Menù di Pasqua 2018: i piatti della tradizione. Cosa mangiare durante le feste di Pasqua.
Siamo entrati nella Settimana Santa di Pasqua e mentre in molti si stanno preparando per le feste, tra pulizie di casa, preparativi per i viaggi e spese, una voce importante sono i piatti della tradizione che andranno ad imbandire le tavole pasquali. Menu classici e innovativi. Qui volgiamo segnalarvi i piatti della tradizione e tutto quello che c’è di goloso per festeggiare la Pasqua.
Cosa mangiare a Pasqua? Qui vogliamo ricordarvi i piatti tradizionali delle feste, provenienti dalle varie zone d’Italia, e quelli nuovi da provare sulle vostre tavole. Ecco le specialità e le golosità da non perdere.
Il menù classico della domenica di Pasqua prevede antipasto all’italiana, pasta fresca, carne di agnello, contorni di verdure e poi la colomba e l’uovo di cioccolato. Questo più o meno il menù servito sulle tavole d’Italia, con varianti e altre pietanze, a seconda delle tradizioni regionali. Riguardo al consumo di carne di agnello, negli ultimi anni molti scelgono di evitarlo, per ragioni etiche. Ogni scelta è legittima.
Al Centro Italia, la domenica di Pasqua si comincia a festeggiare già con una colazione abbondante, preparata con uova sode, salumi, crescia o pizza al formaggio, formaggi, torte salate, frittata, ma anche dolcetti e cioccolata. Il menù varia da regione a regione, ma i piatti base sono questi in Umbria, Marche, Toscana e a Roma e nel Lazio.
Le uova sode colorate sono alla base di molti antipasti delle tavole di Pasqua e decorano la tavola con allegria.
Salumi locali vengono serviti per antipasto. Alle volte accompagnati da olive, carciofini e sott’olio. Nelle Marche il salume tipico è il ciauscolo, un salame morbido.
La Pizza di Pasqua, chiamata anche crescia o torta di Pasqua, è una torta salata lievitata farcita con formaggio,di solito pecorino, tipica del Centro Italia, in particolare nelle Marche e in Umbria. Dall’aspetto è simile ad un panettone. Esistono anche varianti arricchite con ulteriori farciture, come tartufo e salumi Viene servita con l’antipasto, accompagnata dai salumi e dalle uova sode, oppure consumata durante il pasto al posto del pane.
Casatiello è un’altra torta salata a base di formaggio tipica questa volta della tradizione napoletana. Il nome deriverebbe dall’inflessione napoletana di formaggio, cacio, da cui cas’ e quindi casatiello). La torta è farcita anche con uova e salame. Le uova sode vengono anche inserite intere, con il guscio, nella parte superiore della torta, in parte ricoperte dalla pasta di rivestimento.
La Tiella di Gaeta è una torta salata tipica che viene consumata anche a Pasqua. La pasta è formata da due sfoglie di pizza chiuse come in una pie, mentre il ripieno è formato da verdure e pesce (seppie, calamari, polipetti, alici ecc.) e le olive nere locali.
Torta pasqualina è una specialità della Liguria, in particolare della zona di Genova. Si tratta sempre di una torta salata, a base di pasta sfoglia, farcita con bietole, uova e prescinsêua (quagliata); il ripieno è condito con sale, erba cipollina e maggiorana fresca tritata.
La frittata di maccheroni è un’altra specialità della Campania che viene servita in tavola anche a Pasqua. Si prepara con la pasta lunga o corta, che viene prima cotta in acqua, al dente, poi condita con uova, burro, formaggio e salumi. Si può aggiungere anche della salsa di pomodoro.
Tra i primi piatti preparati per il pranzo pasquale c’è di solito tanta pasta fresca: tortellini, ravioli, gnocchi, tagliatelle, lasagne, cannelloni, rotolo di pasta ripieno.
Tra i secondi piatti, l’agnello arrosto è la pietanza principe del pranzo si Pasqua.
Il consumo della carne di agnello ha origine nei riti sacrificali della Pasqua ebraica, nell’Antico Testamento Dio ordinò a Mosè e Aronne che ciascuna famiglia si procurasse un agnello da magiare arrostito. L’agnello simbolo di sacrificio appartiene anche alla religione cristiana, ma si identifica con Cristo e non è legato a riti di sacrificio, come nella religione ebraica. Ecco perché c’è chi afferma che mangiare l’agnello a Pasqua non sia una tradizione cristiana. Che il rito del sacrificio dell’agnello non appartenga più alla tradizione cristiana è stato recentemente sottolineato da Papa Benedetto XVI: “Il gesto nostalgico, in qualche modo privo di efficacia, che era l’immolazione dell’innocente ed immacolato agnello, ha trovato risposta in Colui che per noi è diventato insieme Agnello e Tempio”.
I cristiani continuano a consumare carne di agnello a Pasqua come tradizione, un’abitudine acquisita dall’antichità che comunque non ha più il significato del rito sacrificale religioso, ma di consuetudine pagana.
L’agnello viene preparato in tanti modi, a seconda delle tradizioni locali: l’agnello al forno con diversi contorni, l’abbacchio alla romana, l’agnello con piselli e uova di Napoli, lo spezzatino di agnello alla cacciatora e in umido della Toscana, le costolette di agnello impanate e fritte, l’agnello al forno alla sarda con patate carciofi e mirto,
Oggi, tuttavia, una nuova sensibilità ha fatto decidere a molti di non consumare carne di agnello a Pasqua, optando per un menu vegetariano o vegano. Con uova, frittate, torte salate e quiche c’è comunque tanta scelta.
I dolci sono la vera specialità di Pasqua, tra le colomba e le uova di cioccolato trovano posto tante specialità regionali golose.
Colomba pasquale: è il dolce per eccellenza di Pasqua, fu inventato negli anni ’30 del ‘900 dalla Motta e da allora è il dolce della tradizione pasquale. La colomba è un dolce lievitato con canditi, simili al panettone (fu inventato dalla Motta proprio per non tenere fermi i macchinari usati per i panettoni), è ricoperta da uno strato di glassa decorato con codette di zucchero bianche e mandorle non pelate. Oggi ne esistono tante varianti, al cioccolato e farcite con creme, all’amarena, al pistacchio e al limone. Tante sono anche le colombe di produzione artigianale.
Colomba di Pasqua è anche il none della ciambella intrecciata cuddura, tipica della Sicilia, ma diffusa anche nel resto dell’Italia meridionale, come in Calabria e Puglia. Tanti sono i nomi di questo dolce, tra cui cuddurni, cudduraci, it palummeddi o pastifuorti. Si tratta di una ciambella in pasta secca, ricoperta di zucchero, codette o miele, può avere la forma di canestro, con uova sode con guscio, portato da una colomba.
Simili ai cudduraci è la Cuzzupa o Sguta calabrese, con diverse forme e l’uso dell’uovo sodo intero.
La Pastiera napoletana è un classico dolce pasquale. Uno dei dolci più importanti della cucina napoletana, che oggi si consuma tutto l’anno. La pastiera è una torta a base di pasta frolla riempita con una farcitura di ricotta, frutta candita, uova e grano bollito nel latte. Può essere insaporita con spezie e aromi, che ne caratterizzano il profumo: nella ricetta classica si usano cannella, canditi, scorza d’arancia, acqua di fiori d’arancio e vaniglia. La preparazione è laboriosa, ma il risultato è un dolce ricco e squisito, dalla pasta croccante e il ripieno morbido, di colore giallo intenso. Ne esistono tante varianti, con cioccolato e crema pasticcera.
La Scarcella o Scariella è un tipico dolce pasquale pugliese, diffuso in tutto il Sud. Ha la forma di una ciambella, ricoperta di glassa sulla quale vengono adagiati dei piccoli ovetti in cioccolata a scopo decorativo, vengono usate anche perline color argento o multicolore. Viene decorata anche con uova sode, semplici o dipinte a mano. La ciambella è preparata con farina, zucchero, uova, lievito per dolci, vaniglia e ammoniaca, cotta al forno. In alcune varianti è riempita con marmellata e pasta di mandorle.
La focaccia veneta, detta fugassa o fugassin, è un pane lievitato, che può essere artigianale o industriale, consumato a Pasqua. Era il dolce dei poveri, preparato con l’impasto base del pane con uova, burro (in quantità moderata, zucchero e alcuni aromi come vaniglia, cedro e marsala, cotto in forno. Con il tempo è diventato un dolce elaborato e raffinato. Ne esistono diverse varianti.
Pizza di Pasqua dolce. Esiste anche una variante dolce della pizza di Pasqua umbro-marchigiana, con impasto dolce ripieno di canditi, ricoperta di glassa di meringa e codette di zucchero colorate.
Infine l’uovo di cioccolato, al latte, fondente o bianco, decorato con zucchero o liscio. Uova grandi e piccole, ovetti ripieni. Lo scambio delle uova risale al Medioevo, come dono simbolo della resurrezione di Cristo. Già all’epoca le uova sode venivano decorate e colorate. Successivamente è nato l’uovo di cioccolata, creato a Torino nel Settecento.
Sulle uova di cioccolato segnaliamo:
A cura di Valeria Bellagamba