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Open Heritage: Google vi porta alla scoperta dei monumenti a rischio

L’antica città di Corinto (artsandculture.google.com/project/cyark)

Open Heritage di Google vi porta alla scoperta dei monumenti a rischio. Grazie ai suoi mezzi straordinari, Google permette la visita virtuale ai monumenti del mondo a rischio.

Un progetto per esplorare in 3D le meraviglie del mondo, monumenti, aree archeologiche e templi tanto fragili quanto a rischio. Si chiama Open Heritage ed è realizzato da Google Arts & Culture, permetterà a tutti di vedere da vicino patrimoni architettonici e artistici inestimabili, ma allo stesso tempo è anche un’importante opera per lo studio e il recupero dei monumenti più fragili. Ecco perché Open Heritage è così importante.

Il progetto viene lanciato in occasione di una ricorrenza importante e simbolica: la Giornata Internazionale dei Monumenti, il 18 aprile. Una data piena di significato che vuole ricordarci l’importanza del patrimonio archeologico e architettonico mondiale e la necessità della sua tutela.

Open Heritage di Google: la mappa in 3D dei monumenti del mondo

Con Open Heritage di Google possiamo visitare fin nel loro interno i capolavori dell’architettura e dell’archeologia mondiale, anche quelli in Paesi lontanissimi da noi che non visiteremo mai. Grazie all’innovativo progetto multimediale e ai suoi modelli in 3D è possibile ammirare da diverse angolazioni e a distanza ravvicinata i monumenti e i siti archeologici tra i più belli del mondo che fanno parte del progetto.

La mappatura in 3D dei monumenti nel mondo è opera di CyArk, una organizzazione no profit, partner di Google, che prende il nome dal sistema di scansione laser tridimensionale portatile ideato e realizzato dall’ingegnere iracheno Ben Kacyra. L’ingegnere agli inizi degli anni 2000 ha iniziato a costruire, grazie all’innovativo sistema di scansione, un archivio digitale dei patrimoni culturali mondiali in pericolo. È stato così realizzato l’archivio digitale in 3D più grande e dettagliato al mondo, che contiene monumenti che rischiano di scomparire. Monumenti minacciati dalle guerre, dai cambiamenti climatici, dagli eventi naturali catastrofici, ma anche dal turismo selvaggio e dall’espansione urbana. L’archivio ha fini didattici ed educativi e aiuta a preservare la memoria dei luoghi che in futuro potrebbero non esistere più. Eventualità da scongiurare, ma che purtroppo non può essere esclusa. Ecco perché questa mappatura in 3D dei siti e monumenti nel mondo è quanto mai preziosa.

Mesa Verde National Park (artsandculture.google.com/project/cyark)

Grazie al sito web realizzato da Google è possibile fare un viaggio virtuale tridimensionale in queste meraviglie del mondo e condividerle con chi vogliamo. Ogni sito o monumento ha la sua storia raccontata da una voce famosa.

La tecnologia alla base del sistema CyArk permette di osservare i monumenti a distanza ravvicinata, scoprendone tutti i dettagli, anche i più piccoli, grazie alla scansione tridimensionale. In questo modo è possibile scorgere geometrie insolite, trame di colore mai viste prima. I dettagli infatti, sono colti dal laser in 3D con una precisione millimetrica.

Queste scansioni così precise permettono non solo di ammirare da vicine e in dettaglio queste i monumenti principali del mondo, ma possono essere molto utili anche per individuare le parti danneggiate, in modo da favorirne il recupero e il restauro.

Così è avvenuto, per esempio, con il sito archeologico di Bagan, in Myanmar / Birmania, antica capitale del Regno Pagan, dal Ix al XIII secolo, il cui territorio è disseminato di templi e pagode di straordinaria bellezza. Un luogo meraviglioso e unico al modo, che purtroppo è stato danneggiato nel 2016 da un violento terremoto. Fortunatamente, il sistema di scansione laser tridimensionale CyArk aveva fotografato e scansionato il sito prima della catastrofe e utilizzando i dati già raccolti è stato possibile ricostruire in 3D le bellezze andate distrutte. Le immagini raccolte hanno aiutato anche nella ricostruzione e restauro post terremoto.

Templi di Bagan, Birmania/Myanmar (iStock)

Sul sito web di Open Heritage sono presenti 25 siti simbolo appartenenti a 18 Paesi nel mondo. Oltre a Began, segnaliamo: il Palazzo di Al Azem a Damasco, in Siria, l’antica Metropoli Maya di Chichen Itza in Messico, il monastero di Geghard, in Armenia, parzialmente scolpito nella roccia di una montagna nell’omonimo comune, e  l’antica Corinto, in Grecia- Sono presenti anche siti italiani: Pompei, a rischio per la vicinanza con il Vesuvio, gli scavi archeologici di Stabia, che per hanno riportato alla luce una piccola parte della città romana, vittima anch’essa dell’eruzione del Vesuvio del 79 d. C., poi Piazza del Duomo a Pisa, con la famosissima Torre pendente. Altro sito magnifico sito archeologico è Laas Gaal, scoperto nel 2002 nella Somalia nord-occidentale nel territorio autoproclamato del Somaliland e le cui  grotte contengono pitture rupestri risalenti al periodo compreso tra il 9000 e il 3000 a.C., tra le più antiche d’Africa. Infine segnaliamo le rovine della città antica di Ayutthaya, in Thailandia, Patrimonio dell’Unesco (come molti di questi luoghi) dal 1991.

Con Open Heritage è la prima volta che vengono caricati sulla piattaforma di Google Arts & Culture i siti del patrimonio archeologico in 3D. Non è tutto, come dice il nome stesso del progetto, l’operazione è “open source“. Questo significa a disposizione di ricercatori, educatori, direttori di musei e restauratori. Tutti infatti possono scaricare, con l’aiuto di Google Cloud Platform i e utilizzarli a beneficio anche di queste meraviglie in pericolo.

Valeria Bellagamba

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Valeria Bellagamba