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Curiosità

L’isola della morte in Thailandia, circondata dai misteri

Koh Tao, spiaggia di Ao Leuk, Thailandia (iStock)

Un’isola della morte, maledetta ma allo stesso tempo un paradiso in terra. Sembra impossibile che un lungo tanto bello sia circondato da un alone di mistero e da una sorta di maledizione che lo rendono pericoloso per i visitatori. Siamo in Thailandia, nel Golfo del Siam, sull’isola di Koh Tao, una delle più belle e imperdibili del Paese. Eppure la bellezza di questo luogo è funestata da una serie di morti sospette e omicidi terribili.

Koh Tao, l’isola della morte in Thailandia

Koh Tao o Ko Tao è un’isola meravigliosa della Thailandia, con un paesaggio da togliere il fiato. Si trova nel Golfo del Siam, a nord delle isole di Ko Samui e Ko Phangan. È un’isola piccola e selvaggia, paradiso per gli amanti delle immersioni e dalle spiagge magnifiche, con lunghe distese di sabbia bianca affacciate sul mare azzurro e smeraldo, circondate dalla vegetazione tropicale. Koh Tao è famosa per la spiaggia di Nangyuan Island, una delle più belle della Thailandia, un arcipelago di tre isolette che sorgono davanti alla costa nord-occidentale dell’isola, collegate tra loro da uno stretto istmo sabbioso e da un fondale molto basso.

Nangyuan Island Beach, Ko Tao, Thailandia (iStock)

Nonostante la bellezza del luogo, che sembra un piccolo paradiso, si tratta di un’isola maledetta. Qualche anno fa vi abbiamo raccontato del brutale assassinio di una coppia di giovani turisti britannici sull’isola. Non furono gli unici turisti morti in circostanze sospette a Koh Tao. In quello stesso anno, nel 2014, ben sette turisti occidentali, tutti sotto i 30 anni, di cui cinque britannici, sono morti qui in circostanze misteriose. Tanto che la stampa britannica ha ribattezzato Koh Tao “death island“, l’isola della morte. Al momento gli unici omicidi accertati sono quelli della coppia di turisti britannici massacrati nel settembre 2014. Gli altri turisti, però, sono tutti morti in circostanze sospette o poco chiare.

I casi non sono limitati solo al 2014: lo scorso febbraio era scomparsa una turista russa, mentre ad aprile era sparita una turista belga di 32 anni, Elise Dallemagne, il cui cadavere fu ritrovato impiccato nella foresta e sfigurato dai varani. La polizia locale ha in un primo momento accusato il guru di un ashram indiano di cui la giovane faceva parte, per poi sostenere l’ipotesi del suicidio, esclusa però dalla madre della ragazza.

Il mistero che aleggia su tutte queste morti di giovani turisti sull’isola di Koh Tao è alimentato anche dal muro di gomma delle autorità locali, che fanno trapelare poco o nulla e di cui non sono chiare le modalità di indagine. Autorità locali e polizia sono conniventi con i potenti clan locali che controllano l’isola, a loro volta protetti da politici vicini alla giunta militare. Una situazione che non fa che incrementare la cattiva fama di Koh Tao.

La Thailandia è frequentata ogni anno da oltre 32 milioni di visitatori, un numero talmente alto che è normale che qualcuno purtroppo muoia. Le cause più frequenti di morte sono gli incidenti stradali, molto frequenti anche per le scarse misure di sicurezza,  e l’abuso di alcol e droghe da parte dei giovani turisti occidentali. Il caso di Koh Tao però è particolare. Le circostanze in cui sono morti i giovani turisti rimangono sospette, con versioni dubbie fornite dalla polizia, che non convincono le famiglie. Ci sono stati casi di strani annegamenti, di un turista francese ritrovato impiccato, e anche in questo caso la polizia aveva parlato di suicidio, nonostante il giovane avesse le mani legate.

Circostanze sospette che gettano un’ombra di maledizione sull’isola di Koh Tao e che forniscono materiale per romanzi e film dell’orrore. Peccato però che è tutto vero. L’omertà e i metodi di indagine discutibili da parte della polizia sono dovuti alla volontà di proteggere l’isola da una cattiva fama, con il rischio di allontanare turisti. Un giornale locale che aveva seguito il caso della giovane turista belga e aveva usato il termine “isola della morte” per Koh Tao è stato denunciato per diffamazione dalle autorità locali. Per il caso della coppia di turisti britannici barbaramente uccisi nel 2014 sono stati condannati a morte due birmani. Il processo però è stato criiticato e i due condannati sono ritenuti due capri espiatori.

L’isola di Koh Tao continua ad essere un paradiso in terra, ma anche un luogo oscuro e pericoloso. Vale la pena rischiare per andarci in vacanza? Il primo consiglio è quello di usare molta prudenza.

VIDEO: Koh Tao, l’isola della morte

Valeria Bellagamba

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Valeria Bellagamba