Terremoto nelle Marche: continuano le scosse. La terra non smette di tremare in provincia di Macerata.
Lo sciame sismico continua nel maceratese, tra i comuni di Muccia e Pieve Torina, dopo la forte scossa all’alba del 10 aprile, la replica di magnitudo 3.4, poi abbassata a 3.3, della notte dell’11 aprile, un’altra importante scossa di terremoto di magnitudo 3.4 si è verificata oggi, 12 aprile alle 15.24 nella zona di Muccia.
Il terremoto è stato registrato dall’INVG, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, alle 15:24:03 ora italiana, ad una profondità di 10 km. Il sisma è avvenuto a 2 km dal paese di Muccia e a 3 km da quelli di Pieve Torina e Pievebovigliana, tutti in provincia di Macerata. Gli altri comuni del maceratese in prossimità dell’epicentro sono: Fiordimonte (a 5 km), Serravalle di Chienti (a 8 km), Camerino (a 8 km), Monte Cavallo (a 9 km), Fiastra (a 10 km). Il sisma è avvenuto a 30 km da Foligno, in Umbria.
Non si tratta dell’unica scossa del giorno, le altre più forti di oggi sono state di magnitudo 2.5 alle 8:18 a Pieve Torina e due di magnitudo 2.4 a Muccia, la prima alle 13.20 e la seconda alle 15.37, poco dopo la scossa più forte.
La zona comunque non ha mai smesso di tremare in questi giorni e piccoli terremoti si sono stati anche prima della scossa di magnitudo 4.6 del 10 aprile. Scorrendo la pagina del sito web dell’INGV aggiornata su gli ultimi terremoti è un lungo elenco di scosse magnitudo 2.0, 2.1, 2.2, 2.3, 2.4 tra Pieve Torina e Muccia.
Come aveva detto nell’intervista a Viagginews la sismologa Concetta Nostro, dell’INGV e del Centro Nazionale Terremoti, nella zona colpita “è ancora in atto la sequenza iniziata due anni fa. L’energia sviluppatasi in quella zona è ancora molto potente e questo che vediamo accadere in Italia centrale è un normale andamento. La situazione non si è ancora ristabilita com’era prima del 24 agosto 2016. Ci vorrà ancora del tempo prima che la sequenza si esaurisca”.
Le ultime scosse non hanno causato vittime, per fortuna, e anche i danni che pure ci sono stati sono limitati, seppur non di poco conto. Il terremoto del 10 aprile ha fatto crollare in parte il campanile della chiesa del ‘600 di Santa Maria di Varano a Muccia e causato danni ad altri edifici, con nuove case che sono state dichiarate inagibili. Circa venti persone sono state sfollate.
Anche se i danni non sono stati troppo gravi, tra la popolazione dei luoghi colpiti c’è esasperazione. Quasi due anni di terremoto con scosse ininterrotte che hanno messo a dura prova la pazienza e i nervi degli abitanti, provati dal terremoto continuo e dalle difficoltà materiali. E ancora potrebbe non essere finita.
Il terremoto del 10 aprile scorso aveva causato dei danni in alcune casette, le Sae (soluzioni abitative d’emergenza), dove erano crollati alcuni pensili appesi alle pareti. Ora, la Procura di Macerata ha disposto dei controlli sui pensili ‘crollati’ nelle Sae di Muccia. Verifiche sono state disposte anche sul cedimento di un muretto di contenimento un un’area delle casette. Ad effettuarli è la Guardia di finanza: i controlli rientrano nel fascicolo già aperto dalla magistratura sul reclutamento e sulla modalità di lavoro per la realizzazione delle Sae. Il capo della Protezione civile regionale delle Marche David Piccinini aveva parlato della necessità di rivedere “il fissaggio delle staffe dei pensili”, adatto ad una situazione di normalità, ma non alle sollecitazioni e al movimento legato ad una scossa sismica di quella portata. “Da un punto di vista pratico far saltare la staffa di fissaggio è un’operazione che richiede una forza spaventosa, forza che in effetti nelle aree epicentrali il sisma conferisce a quel tipo di masse”, aveva detto, sottolineando la necessità di rivedere le circa 3.000 Sae ordinate.
I problemi, insomma, sono tanti per i terremotati del maceratese.