Proposta shock ad Alassio: una tassa sul turismo low cost. L’annuncio del sindaco.
Il sindaco di Alassio ha detto di voler far pagare una tassa agli autobus del turismo low cost che scaricano nella famosa località balneare ligure bagnanti che affollano la spiaggia ma non spendono. Guerra al turismo low cost?
Una tassa per il turismo low cost
Che la Liguria non fosse proprio a buon mercato per i turisti già si sapeva. Le sue località dal paesaggio straordinario, i luoghi impervi, difficili da raggiungere, le spiagge per lo più strette, ii porti frequentati da vip fanno inevitabilmente lievitare i prezzi. La bellezza si paga, così come l’esclusività, i servizi d’eccellenza e la scarsità.
Alle volte però il servizio non giustifica i prezzi e capita che qualche operatore turistico ne approfitti. Inoltre in Liguria l’ingresso in molte spiagge è a pagamento, anche per chi sceglie la spiaggia libera.
Così capita che per andare al mare low cost, o almeno senza spendere troppo, i turisti si organizzino tutti insieme, partendo con poche macchine riempite fino all’inverosimile o in autobus. Ci si porta tutto da casa: ombrelloni, sedie, piccole sdraio o lettini, cibo e bevande. Un po’ come accadeva nelle prime vacanze di massa della storia d’Italia, del resto anche oggi si è costretti a fare di necessità virtù.
Alcuni sindaci della Riviera Ligure, tuttavia, storcono il naso di fronte a questa forma di turismo low cost, che riversano sulle spiagge e per le vie delle piccole cittadine una gran quantità di persone che non spendono o spendono poco, senza portare grandi vantaggi alle località visitate. Un problema quello del turismo di massa molto comune, anche a città più grandi, sempre più orientate verso il numero chiuso o altri provvedimenti per limitare la folla di turisti che non spende.
Qualcosa di simile, ora, sta accadendo anche ad Alassio, famosa cittadina ligure e rinomata località balneare, conosciuta per il suo muretto. Il nuovo sindaco di Alassio, Marco Melgrati, ha presentato una proposta shock per contenere il turismo low cost di massa proveniente soprattutto da nord, da Piemonte e Lombardia: far pagare una tassa di 500 euro agli autobus che raggiungono la località balneare nel fine settimana, scaricando centinaia di turisti che riempiono subito le poche spiagge libere del litorale e spendono poco o non spendono nulla presso le strutture ricettive e i negozi della città.
Una proposta per ridurre una forma di turismo che porta pochi guadagni e soprattutto affolla fino all’inverosimile la bella ma piccola cittadina di Alassio.
Per chi vive in Piemonte e in Lombardia il mare della Liguria è quello più vicino, permette di trascorrere una giornata in spiaggia senza fare troppe ore di viaggio, anche a chi non può permettersi una vacanza vera e propria. La giornata al mare in Liguria costa davvero poco per questi bagnanti: circa 20-30 euro per il viaggio in pullmann, spiaggia libera e pranzo al sacco. Al tramonto si riparte.
Nei weekend estivi le cittadine di mare liguri vengono letteralmente prese d’assalto dagli autobus di turisti che occupano tutto e non spendono abbastanza. Così gli amministratori locali corrono ai ripari
“Applicheremo una tassa da 500 euro a questi pullman, poi vedremo se avranno ancora voglia di venire“, annuncia il sindaco Melgrati con un’affermazione shock, mostrando di fare sul serio. “Questo tipo di turismo ci porta poco e nulla in termini economici . ha aggiunto il sindaco -. Anzi, crea solo problemi di ordine pubblico. È un provvedimento cui sto pensando: certamente faremo qualcosa”, ha promesso.
Il sovraffollamento delle cittadine liguri durante i weekend non è cosa da poco. Dalle città del nord arrivano decine i pullman che intasano le strade, scaricano sulle spiagge un gran numero di persone alla volta e rischiano di non permettere agli altri turisti di godersi la città e la spiaggia. Un problema non di poco conto e che non colpisce soltanto Alassio, ma anche altre cittadine della Riviera di Ponente.
La tassa di 500 euro agli autobus del turismo low cost non è nemmeno il primo provvedimento che viene preso in Liguria pre contenere il turismo di massa. Lo scorso anno, sempre Alassio, con un altro sindaco, insieme ai comuni di Laigueglia e Finale Ligure aveva pensato di introdurre il numero chiuso nelle spiagge. Un provvedimento che poi non era stato più adottato per difficoltà oggettive di realizzazione pratica.
Questa volta, però, non tutti i sindaci sono d’accordo con quello di Alassio. Il primo cittadino di Laigueglia ha affermato che il fenomeno del turismo di massa e degli autobus low cost da regolamentato “a livello comprensoriale”.
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A cura di Valeria Bellagamba