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Categoria News

Spiaggia “fascista” di Chioggia: arriva l’ordinanza del prefetto

(iStock)

Chioggia, il caso della spiaggia fascista

“Rimuovete ogni riferimento al fascismo contenuto nei cartelli, manifesti e scritte presenti nella spiaggia Punta Canna a Chioggia“. Ridotto in modo semplicistico, ma è questo il contenuto dell’ordinanza emanata dal prefetto di Venezia Carlo Boffi per lo stabilimento balneare Punta Canna di Chioggia. Sembra una storia assurda, ma invece è tutto reale e ora il gestore dello stabilimento, Gianni Scarpa è stato “cortesemente”, si fa per dire, invitato ad astenersi da ulteriori frasi contro la democrazia. Ma cosa era successo?

Punta Canna, Chioggia: la spiaggia fascista

Alcuni giorni fa la Digos di Venezia aveva denunciato il gestore dello stabilimento Punta Canna di Chioggia per via di alcuni poster di Mussolini in spiaggia e scritte inneggianti al fascismo. Quando all’imprenditore è stata notificata l’indagine svolta dalle forze dell’ordine, pare che l’uomo non abbia fatto altro che confermare le dichiarazioni inerenti lo “sterminio dei tossici”.  Ora il rapporto della Digos sarà inoltrato alla magistratura di Venezia e, oltre all’ordine di eliminare ogni tipo di vessillo o poster che sia oggetto di apologia del fascismo, vedremo se contro il proprietario dello stabilimento di Chioggia verranno prese misure restrittive di altro genere.

Il Prefetto di Venezia, Carlo Boffi, ha poi dichiarato che si sta indagando per capire da quanto tempo tutto ciò fosse portato avanti dal gestore del lido Punta Canna. Si pensa comunque sia una follia “estiva” degli ultimi giorni visto che lo stesso Questore si è detto ignaro di questi atti.  Un atto brutto che ha puntato i riflettori su Chioggia in modo negativo in questo periodo dove invece bisognerebbe incentivare il turismo, soprattutto quello interno. Il vice Sindaco di Chioggia, Marco Veronese che, come si legge sul Corriere del Veneto, sostiene: “Vi sono cose più serie in cui impegnare le forze dell’ordine – spiega il Vice-Sindaco -Questa è una questione folkloristica, un po’ al limite, di cui nessuno si è mai lamentato. Si sapeva che il titolare era un “personaggio” con simpatie di destra, goliardico e anche un po’ stravagante. Tutto qui”. Sarà… ma l’apologia del fascismo è ancora, per fortuna, un reato grave.

 

A cura di: Francesco Cini

Selena Marvaldi

Selena Marvaldi, classe 1987, giornalista pubblicista. Appassionata di natura, viaggi in mare e cultura. Laureata in Informazione ed Editoria a Genova, porta sempre nel cuore la sua terra che ama raccontare nei suoi articoli

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