Se state cercando di intraprendere un viaggio che sia spirituale e che magari vi faccia tornare cambiati, il Bhutan fa al caso vostro. Rimasto quasi completamente immune al passare del tempo, si trova proprio al centro della catena dell’Himalaya; per molti anni ha vissuto in una sorta di isolamento volontario fino al 1974. Quando poi il Paese si è aperto ai visitatori, ci si è trovati di fronte ad un ambiente straordinario: incontaminato, con architetture e paesaggi maestosi e una grande cordialità. Nonostante questo rimane uno dei posti più poveri dell’Asia, visto che non vuole snaturare la propria essenza per il profitto. Qui infatti vige la filosofia buddhista, che fa trovare la felicità nelle piccole cose.
I periodi migliori per visitare il Paese sono ottobre e novembre e in occasione delle principali festività nazionali. Il clima migliore è in autunno, da fine settembre a novembre. Questo infatti è il momento ideale per fare trekking e per viaggiare in giro per il Bhutan. Meglio evitare assolutamente il periodo dei monsoni, da giugno ad agosto.
Per entrare in Paese bisogna avere un visto d’ingresso che viene rilasciato al momento dell’arrivo in aeroporto; tutte le procedure per la richiesta devono essere attuate tramite un’agenzia bhutanese ed avere l’approvazione del Ministero degli Esteri del Paese, a Thimpu. Il passaporto deve inoltre essere valido da almeno sei mesi.
In Bhutan si può entrare solo in due punti: la maggior parte dei turisti arriva in aereo a Paro, altri invece via terra da a Phuentsholing, al confine meridionale con l’India. Comunque, bisogna Druk Air, sia in arrivo sia in partenza. La Druk Air è la compagnia aerea con cui dovrete viaggiare necessariamente sia all’andata sia al ritorno. Se volete godervi la vista dell’Himalaya assicuratevi di ottenere un posto vicino al finestrino sul lato sinistro dell’aereo . Non potete acquistare prima il biglietto, ma direttamente in aeroporto: attenzione, perché il biglietto è piuttosto caro. Il modo migliore per organizzare un viaggio via terra invece è prendere un’auto a Kathmandu, visitando Darjeeling e Sikkim.
Guida Bhutan: come muoversi
Preparatevi a camminare. Qui in Bhutan infatti non esiste ferrovia perciò il metodo migliore per spostarsi è a piedi oppure con un mezzo. Non prendete i mezzi pubblici che sono molto affollati e piuttosto scomodi. Potete prendere la moutain bike che sta diventando un mezzo molto popolare oppure un taxi, che funziona senza tachimetro e le cui tariffe sono soggetto di negoziazione.
Guida Bhutan: cosa vedere
Da vedere sicuramente Punakha, antica capitale del Bhutan, che è sede di uno dei più antichi monasteri del Paese, poi il Dochula Pass che conduce da Phunaka a Thimpu, la capitale. Proprio Thimpu è l’unica capitale al mondo senza semafori e tutte le domeniche è pedonale. All’interno del National Folk Heritage Museum c’è una casa rurale tradizionale dove servono i prodotti tipici della cucina bhutanese (non mancate il mercato dei fattori sulle rive del Wang Chhu in cui si trovano i prodotti tipici).
Guida Bhutan: cosa mangiare
Tra i piatti tipici troviamo l’Ema datse, ricco piatto tradizionale a base di peperoncini verdi molto piccanti, guarniti in una salsa di formaggio, poi Phak sha laphu (maiale stufato con rafano), Suja (thè tibetano con burro e sale che si offre in ogni occasione), Doma (noce di betel, offerta come saluto e usata come digestivo).
Nel Paese sono poi diffusi molti piatti tipici tibetani, tra cui i ‘momo’ – gnocchetti di carne o formaggio al vapore, serviti con carne o verdura e il ‘thukpa’, tagliolini fritti o in brodo.