Paura terrorismo a Pompei: algerino si lancia in auto contromano verso il Santuario della Madonna del Rosario.
Lunedì scorso un giovane algerino a bordo di un’auto rubata si è lanciato contromano vero il Santuario di Pompei. Fermato subito si sospetta un tentativo, per fortuna non riuscito, di attacco terroristico.
Sono stati attimi di grande paura lunedì 26 marzo a Pompei, quando un algerino a bordo di un’auto rubata ha percorso contromano via via Lepanto e poi piazza Bartolo Longo, la strada che conduce al Santuario della Madonna del Rosario, cattedrale cittadina. La strada era affollata di pedoni. La corsa dell’auto è stata fermata dalle fioriere in cemento, contro le quali l’uomo si è schiantato prima di raggiungere la chiesa. Fioriere sistemate proprio a protezione da eventuali attacchi terroristici.
Dopo lo schianto l’algerino ha tentato la fuga, salendo su un autobus, ma è stato fermato dai vigili urbani. L’uomo si chiama Othman Jridi, ha 22 anni ed è arrivato in Italia dopo essere stato espulso dalla Francia. Era stato espulso anche dal nostro Paese, a seguito di un provvedimento del questore di Cagliari, ma non se n’è mai andato dall’Italia.
Fermato dai vigili urbani, l’uomo è stato poi arrestato dai carabinieri ai quali ha fortino false generalità, sia sulla sua identità che sull’indirizzo dove abita. Accompagnato dai carabinieri in quella che aveva detto fosse la sua casa, mentre era quella di un suo amico connazionale, ha detto a questi in arabo: “Dì che vivo qui, se no mi arrestano”. Ma i militari hanno capito tutto, grazie all’aiuto di un interprete.
A seguito del grave episodio di Pompei, il marocchino è stato processato per direttissima il giorno seguente, martedì 27 marzo. Il giudice monocratico di Torre Annunziata, Fernanda Iannone — esperta di terrorismo internazionale – ha convalidato il fermo e ha disposto la custodia cautelare in carcere, accogliendo la richiesta del pm. All’algerino sono stati contestati i reati di furto di d’auto e false dichiarazioni a pubblico ufficiale ed è stato condannato a due anni e otto mesi di carcere, pena ridotta, rispetto alla richiesta del pm di quattro anni e un mese, per effetto del rito abbreviato, chiesto dalla difesa del marocchino.
Il giudice monocratico sul caso in questione ha richiamato “episodi di attentati terroristici”, chiedendo al pm di valutare se trasmettere gli atti al pool antiterrorismo della Procura di Napoli. Cosa che è stata fatta.
L’auto rubata, utilizzata per il presunto, fallito attentato è risultata essere una Panda, rubata a Terzigno, nel Vesuviano nel primo pomeriggio di lunedì 25 marzo. Il tentativo di schianto verso il Santuario di Pompei è avvenuto alle 16.
Durante il processo per direttissima, con rito abbreviato, l’algerino è apparso visibilmente alterato e durante l’udienza ha recitato una litania in arabo. Al giudice ha detto “di non essere in condizione di sapere perché avesse compiuto quel gesto se non per sentirsi più vicino ad Allah, il che gli sarebbe stato reso più facile dall’assunzione di un farmaco”.
Che si tratti di un folle o di un terrorista, comunque ora l’uomo è chiuso i carcere.