L’Italia è disseminata di capolavori, tesori ed opere d’arte. Sono talmente tante che perfino un’opera grandiosa come il Dio della Montagna, noto anche come il Gigante dell’Appennino, nel Parco di Pratolino – Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco – vicino Firenze, può non essere conosciuta. Ed effettivamente questa grandiosa scultura risalente al ‘500 è stata vista da ben poche persone, nonostante il suo grande valore artistico e l’affascinante storia che nasconde.
Il Parco di Pratolino è uno dei più vasti della Toscana ed oltre ad essere un immenso polmone verde è anche disseminato di meraviglie. Oltre al Gigante dell’Appennino, ci sono fontane con giochi d’acqua, la grotta di Cupido e le Scuderie.
In Italia esistono molti parchi particolari, antiche ville i cui proprietari hanno disseminato il giardino di opere molto particolari o anche costruzioni più recenti che vi faranno sentire dentro una favola. In questo senso non si può non citare il particolarissimo e bellissimo Parco di Bomarzo, vicino Viterbo, nel Lazio. Vicino Orsini volle creare un parco, chiamato il Sacro Bosco, per dedicarlo alla sua amata moglie Giulia Farnese. Affidò all’antiquario e architetto Pietro Ligorio il compito di disseminarlo di scultore mitologiche, mostri e di architetture impossibili. Il risultato a distanza di oltre 500 anni è ancora incredibile.
Parco di Pratolino: la storia del Dio della Montagna
Nel Cinquecento Francesco I de Medici volle costruire una grandiosa villa per il soggiorno della sua seconda moglie Bianca Cappello e affidò l’incarico a Bernardo Buontalenti. L’intento dell’allora granduca era realizzare una villa che spiccasse fra quelle medicee per l’incredibile spettacolarità e magnificenza.
Il costo per la realizzazione della villa e delle meraviglie del Parco fu altissimo. Il Buontalenti creò macchine, automi, giochi artificiali, trovate di ogni tipo che rappresentassero l’estro e la stravaganza del granduca. Intorno alla grande villa l’immenso Parco caratterizzato dalla presenza dell’acqua: fontane, giochi acquatici, rivoli, macchine e statue.
Molti artisti lavorarono al Parco Pratolino, fra cui il Giambologna che realizzò una delle opere più straordinarie ed una delle pochissime ancora rimaste: il Gigante dell’Appennino. Questa statua è alta ben 14 metri, è visitabile all’interno – vi si accede tramite una scala che porta nella parte alta del corpo – all’interno ci sono numerose stanze, cunicoli e grotte, gli occhi sono la parte da cui penetra la luce all’interno e dalle costruzioni calcaree esterne si versa l’acqua sulla piscina sottostante. Un’opera grandiosa, ma ben poco conosciuta. Tanto che c’è il detto: ‘Giambologna fece l’Appennino ma si pentì d’averlo fatto a Pratolino’. Se l’opera fosse stata infatti a Firenze avrebbe goduto di immensa fama.
Dopo la morte di Francesco I de Medici e di sua moglie la villa cadde in rovina. Troppo particolare e troppo costosa da mantenere per i suoi avi. Troppo costosa anche per i Lorena che succedettero ai Medici. Molte delle opere vennero trafugate, altre spostate al giardino di Boboli. Il Parco venne trasformato in un giardino all’inglese. Nel 1820 venne fatto saltare con le mine il palazzo. Della stravagante residenza di Francesco I non rimase più nulla.
A metà 1800 la ricchissima famiglia russa dei Demidoff acquista il Parco di Pratolino e fa restaurare le opere rimaste. Tra cui il Gigante della Montagna.
Visitare il Parco di Pratolino
Il Parco di Pratolino è aperto da inizio aprile fino al 29 ottobre tutti i venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 20, con ingresso gratuito. Il Parco resterà chiuso il 2 giugno e il 29 giugno (festa del patrono di Vaglia), il 14 ed il 15 agosto.
All’interno del Parco oltre ad ammirare le statue e godere dell’immenso verde potrete anche rifocillarvi a La Locanda uno degli edifici storici del Parco che ospita un bar e ristorante.
Il Parco si trova in via Fiorentina, 276 a Pratolino a poca distanza da Firenze.