Non c’è tregua. Questa notte alle 2:18 la terra ha tremato di nuovo in provincia di Rieti, tra Marche e Abruzzo. Secondo l’INGV il sisma vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 10 km di profondità ed epicentro 5 km da Amatrice e 8 da Accumoli.
Qualche ora prima un altra scossa di magnitudo 3 stata registrata invece a 00:49 vicino Preci, in provincia di Perugia, non lontano da Norcia.
Si parla di Appennino che si sta lacerando. Sul web si legge:
“Parte dell’Appennino si muove verso l’Adriatico, mentre un’altra parte resta indietro. Come se si tirassero due lembi di un lenzuolo fino a strapparlo. In questo modo l’Appennino si sta lacerando. Con le nostre attuali conoscenze, infatti, non siamo in grado di valutare lo stato di una faglia. Sappiamo che prima di un terremoto si crea uno stato di tensione, ma noi ce ne accorgiamo solo quando la roccia si spacca perché non regge più alla deformazione. Attualmente, infatti, non c’è modo di misurare la tensione di una faglia. E né tanto meno di prevedere dove e quando ci sarà un terremoto”.
Lo spiega al Messaggero il sismologo Carlo Meletti, responsabile del Centro di pericolosità sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).