Finora Starbucks, la celeberrima catena statunitense di caffetterie si era tenuta lontana dall’Italia. Parlare di frappuccino nella patria del caffè espresso suonava dissonante ed il patron della società Howard Schultz riteneva che il progetto Starbucks in Italia non funzionava. “Agli italiani non piacciono le tazze di plastica – ha detto il presidente in un nota riportata da wikipedia – poiché essi non considerano neanche la possibilità di prendere il caffè fuori dal bar, bevendoselo mentre camminano o guidano”. Ma questa opinione è cambiata nel corso degli ultimi anni.
Dal 2016 infatti si vocifera insistentemente di un’apertura di caffetterie Starbucks in Italia. Il progetto prevede di aprire prima 3 negozi a Milano, 2 a Roma e successivamente in tantissime altre città della Penisola arrivando a circa 300 Starbucks. Ciò dovrebbe avvenire nel giro di circa 5/6 anni regalando quindi anche agli italiani il piacere di camminare bevendo un cappuccino alla nocciola e soprattutto offrendo nuovi posti di lavoro.
Il 2018 nei progetti della società è stato indicato come l’anno in cui il primo Starbucks aprirà in Italia. E così sarà. Già perché dopo mesi di rimandi, chiacchiere, pubblicità – vi ricordate le palme in Piazza Duomo – finalmente ci siamo. Ben due Starbucks apriranno i battenti la prossima primavera e apriranno a Roma.
Starbucks inizia la sua conquista dell’Italia da Roma. E lo fa da due posti chiave: la stazione Termini e Piazza di Spagna. Sono queste due le location scelte per i primi Starbucks della Capitale. Due luoghi di forte impatto e di grande affluenza. Una infatti è la stazione ferroviaria più grande e frequentata d’Italia, l’altro uno dei monumenti più belli del mondo. L’inaugurazione di questi due locali avverrà nella prossima primavera fra marzo e maggio.
Se i due Starbucks romani avranno il successo che la società si aspetta si continuerà allora nel programma stilato già da tempo di aprire almeno altri 200 Starbucks in tutta Italia. Un’operazione grandiosa che vede in prima fila come intermediario l’imprenditore italiano Antonio Percassi che lo scorso febbraio aveva fatto venire l’acquolina in bocca a tutti annunciando l’imminente apertura di uno Starbucks a Milano.
Con l’Italia diventano 75 i Paesi in cui la catena, nata a Seattle nel 1971, è presente. Nel 2012 si contavano quasi 20mila caffetterie sparse in tutti e 5 i Continenti, più di 12mila solo negli Stati Uniti. Un’inchiesta del tabloid The Sun ha calcolato che Starbucks nel Regno Unito consuma la bellezza di 23 milioni di metri cubi d’acqua, ovvero quando l’equivalente della Namibia.