Se si amano le vacanze selvagge il Kenya è la meta ideale, se si ama il relax di una villeggiatura con tutti i comfort il Kenya è la meta ideale, se si amano gli sporti acquatici il Kenya è la meta ideale… in pratica il Kenya è sempre una scelta di successo. Questo Paese sfrutta a pieno la sua varietà territoriale che va dalle montagne al mare cristallino, passando per riserve naturali che faranno la gioia di chiunque ami le vacanze a contatto con la natura: non a caso questo Paese è considerato il cuore del safari africano, in virtù della sconfinata varietà faunistica locale.
Quando andare in Kenya
Gennaio e Febbraio sono i mesi migliori per esplorare questa terra: le temperature infatti diventano più spportabili anche se caldo e umidità la fanno sempre da padroni. Ancora accettabili sono i mesi che vanno da Giugno a Settembre, i quali presentano un clima secco ma, da evitare accuratamente sono Marzo, Aprile, Maggio, Ottobre, Novembre e Dicembre, mesi in cui le piogge imperversano: certo non sono acquazzoni in grado di fermare le escursioni dei turisti e i prezzi degli alberghi scendono; si tratta insomma di scegliere tra il sole e la convenienza.
Il periodo può anche esse scelto sulla base delle migrazoni animali, ovviamente se lo scopo del viaggio è un safari: a Gennaio e Febbraio la fanno da protagnisti i volatili che in grandi ondate migrano dal Kenya ai laghi di Rift Valley; tra Luglio e Agosto invece sono le antilopi a spostarsi in massa dal Serengeti in cerca di pascoli più verdi per poi ripercorrere a ritroso la strada a Ottobre.
In fine si può anche scegliere di vivere le feste locali come dei veri e proprio kenyoti: le principali ricorrenze qui sono due, Kenyatta Day (20 ottobre) e l’Independence Day (12 dicembre).
Cosa vedere in Kenya
Un viaggio attraverso le meraviglie del Kenya non può che partire dalle due città principali del Paese, Nairobi e Mombasa.
La prima è la capitale del Kenya, un luogo cosmopolita la cui fortuna è legata alla ferrovia che unisce Mombasa all’Uganda e che ha fatto sì che questo centro urbano sia divenuto il più grande dell’Africa dopo Il Cairo. Una attrattiva del luogo è senza dubbio l’aspetto commerciale: qui è infatti possibile fare dei piccoli affari sia grazie al mercato che all’area commerciale, entrambi i quali ruotano attorna alla via principale la River Road. Questa pur essendo la spina dorsale della città non è un luogo dove alloggiare: i turisti preferiscono le vie del centro dove però è arduo trovare un poco di tranquillità e soprattuttouna certa sicurezza. Il grosso problema della capitale è infatti il forte degrado sociale che porta ad alti livelli di delinquenza, tanto che gli abitanti chiamano la loro città “Nairobbery” (dall’inglese ‘robbery’, ‘rapina’).
Mombasa invece si situa sulla costa orientale e costituisce il porto più importante del Paese: una visita a questa città può allora iniziare proprio dalla zona portuale su cui spicca Fort Jesus, la fortezza costruita dai portoghesi nel 1593. L’antichità del luogo è però percepibile un po’ ovunque nel centro storico che porta i segni dei continui abbattimenti e riscostruzioni succedutesi nei secoli. Il cuore della città si sviluppa sull’isola Mombasa ma un’attrattiva altrettanto valida è costituita dalle numerose spiagge che si sviluppano subito fuori dalla città. Fortunatamente Mombasa è considerata più tranquilla rispetto alla capitale ma comunque è sempre consigliata grande prudenza, evitando ad esempio passeggiate notturne alla scoperta delle luci cittadine.
Le meraviglie cittadine del Kenya non sono però nella grande città ma in un piccolo centro urbano, il più antico del Paese, chiamato Lamu: una cittadina quasi esclusivamente abitata da musulmani in cui l’atmosfera medievale non è stata minimamente intaccata dal tempo. Al contrario delle due precedenti città questo luogo , da città portuale, è divenuto oggi un rifugio di serenità e pace in un mare cristallino. L’isola Lamu va senza dubbio visitata in dhow, la piccola barca araba con vela triangolare, ma anche una passeggiata può rivelare luoghi favolosi come il Donkey Sanctuary o lo Swahili House Museum.
Il Kenya però è senza dubbio bellezza naturale allo stato puro, le riserve e i parchi sono infatti il suo maggior patrimonio e senza dubbio anche la più grande attrattiva per i visitatori. Un luogo davvero imperdibile e la cui fama regna incrollabile da tempo è il Masai Mara National Reserve: si tratta di 320 Km, in gran parte sul Serengheti, destinati a riserva naturale in cui i Masai hanno il permesso di cacciare e coltivare la terra; la ricchezza faunistica qui è certamente notevole e si concentra per lo più nelle aree perimetriche. Qui sorgono numerosi alberghi per i turisti che gradiscono una vacanza a stretto contatto con la natura e che possono comunqueragiungere comodamente sia Mombasa che Nairobi attraverso voli giornalieri.
I grandi animali sono però situati nel Masarabit National Park & Reserve la cui area settentrionale è una vera e propria casa per leoni, leopardi, ghepardi, gazzelle, iene, rinoceronti, bufali, zebre, facoceri e giraffe. La foresta qui la fa da padrona rendendo difficoltosa l’esplorazione ma, i più temerari potranno comunque soggiornare in un luogo paradisiaco, denominato non a caso Lake Paradise: si tratta di un lago vulcanico in cui chi campeggerà potrà godere di un paesaggio tanto raro quanto bello.
La foresta regna anche nella Kakamega Forset Reserve, habitat naturale per numerose specie di primati, tra cui la scimmia dalla coda rossa, la scimmia azzurra e il colobo bianco e nero. Sono i pachidermi invece i veri protagonisti del Amboseli National Park, dove i più fortunati potranno ammirare il rarissimo e quasi estinto rinoceronte nero oltre, naturalmente, alle mandrie di elefanti, immagine caratteristica per l’intera Africa: questo luogo può essere però visitato in modo originale sorvolandolo con gli usatissimi aerei ultra leggeri.
Il Kenya è però un Paese ricco di storia spesso anche molto antica: visitando il sito preistorico di Hirax Hill si potrà ad esempio viaggiare sino alle origini dell’uomo, in un luogo che ha visto scorrere i secoli celandone segreti più o meno lontani.
Il relax anche è di casa in questo Paese dalle mille risorse: se allora si cercano spiagge candide e lunghe ore di ozio le zone consigliate sono l’Isola Lamu e l’area circostante Malindi. La spiaggia più famosa e senza dubbio Diani Beach, poco distante da Mombasa e con tutte le caratteristiche della spiaggia tropicale, sabbia bianchissima, mare cristallino e barriera corallina. Degna antagonista è Watamu, paradiso naturale incontaminato che farà la gioia degli appassionati di immersioni. Naturalmente su tutta la costa sono garantiti resort da sogno ove il cliente diventa un vero e proprio re: la città e l’Italia da qui sono lontani anni luce.
Le informazioni utili
L’inglese è senza dubbio la lingua più pratica per i turisti, considerando soprattutto che viene insegnata qui anche nelle scuole, sarà però opportuno conoscere anche un pizzico di swahili, soprattutto se il viaggio che ci si accinge a intraprendere prevede avventurose gite nell’entroterra.
La cucina tipica Kenyota non è cero definibile come leggera: si tratta per lo più di piatti corposi a base di fagioli o salsa di carne. Vero e proprio must è il “nyama choma“, ovvero carne di capra alla griglia. Spezie e noci di cocco sono protagonisti nei piatti delle zone costiere che risentono senza dubbio dell’influenza araba: qui il gusto è decisamente gradevole!
Il cibo da strada però trova spazio anche in questa terra incantata: ecco allora fiorire agli angoli delle strade chioschi che vendono mais tostato, patate dolci fritte con succo di limone e, ovviamente, i celebri sambusa, frittelle triangolari farcite con carne macinata e spezie.
Le pietanze qui si accompagnano a fiumi di birra, bevanda amatissima dai locali, ma anche gli astemi potranno dissetarsi con l’ottimo succo al frutto della passione, fresco e dissetante.
La moneta è lo scellino Kenyota una tra le più forti nel panorama africano.
Per entrare nel Paese occorre avere un visto e un passaporto: per richiedere il primo ci si può recare all’Ambascia del Kenya a Roma con un passaporto avente validità di almeno altri sei mesi. Si ricorda che un visto di transito ha durata di sette giorni mentre un visto di soggiorno può arrivare sino a sei mesi da un minimo di uno.
Non vi è alcun tipo di profilassi obbligatoria ma sarà opportuno mantenere alcune accortezze durante la permanenza, come non mangiare cibi crudi, bere solo bibite in bottiglia ed evitare di acquistare cibi per la strada. Considerando l’alto costo delle cure sanitarie europee e di un eventuale rimpatrio si consiglia di stipulare un’assicurazione prima della partenza
Francesca Testa