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Giorno dei morti: i cimiteri italiani da visitare

Angelo di Giulio Monteverde, Cimitero monumentale di Staglieno (Twice25 & Rinina25, CC BY 2.5, Wikipedia)

Giorno dei morti: l’omaggio ai defunti e i cimiteri da visitare. In occasione della commemorazione dei defunti del 2 novembre, molti italiani si recano al cimitero per fare visita alle tombe dei propri cari. Questa ricorrenza può essere anche l’occasione per vedere i cimiteri monumentali della nostra Penisola. Vere e proprie città di pietra, arricchite di statue, bassorilievi, tempietti, cappelle, tombe realizzate come vere e proprie opere d’arte. Capolavori che si stagliano tra viali e cipressi, nell’atmosfera raccolta dei cimiteri, da scoprire nelle principali città italiane e non solo.

Giorno dei morti: i cimiteri da visitare in Italia

I cimiteri monumentali sono sorti in Italia nel XIX secolo, a seguito delle leggi napoleoniche che proibivano le sepolture nelle chiese e nei centri abitati. Ecco un elenco dei cimiteri imperdibili della nostra bella Italia.

Cimitero monumentale di Staglieno – Genova

Cimitero di Staglieno, Genova (Alessandro giudice, CC BY-SA 4.0, Wikipedia)

Il cimitero monumentale di Staglieno, a Genova, è uno dei cimiteri monumentali più importanti d’Europa. Sorge nella nella val Bisagno, ne quartiere di Staglieno. Oltre che per le sue bellissime sculture, il cimitero è famoso perché qui sono sepolti personaggi importanti della storia italiana: da Giuseppe Mazzini a diversi garibaldini che fecero parte della spedizione dei Mille, tra i quali Antonio Burlando, e Michele Novaro, compositore della musica dell’Inno d’Italia, Nino Bixio. Tra i personaggi della cultura, riposano a Staglieno: Fabrizio De André, la scrittrice Fernanda Pivano, il poeta Edoardo Sanguineti e Constance Lloyd, moglie di Oscar Wilde. Quello di Staglieno è un vero e proprio museo a cielo a aperto, per via delle sue numerosissime tombe monumentali, le imponenti e suggestive statue funerarie, opera soprattutto di scultori genovesi. Tra le sculture più note c’è l’ Angelo della Resurrezione di Giulio Monteverde, del 1882, che decora la tomba della famiglia Oneto. Il cimitero di Staglieno aprì il 2 gennaio del 1851.

Cimitero Monumentale di Milano

L’ultima cena, Cimitero monumentale di Milano (Pe-Jo, CC BY-SA 3.0, Wikicommons)

Il Cimitero Monumentale di Milano, chiamato anche il Monumentale, è il grande cimitero cittadino che sorge a nord del centro storico, vicino alla stazione di Porta Garibaldi. E’ stato progettato dall’architetto Carlo Maciachini, seguendo uno stile eclettico con richiami bizantini, gotici e romanici: la prima sepoltura fu posta al Monumentale il 2 novembre 1866. Successivamente, il cimitero è stato arricchito di numerose opere, come obelischi, templi greci, sculture sia classiche che contemporanee e anche una versione ridotta della Colonna di Traiano di Roma. All’entrata principale del cimitero si trova il Famedio, il Tempio della Fama. Anche qui sono sepolti moltissimi personaggi storici e famosi, su tutti Alessandro Manzoni, ma anche Arrigo Boito, Carlo Cattaneo, Ferdinando Bocconi, Anna Kuliscioff, Alda Merini, Walter Chiari, Enzo Tortora, Franca Rame e da ultimo Dario Fo.

Cimitero del Verano – Roma

Cimitero del Verano, Roma, angelo ( iessi – Flickr, CC BY 2.0, Wikicommons)

Nell’elenco non può certo mancare il Cimitero del Verano di Roma. Chiamato semplicemente Verano, deve il suo nome all’antico campo dei Verani, gens senatoria della repubblica romana. Il cimitero monumentale di Roma trova nel quartiere Tiburtino, lungo la via consolare Tiburtina, vicino alla basilica di San Lorenzo fuori le mura. Il luogo dove venne realizzato il cimitero ottocentesco era già luogo di sepoltura, nella zona, infatti, si trovavano le catacombe di Santa Ciriaca e qui fu sepolto san Lorenzo, sulla cui tomba sorsero la basilica e il convento. Il cimitero fu realizzato tra il 1807 e il 1812, progetto di Giuseppe Valadier. I personaggi celebri sepolti al Verano sono moltissimi, ricordiamo: Goffredo Mameli, autore dell’Inno d’Italia, Akdo Fabrizi, Vittorio Gassman, Vittorio De Sica, Giulio Andreotti, Carlo Pedersoli (Bud Spencer).

Cimitero monumentale della Certosa di Bologna

Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna (Mattis, CC BY-SA 4.0, Wikipedia)

Il Cimitero monumentale della Certosa di Bologna si trova poco fuori le mura del capoluogo emiliano, ai piedi del colle della Guardia, dove si trova il santuario della Madonna di San Luca. Il cimitero è stato aperto nel 1801 e sorge sulla precedente struttura della Certosa di San Girolamo di Casara, risalente al 1350 e chiusa da Napoleone nel 1797. Dell’antica Certosa è rimasta solo la Chiesa di San Girolamo. Quello di Bologna è uno dei cimiteri monumentali più belli d’Italia, visitato nel grand tour di personaggi del calibro di Chateaubriand, Stendhal e Byron. Da vedere il Chiostro Terzo o della Cappella, di ispirazione neoclassica e le tombe dipinte a tempera, caratteristica originale del cimitero. Numerose sono le sculture, di particolare pregio il coro ligneo intarsiato ripristinato da Biagio De’ Marchi nel 1538. Sono sepolti qui: il poeta Giosuè Carducci, il pittore Guido reni, il cantante lirico Farinelli e il pittore Giorgio Morandi.

Camposanto monumentale di Pisa

Camposanto monumentale di Pisa ( Luca Aless, CC BY-SA 4.0, Wikipedia)

Il Camposanto monumentale di Pisa, detto anche Camposanto vecchio o semplicemente Campo Santo, è un cimitero storico che chiude il lato nord di piazza del Duomo. Fu costruito tra il 1277 e il 1278 come ultimo degli edifici monumentali della celebre piazza di Pisa, dover sorgono la Cattedrale il Battistero e la Torre Pendente. Il completamento però avvenne solo nel 1464. La struttura del cimitero è un lungo chiostro a forma rettangolare in stile gotico fiorito, con un muro esterno composto da 43 archi ciechi e due porte sul lato meridionale. I muri interni una volta erano dipinti con affreschi, molti dei quali sono andati perduti durante i bombardamenti nella Seconda guerra mondiale. L’accesso principale al Campo Santo è quello che dà su piazza del Duomo, a est, ed è decorato da un ricco tabernacolo gotico sopra il portale di accesso, opera della seconda metà del XIV secolo, con le statue della Vergine col Bambino e quattro santi di un seguace di Giovanni Pisano, e Angeli di Tino di Camaino. Nel Camposanto venivano sepolte le maggiori personalità di Pisa, i governanti e le famiglie più in vista.

Cimitero degli inglesi – Firenze

Cimitero degli Inglesi a Firenze (Wikicommons)

Il Cimitero degli inglesi di Firenze si trova in piazzale Donatello, vicino al Giardino della Gherardesca. Fu realizzato a metà dell’Ottocento, fuori dalle antiche mura cittadine, in quanto cimitero protestante. Il progetto fu finanziato da una società svizzera evangelica, per la creazione di un cimitero internazionale ed ecumenico, anche per i russi e i greco-ortodossi. L’appellativo di cimitero degli inglesi è dovuto al fatto che quella inglese è la nazionalità con più tombe, nonostante siano presenti qui sedici nazioni diverse. Il progetto iniziale fu di Carlo Reishammer, poi mutato nel corso degli anni. Nel 1858 sulla sommità della montagnola dove venne costruito il cimitero, fu efetta una colonna offerta da Federico Guglielmo IV di Prussia, che ancora segna l’incrocio tra i due principali. Al 1860 il cimitero fu ampliato e venne realizzato l’edificio che ancora oggi si trova all’ingresso. La forma attuale venne data al Cimitero degli inglesi da Giuseppe Poggi, quando nel 1865, divenuta Firenze capitale d’Italia, furono abbattute le mura e creati i viali della circonvallazione. Fu così realizzata la Piazza Donatello, a forma l’ovale, con il cimitero all’interno, che per le sue nuove caratteristiche strutturali fu soprannominato “isola dei morti”. Il Cimitero degli Inglesi è molto caratteristico, con tombe disposte in modo irregolare, statue e diverse piante, che creano un’atmosfera suggestiva, tipica dell’Ottocento romantico. Tra i personaggi sepolti qui ci sono: la poetessa Elizabeth Barrett Browning, Beatrice Shakespeare ed Edward Claude Shakespeare Clench, ultimi discendenti di William Shakespeare.

Giorno dei morti: visita al cimitero di Staglieno

A cura di Valeria Bellagamba

Valeria Bellagamba

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Valeria Bellagamba