Il Blue Monday, ossia il giorno più triste dell’anno sta arrivando. Se pensavate che il giorno più triste del 2018 fosse oggi, ossia quello successivo all’Epifania, quando le feste sono finite e si torna al lavoro e tra le altre cose è anche lunedì, vi sbagliate: il giorno più triste deve ancora arrivare. Insomma, se oggi vi sentite depressi e malinconici è nulla rispetto a quello che proverete fra una settimana.
Il giorno più triste dell’anno è infatti, secondo gli esperti, il terzo lunedì di gennaio che quest’anno cade il 15 gennaio. Oggi 8 gennaio, primo vero giorno lavorativo del nuovo anno, non è la giornata peggiore. Ancora c’è l’eco delle feste appena passate, ancora gli addobbi di Natale sono appesi per le strade, ancora c’è un torrone in casa da sgranocchiare. Il peggio sarà quando saremo totalmente immersi nel freddo di gennaio, quando le feste natalizie saranno solo un lontano ricordo e quelle estive terribilmente lontane e quasi nemmanco immaginabili.
Blue Monday gennaio 2018: cosa c’è di vero
La tristezza e la gioia sono delle emozioni soggettive quindi è ovvio che ognuno avrà il suo ‘giorno più triste’, ma è altrettanto vero che ci sono dei fattori esterni che incidono in maniera trasversale.
Il Blue Monday è il risultato di uno studio effettuato nell’ormai lontano 2000 da uno psicologo dell’Università di Cardiff, Cliff Arnall, il quale tenendo conto di una serie di fattori (meteo, situazione economica dopo i bagordi delle feste e dei regali, forma fisica, aspettative sui buoni propositi, lontananza dalle prossime vacanze) ha calcolato che il giorno in cui queste variabili sono più alte è il terzo lunedì di gennaio. E da allora altri studiosi hanno avvalorato la sua tesi. In effetti non è difficile da credere che a gennaio si sia più facilmente vittime della tristezza. Il maltempo, le vacanze che appaiono come un miraggio lontano, i buoni propositi che non si riescono a mettere in pratica. Insomma di motivi per sentirsi più tristi del solito ce ne sono.
Giorno più triste dell’anno: cosa fare
Intanto va detto che le emozioni negative non devono essere rifiutate a prescindere, ma al contrario vanno viste come un’opportunità per riflettere su cosa vogliamo davvero e su quanto grande sia la nostra motivazione per raggiungere i nostri obiettivi. Viviamo in una società in cui si evita ad ogni costo la tristezza, in cui bisogna essere solo positivi, ma tutto questo spregiudicato ottimismo ci rende meno predisposti a fare, ad agire, a sacrificarci. La tristezza ci serve per rivalutare le emozioni positive e per farci guadagnare motivazioni.
Per accogliere la tristezza ma renderla corroborante gli psicologi consigliano di essere sinceri con amici e parenti, di comunicare il proprio malessere, di parlarne, di toglierci la maschera del vincente e del va tutto bene. Poi fare sport in quanto il movimento fisico stimola la produzione di endorfine le quali contribuiscono al benessere psicologico. E poi mangiare qualcosa di buono e sano, non abbuffarsi però, ma concedersi un piacere a tavola.