Dobbiamo letteralmente metterci l’anima in pace. Il caldo torrido di questi giorni non accenna a voler smettere, anzi. Si chiama Lucifero ed effettivamente sta rendendo infernali le condizioni di sopravvivenza in molti centri urbani italiani. Una condizione di caldo torrido, temperature ben al di sopra della media sia effettive che percepite. Bollino rosso quindi in tutta Italia dove il caldo infernale non farà prigionieri, ma solo vittime. Poi, a cominciare da domenica, al nord-ovest potrebbe comparire qualche pioggia o temporale intenso a rinfrescare, seppure leggermente, l’aria.
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Una condizione di caldo di questo genere, secondo i dati dell’Osservatorio geofisico nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia si è verificata solo altre tre volte dal 1830 a oggi e risalgono all’estate 1983, 2003 e alla fine di luglio 2013. Attenzione però, perchè è oggi, 4 agosto, la giornata considerata più calda di tutte in assoluto.
Ciò che fa sorridere e preoccupare allo stesso tempo è che diversi meteorologi hanno spiegato che, escludendo le zone del deserto del Sahara, l’Italia è il paese più caldo insieme alla West Coast statunitense. Non è certo un record di cui andiamo fieri anche perchè ieri nel Casertano, giusto per fare un esempio, sono stati percepiti quasi 54 gradi. Questo implica rischio incendi, siccità e probabili malesseri.
Questo è per colpa del tasso di umidità che è elevatissimo e aumenta di quasi 10 gradi la temperatura reale segnata dalla colonnina di mercurio. Tutto per via di Lucifero, questo anticiclone Nord-Africano che colpisce proprio tutta Italia. Non si può trovare refrigerio nemmeno in montagna perchè si parla di oltre 35 gradi percepiti anche sulle vette anche se di reali ce ne sono circa 20. Una situazione folle che porta tutti a usare i condizionatori, i cui consumi elettrici sono aumentati tantissimo, e a Nord è allarme ozono. Soprattutto in Lombardia i valori si sono alzati anche da ieri a oggi e la soglia di allarme è stata superata: i 240 microgrammi per metro cubo sono aumentati soprattutto in alcune zone della Provincia di Varese, Monza, Lecco, Milano e Como.