Se si pensa a una vacanza in Lazio, la prima meta che balza agli occhi è sicuramente Roma. La Capitale, culla di arte e cultura millenaria. Invece, se volete fare qualcosa di diverso, magari meno affollato da turisti, ma altrettanto bello, dovreste scegliere come meta Tivoli.
Città nata cinquecento anni prima di Roma, Tivoli è infatti un concentrato di reperti storici incredibili e bellezze naturali. Ad ogni angolo infatti spuntano brandelli di storia e ricordi di epoche lontane che spingono a fantasticare e a ricordare un tempo passato pieno di lusso, bellezza e magia.
Tivoli: Villa Adriana e Villa D’Este
La prima cosa da vedere a Tivoli è sicuramente Villa Adriana: si tratta di un complesso mastodontico che si sviluppa su una superficie di 120 ettari realizzato dall’Imperatore omonimo tra il 118 e il 133 d.C.
Se un tempo è stata sinonimo di grandezza e bellezza, oggi è ovviamente composta essenzialmente da antichi resti che sono però stoici testimoni di un passato glorioso. Si possono ammirare le rovine delle Terme Con Heliocaminus, la Sala con Pilastri Dorici, il Teatro Marittimo, la Sala dei Filosofi.
Un tempo, sotto villa Adriana, si snodava un nugolo di percorsi sotterranei, capillare, che veniva usato dagli schiavi per spostarsi da una parte all’altra dell’area per non farsi vedere e non urtare così la sensibilità dei signori che vi abitavano.
L’altra famosissima Villa da visitare a Tivoli e Villa d’Este. Voluta dal Cardinale Ippolito II D’Este, governatore di Tivoli dal 1550, questa dimora trasuda, ieri come oggi, splendore e incredibile eleganza. A realizzarla fu l’architetto Pirro Ligorio e diede vita a un giardino su terrazzamenti con tanto di fontane, cascate e giochi d’acqua che, ancora oggi attirano turisti curiosi che rimangono ammaliati da questa incomparabile dimora.
Alla scoperta di Villa Gregoriana
Qui, oggi, si vede ben poco di ciò che invece in passato l’ha resa grandiosa. Si trattava infatti dalla dimora di un console romano, ma oggi è praticamente una romantica voragine pacifica dove rilassarsi all’ombra o passeggiare tra i sentieri e le cascate.
Questa zona è particolare perchè Papa Gregorio XVI decise di porre rimedio alla costante esondazione del fiume Aniene che avveniva ogni volta che cadeva qualche millimetro di pioggia di troppo. Nel 1830 un architetto così propose di incanalare il fiume e infilarlo nel Monte Catillo sopostando così il letto del fiume. Un progetto avveneristico cui però il Papa Gregorio decise di credere e diede lui i soldi necessari per la realizzazione del progetto.
Una testimonianza di quest passato è la seducente Grotta delle Sirene. Protetta dal FAI, questa location si trova nella valle solcata un tempo dal fiume Aniene e regala allo sguardo un momento di grande bellezza. Alzando lo sguardo poi si nota uno sperone roccioso dove c’era l’acropoli di Tibur e oggi restano due templi romani. Il nome deriva dal fatto che un tempo gli abitanti della zona scambiavano il rumore dell’acqua deviata nel nuovo canale, con il canto ammaliatore delle sirene.
Sempre il Papa, lungimirante, finanziò anche la realizzazione di una passeggiata che scendeva fino alle grotte e risaliva verso i due templi dell’antica acropoli di Tivoli.
I templi di Tivoli: Vesta e Sibilla
Il primo, il tempio di Vesta, è dedicato alla protettrice della fiamma sacra che unisce una famiglia in modo profondo e che soprattutto collega e soldifica i rapporti tra le famiglie di una stessa comunità. Le vestali di questo templio erano delle sacerdotesse che facevano parte di una casta e rimanevano vergini fino almeno a 33 anni. Il loro compito era quello di alimentare il fuoco all’interno del templio che non doveva mai spegnersi. Superata l’età dei 33 le vestali potevano tornare alla vita normale e persino sposarsi.
Il Tempio di Sibilla invece è uno dei più famosi della zona. La dea pare infatti che annunciò ad Augusto la nascita di Cristo. Qui sorgeva anche un oracolo che veniva scalato con delle corde per poter ascoltare ciò che esso diceva.