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Curiosità

Ecco il colore più brutto del mondo, ma ha uno scopo preciso

Il Pantone 448C, il colore più brutto del mondo, è il primo a sinistra

Il giudizio di chi lo ha visto è unanime: è il colore più brutto del mondo. Ed effettivamente questo strano mix di marrone e verde scuro è piuttosto brutto. Il suo nome è Pantone 448 C. A voler sapere quale fosse il colore più brutto esistente al mondo è stato il governo di Canberra, Australia, e lo ha voluto sapere per un motivo preciso.

I pubblicitari ed i comunicatori sanno bene quanto i colori siano importanti nel produrre emozioni. Ogni logo, ogni packaging che vedete ha quel determinato colore per un motivo ben preciso. Ad esempio il blu, che induce tranquillità e affidabilità, è uno dei colori in assoluto più usati ed uno dei più apprezzati da tutti. L’arancione dà un’idea di amicizia, il rosso passione e così via.

Ma perché il governo australiano voleva sapere quale fosse il colore più brutto del mondo? Perché voleva un valido aiuto nella lotta al fumo. L’obiettivo è infatti quello di colorare i pacchetti di sigarette con questa tonalità in maniera tale da indurre più persone possibili ad abbandonare il deleterio vizio del fumo. In Australia, nonostante il pressing delle multinazionali del tabacco, contro il fumo ci vanno giù duro: niente marchi sui pacchetti, immagini strong dei danni provocati dal fumo ed il Pantone 448 C come sfondo. 

Intento encomiabile e a quanto pare anche riuscito. Già perché in Australia il numero dei fumatori è in netto calo e oltretutto sembra che la diminuzione sia progressiva. Insomma, il brutto Pantone 448 C ce la sta facendo. Pensare che proprio questa tonalità è quella scelta da Leonardo da Vinci per la veste della sua Monna Lisa. Ma erano secoli fa e l’emozioni suscitate dai colori cambiano con le epoche e con le culture.

 

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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Cinzia Zadro