Un ciclone bomba si sta abbattendo sulla costa orientale degli Stati Uniti, portando neve, temperature glaciali e venti forti, alla velocità di quelli di un uragano. È l’effetto della tempesta che sta sferzando gli Stati Uniti i cui effetti violenti sono creati dall’incontro di aria calda in ascesa dal Golfo del Messico con l’aria fredda che scende dal Nord. In estate e in autunno questo incontro provoca gli uragani con violenti acquazzoni e raffiche di vento fortissime, sempre più devastanti, come abbiamo visto nei mesi scorsi con Harvey e Irma. In inverno arrivano tempeste di neve e gelo, con venti fino a 120 km orari, come è per il ciclone bomba.
La tempesta che in queste ore sta colpendo gli Stati Uniti è stata chiamata “ciclone bomba” per la sua eccezionale velocità e violenza. La tempesta sta mettendo a dura prova la costa orientale Usa, in particolare il nord e la città di New York.
La costa orientale degli Stati Uniti è nella morsa del gelo già da diversi giorni. Una situazione che ha fatto dire, superficialmente, a Donald Trump che non esiste il problema del riscaldamento climatico. Nel frattempo, in 13 Stati Usa dal Maine alla Florida è stata emessa l’allerta bufera, mentre i governatori di Georgia, North Carolina e Virginia hanno dichiarato lo stato di emergenza. In questi Stati oltre 77mila persone sono rimaste senza energia elettrica. Si prevedono interruzioni nella corrente anche nel New England, i sei Stati del Nord-est (Connecticut, Maine, Massachusetts, New Hampshire, Rhode Island e Vermont) dove le temperature scenderanno a livelli artici, fino a -40°.
Nel Nord-est degli Stati Uniti, al largo di Cape Cod, in Masachusetts, il freddo polare ha causato la morte per congelamento degli squali.
La neve è scesa in abbondanza, ricoprendo completamente la città New York, che si è letteralmente svuotata, anche perché le scuole sono state chiuse e le autorità hanno invitato i cittadini a non mettersi al volante se non necessario, ma a utilizzare i mezzi pubblici. Il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha dichiarato l’emergenza nella zona meridionale dello stato, compresa la contea di Westchester, New York City e Long Island. A New York sono previste temperature a -20° C. Anche a Boston scuole chiuse e pochissime auto in giro. La neve è arrivata anche in Florida.
Gli aeroporti di New York hanno iniziato a ridurre i voli, con numerose cancellazioni, e poi hanno chiuso. L’aeroporto John F. Kennedy ha chiuso già dalle 11.00 (le 17.00 in Italia) non solo per la neve ma soprattutto per il vento fortissimo che rende gli atterraggi molto pericolosi. La chiusura del JFK potrebbe continuare nelle prossime ore. Lo scalo La Guardia ha cancellato il 90% dei voli e poi è stato chiuso. Anche l’aeroporto di Newark in New Jersey ha dovuto ridurre drasticamente la sua attività.
Un Airbus A380 della Singapore Airlines partito da Francoforte in Germania e diretto al JFK è dovuto atterrare al piccolo aeroporto Stewart International, circa 130 km a nord del JFK.
Nel complesso sono stati cancellati circa 27.000 voli per gli Stati Uniti. Ripercussioni si sono avute anche nel traffico ferroviario: la compagnia Amtrak ha ridotto al minimo i treni tra New York e Boston e ha cancellato quelli tra Washington DC e la Virginia.
Il ciclone bomba è una delle tempeste invernali più potenti ad abbattersi sulla costa orientale Usa. Il pericolo è rappresentato soprattutto dai venti e dalle temperature gelide. Il peggio è atteso tra venerdì 5 e sabato 6 gennaio.
Gli americani interessati dalla tempesta sono più di 58 milioni e più di 13 milioni sono sotto l’allerta meteo.
La situazione meteo sugli Usa spiegata dalla Nasa.
A cura di Valeria Bellagamba