A pochi chilometri da Viterbo, immerso nella Tuscia laziale, c’è Bomarzo. Qui vi attende un posto incantato pieno di orchi, tartarughe giganti, sfingi, mostri con la bocca spalancata e case inclinate per farvi fare un tour fra fantasia e mitologia.
Questo luogo magico ed incredibile è il parco di Bomarzo, detto anche Parco dei Mostri o Sacro Bosco. Questo parco sorge nell’omonima cittadina di Bomarzo in provincia di Viterbo. Il parco è un museo a cielo aperto dove si possono ammirare sculture scolpite nella roccia in un tour fantastico fra figure della mitologia nella perenne lotta contro il male.
La storia del Parco dei Mostri di Bomarzo
Il Parco è molto antico, risale alla seconda metà del 1500, racchiude in sè molti elementi topici della letterature dell’epoca, ma anche molti misteri. E’ stato meta di pellegrinaggio per numerosi artisti dal Rinascimento fino ai giorni incuriositi e affascinati dalla bellezza di questo museo a cielo aperto. Salvadro Dalì quando visitò Bomarzo lo definì ‘un’invenzione storica unica’.
Il parco fu voluto dal principe Pierfrancesco, detto Vicino, Orsini per, stando agli storici, ‘sfogare il core rotto‘ dalla morte della sua amata moglie Giulia. L’architetto che lo ideò fu Pirro Ligorio, lo stesso che ideò Villa d’Este a Tivoli e prosegui i lavori a San Pietro dopo la morte di Michelangelo. Le opere vennero realizzate da Simone Moschino. Una volta terminato venne chiamato Sacro Bosco e dedicato a Giulia Farnese. Quando morì, nel 1585, l’ultimo dei principi Orsini il Parco venne abbandonato. Solo a metà 1900 Giancarlo e Tina Severi Bettini acquistarono il parco e lo restaurarono. I due sono sepolti nel tempietto nel parco accanto forse al sepolcro di Giulia Farnese.
Un parco che nasconde, come dicevamo, numerosi segreti e misteri, molti dei quali non del tutto svelati. Storici e scienziati infatti hanno spiegato alcuni dei simboli presenti nel parco, hanno ritrovato temi ricorrenti e citazioni, ma sono anche giunti alla conclusione dell’impossibilità di trovare uno schema interpretativo unico per un’opera che ha ancora molto da dire. Si ipotizza che il senso della sua costruzione fosse quello di un percorso iniziatico di matrice alchemica.
Visita al parco di Bomarzo: cosa vedere
Il parco si snoda in 3 ettari di una natura rigogliosa fatta di grandi alberi ed edere, fra mastodontici blocchi di peperino che prendono la forma ora di dee, di mostri o di animali mitologici. Sono presenti anche edifici che richiamano il mondo classico o che al contrario annullano ogni regola prospettica come la casa inclinata, esempio di architettura impossibile. In molte delle statue presenti sono presenti iscrizioni enigmatiche, in altre precetti morali, in altre ancora riferimenti misteriosi.
Tra le opere che il visitatore si trova di fronte dapprima le sfingi che richiamano i modelli classici ed egizi e sono metaforicamente a guardia del parco. Il primo vero mostro del Parco che si incontra è il Glauco, una maschera antropomorfa che emerge dalla Terra stessa; La statua più grande del Parco è il Colosso che raffigura la lotta fra due giganti, forse Ercole e Caco. A poca distanza si trova un enorme tartaruga sormontata da una Nike davanti ad una grande Balena che fuoriesce dalla terra. Elementi greci-romani li ritroviamo nella vasca con le figure delle tre grazie e di tre ninfee. La Casa pendente è un esempio di architettura impossibile: un piccolo edificio posto su un masso inclinato e gli interni stessi hanno una pendenza irregolare rispetto ai muri. Riferimento all’antica Roma e all’impresa di Annibale lo troviamo nel grande elefante che porta sulla schiena una torre e sulla proboscide un legionario romano. Il mostro più celebre del Parco, nonché suo simbolo, è l’Orco: un enorme faccione con una bocca spalancata in cui si può entrare. All’interno, in quella che è una camera di tufo, il suono è amplificato e distorto creando così un effetto spaventoso.
Come arrivare al Parco dei Mostri di Bomarzo
Il Parco è raggiungibile dall’autostrada A1 uscita Orte/Attigliano e seguendo poi le indicazioni per Bomarzo. Alternativamente si può raggiungere con il treno scendendo ad Orte Scalo e prendere l’autobus in direzione Bomarzo o con il pullman da Viterbo in direzione Bomarzo.
Il parco è aperto generalmente tutti i giorni con orario dalle 8.30 alle 19 dal 1 aprile al 31 agosto e dalle 8.30 al tramonto dal 1 settembre al 30 marzo. Il costo del biglietto è di 10 euro, riduzioni per bambini dai 4 a 13 anni a 8 euro e gratis i bambini al di sotto dei 4 anni. Riduzioni anche per gruppi di 30 persone e scolaresche. Animali non ammessi.
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A cura di Cinzia Zadro