza sanitaria, non solo nei Paesi in cui le spese mediche sono altissime come negli Stati Uniti, ma anche in quelli in cui l’assistenza sanitaria non è costosa ma insufficiente e in caso di malattie o incidenti potrebbe essere necessario rivolgersi a cliniche private o spostarsi in un Paese vicino.
Vi abbiamo già segnalato le vaccinazioni necessarie per viaggiare all’estero e la profilassi non vaccinale da fare prima di partire, con congruo anticipo. Qui, in particolare, segnaliamo le ulteriori precauzioni da prendere prima di mettersi in viaggio verso Paesi lontani, finora non considerati particolarmente a rischio, ma che lo sono diventati a causa di nuove epidemie o il ritornare di malattie infettive che erano scomparse.
L’allarme è emerso soprattutto per i Paesi a rischio di poliomielite. Anche se molti di noi hanno fatto il vaccino contro il poliovirus da bambini, per viaggiare in alcuni Paesi è bene ripetere la vaccinazione.
Abbiamo già visto, nell’articolo sulle vaccinazioni di viaggio, che il richiamo del vaccino anti polio è necessaria per chi viaggia in Afghanistan, Pakistan, Nigeria, dove la polio è endemica, e Siria, dove è tornata a causa della guerra. In questi Paesi la vaccinazione è raccomandata soprattutto in caso di viaggi di lunga permanenza, dalle 4 settimane e oltre, Certo, si tratta anche di mete che sono fuori dalle rotte turistiche abituali, nelle quali anzi la Farnesina sconsiglia di viaggiare o che sono inaccessibili perché si tratta di zone di guerra, come la Siria. Questi consigli, dunque, varranno soprattutto per chi visita questi Paesi per motivi di lavoro o volontariato, come il personale delle Ong, il personale diplomatico e gli inviati dei media.
Da ultimo, tuttavia, l’allarme polio è stato lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità anche per la Papua Nuova Guinea, un Paese che non presentava rischi sanitari. Sul sito web Viaggiare Sicuri, la Farnesina sconsiglia i viaggi nel Paese solo per questioni di sicurezza legate alla diffusa criminalità e all’instabilità sociale del Paese.
Il 2 luglio 2018, tuttavia, l’OMS ha segnalato un caso di poliomielite in Papua Nuova Guinea, il primo in 18 anni. Il caso di contagio da poliovirus riguarda un bambino di 6 anni della provincia orientale di Morobe, ricoverato lo scorso aprile. Nei giorni scorsi, il virus della polio è stato isolato nei campioni fecali di altri due bambini della stessa comunità. I campioni sono stati inviati al laboratorio di riferimento globale sulla polio dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) negli Stati hanno, che dopo le analisi hanno sancito il ritorno dell’epidemia in Papua Nuova Guinea.
L’importanza della vaccinazione dei viaggiatori nei Paesi in cui circola la poliomielite non è solo a loro protezione, ma anche per evitare che portino il virus in Europa. Un rischio che seppure basso è presente. Per questo motivo l’Organizzazione mondiale della sanità e il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) raccomandano ai cittadini europei che devono viaggiare o vivono nei Paesi in cui circola la polio di fare un ulteriore richiamo con una dose di vaccino 12 mesi prima della partenza.
In Pakistan la situazione è in miglioramento, con un calo dei casi di poliomielite e uno solo confermato nel 2018. In Afghanistan, invece, ci sono stati 14 casi nel 2017 e 7 nel 2018. In Nigeria sono passati 19 mesi dall’ultima rilevazione del poliovirus, ma non si può escludere che alcuni casi siano sfuggiti alla sorveglianza.
Oms ed Ecdc raccomandano anche alle autorità sanitarie dei singoli Paesi europei di valutare lo stato della vaccinazione contro la polio a livello nazionale e locale, per verificare la presenza di fasce di popolazione vulnerabili o sotto-vaccinate, in modo da aumentare le coperture vaccinali. Va inoltre valutato anche lo stato di rifugiati e migranti provenienti da Paesi colpiti da polio al momento del loro ingresso nell’Unione europea, offrendo il vaccino a chi non lo ha ricevuto.
Insomma turisti o no, è meglio essere vaccinati contro malattie che una volta prese non lasciano scampo.
Per ulteriori informazioni consigliamo la consultazione di questa guida del Ministero della Salute.
A cura di Valeria Bellagamba