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Paesi pericolosi. Una recente classifica del Global Peace Index ci ha indicato i 15 Paesi più pericolosi del mondo. Si tratta di quei Paesi sconvolti da guerre, terrorismo e disordini interni gravi. Non ci sono solo Medio Oriente e Africa, ma anche due Paesi europei come Ucraina e Russia, tra i quali è in corso una guerra, per il controllo dell’Ucraina orientale e della Crimea, che dura da anni. In questi luoghi è sconsigliato viaggiare. Se proprio dobbiamo farlo, bisogna osservare la massima prudenza.
Per essere informati sulle zone calde del mondo possiamo consultare il sito web Viaggiare Sicuri dell’Unità di Crisi della Farnesina, il nostro Ministero degli Esteri. Sul portale troviamo tutte le indicazioni, le raccomandazioni sui Paesi pericolosi, quelli da evitare nel modo più assoluto e quelli dove possiamo viaggiare ma prestando molta attenzione.
Le zone del mondo da evitare sono: Siria, Iraq, la zona a Sud-Est della Turchia al confine con la Siria, Yemen, Afghanistan, Libia, Mali, la regione del Darfur in Sudan, il confine tra Etiopia ed Eritrea e la Striscia di Gaza (la Striscia di Gaza è molto frequentata dagli Occidentali, anche per ragioni umanitarie. Qui però non si entra da turisti, ma solo prendendo delle precauzioni ben precise e accompagnati da organizzazioni autorizzate).
Ci sono poi altri Paesi nel mondo con situazioni critiche per la sicurezza dei visitatori. Le ragioni sono le più varie: rischio terrorismo, instabilità politica, tensioni sociali, catastrofi naturali, ma anche scioperi su vasta scala. Qui di seguito pubblichiamo gli ultimi avvisi dalla Farnesina per singoli Paesi.
A seguito dei nuovi allarmi terrorismo in Belgio, con il blitz dei giorni scorsi e l’attentato sventato in un centro commerciale di Bruxelles, la situazione nel Paese è tornata ad essere tesa. L’avviso dell’Unità di crisi della Farnesina:
Allerta antiterrorismo
Le Autorità belghe continuano a valutare la minaccia terrorista come “possibile e verosimile” sebbene “non imminente”. I connazionali sono invitati a esercitare massima prudenza negli spostamenti in luoghi pubblici, a tenersi aggiornati sulla situazione di sicurezza nel Paese e a seguire le indicazioni delle autorità locali.
Il Belgio, anche in quanto sede delle Istituzioni europee, presenta crescenti rischi di esposizione al terrorismo internazionale. Gli attacchi a Bruxelles del 24 maggio 2014 (museo ebraico) e del 22 marzo 2016 (aeroporto Zaventem e metropolitana), il collegamento di individui operanti in territorio belga agli attacchi in Francia del gennaio e del novembre 2015 e il significativo rilievo numerico dei “foreign fighters” di origine belga, hanno indotto le autorità locali a svolgere più capillari attività di prevenzione e sorveglianza, soprattutto rispetto al traffico di armi, auto rubate, falsificazione documenti.
Nella sera del 24 marzo 2016, le Autorità belghe hanno abbassato a 3 (su una scala da 1 a 4) il livello di allerta antiterrorismo nel Paese, che era stato elevato a 4 subito dopo gli attentati del 22 marzo. Il livello 3 significa che la minaccia è valutata come “possibile e verosimile”, ma non “imminente”.
Sciopero piloti Air France 24 – 27 giugno
Nell’ambito delle agitazioni sindacali in corso in questo periodo in tutta la Francia, i piloti della Compagnia Air France hanno annunciato uno sciopero dal 24 al 27 giugno inclusi. Si consiglia di verificare lo stato dei propri voli, prima di recarsi in aeroporto.
Per protestare contro la riforma del lavoro, da molti giorni sono in corso in Francia agitazioni sindacali che hanno prodotto ritardi e disservizi anche a causa dell’interruzione dell’erogazione di carburante da parte delle raffinerie e dei depositi di carburante, con sospensione del regolare rifornimento delle stazioni di servizio. Sono in corso anche scioperi nel settore del trasporto pubblico locale (bus e metro) ed a lunga distanza (treni ed aerei). Si raccomanda quindi di verificare con la compagnia aerea lo stato dei propri voli e, per il trasporto ferroviario, di consultare il sito della SNCF (http://www.sncf.com/fr/horaires-info-trafic). Il quadro generale si è ulteriormente aggravato a causa delle recenti alluvioni.
Manifestazioni di protesta
A seguito dei violenti scontri che si sono verificati nella località di Nochixtlan nello Stato di Oaxaca, è possibile un’intensificazione delle proteste che hanno interessato nelle ultime settimane in particolare gli Stati di Oaxaca e Chiapas. Localmente sono possibili blocchi dei trasporti. Si raccomanda di informarsi sulla situazione attraverso i media locali e di seguire le indicazioni delle autorità messicane prima di intraprendere spostamenti nell’area, avendo cura di evitare assembramenti.
Manifestazioni di protesta a Città del Messico possono dare luogo a locali interruzioni della circolazione e dei servizi di trasporto. Anche in questo caso si raccomanda di tenersi informati sulle dimostrazioni previste e di evitare assembramenti e cortei.
Al momento si raccomanda di evitare i viaggi nello Stato di Guerrero, teatro negli ultimi mesi di numerosi episodi di violenza che hanno interessato sia le principali città (Chilpancingo, Acapulco) che le zone rurali. In caso di viaggio verso destinazioni turistiche nello Stato è consigliabile effettuare trasferimenti in aereo. Si sono verificati nello Stato anche casi di “sequestri virtuali” ai danni di cittadini stranieri, compresi connazionali.
Si segnalano poi altri due Stati della Federazione in cui la situazione di sicurezza continua ad essere molto problematica e nei quali si raccomanda di evitare i viaggi, se non indispensabili: lo Stato di Michoacan, teatro nei mesi scorsi di scontri tra cartelli rivali ed i cosiddetti gruppi di autodifesa (armati), e lo Stato di Tamaulipas dove in alcuni municipi si sono registrati violenti scontri a fuoco tra soldati e membri di gruppi criminali.
Si consiglia altresì di limitare i viaggi, adottando la massima cautela negli spostamenti, nello Stato di Jalisco, in cui hanno avuto luogo nel maggio 2015 gravi scontri tra cartelli del narcotraffico e le Forze Federali, che hanno interessato anche le principali città della zona.
Si raccomanda inoltre di prestare la massima cautela in caso di spostamenti nell’Estado de Messico in cui si registra un’alta incidenza di crimini gravi (sequestri, assalti e omicidi).
Si segnala che si sono registrati casi di rapina ai pullman, in particolare di notte, sia su trasporti pubblici che turistici in alcuni altri Stati del Messico (Chiapas, Jalisco, México DF e Veracruz).
In generale, il fenomeno della delinquenza comune ed organizzata è diffuso in alcune zone del Paese, compresa la capitale, nelle quali si verificano scontri tra bande rivali e tra queste e le Forze dell’Ordine che generano una situazione di violenza ed insicurezza. Si raccomanda quindi massima attenzione in caso di viaggi anche negli Stati di Zacatecas e San Luis Potosì.
La situazione di sicurezza nel Paese risulta estremamente precaria, con fenomeni di criminalità largamente diffusi (aggressioni, anche violente, a scopo di rapina). Particolarmente interessate da tali fenomeni sono la città di Caracas (dove è pericoloso anche il tragitto che conduce dall’aeroporto al centro città, che si sconsiglia di percorrere durante le ore notturne) Maracaibo e le altre principali città del Paese. Anche nell’isola di Margarita, importante meta turistica, si è registrato negli ultimi tempi un netto peggioramento delle condizioni di sicurezza con gravi episodi di criminalità che hanno visto coinvolti anche cittadini stranieri.
A partire dal 2014 il Venezuela è stato scosso da ricorrenti manifestazioni di protesta contro il governo, degenerate spesso in scontri violenti tra manifestanti e forze di sicurezza. Si raccomanda pertanto la massima cautela in tutti gli spostamenti nel Paese, tenendosi lontano da ogni assembramento ed evitando, in particolare, i luoghi dove sono previste manifestazioni di protesta, mantenendosi sempre aggiornati sugli avvenimenti in corso.
Istanbul. Manifestazioni dal 24 al 26 giugno.
Sono previste manifestazioni ad Istanbul dal 24 al 26 giugno. Anche considerato che la parata sull’Istiklal Caddesi del 26 giugno non risulta autorizzata dalle autorità locali, si raccomanda ai connazionali di evitare la zona e di esercitare la massima prudenza alla luce dell’alto rischio che le manifestazioni possano degenerare in scontri con la polizia o con gruppi ultraconservatori.
Un’esplosione si è verificata lo scorso 7 giugno ad Istanbul, nel quartiere Fatih, in prossimità del cavalcavia di Beyazit e nelle immediate adiacenze della fermata Vezneciler della metropolitana. Dall’inizio dell’anno si sono verificati numerosi attacchi terroristici, di diversa matrice, nelle principali città turche: Istanbul (12 gennaio e 19 marzo), Ankara (17 febbraio e 13 marzo), Izmir (23 febbraio), Bursa (19 marzo), Gaziantep (1 maggio), Diyarbakir (più volte).
Si susseguono ormai da tempo numerosi segnali di allarme circa possibili attentati terroristici da parte delle Autorità turche, che hanno elevato ulteriormente il livello di allerta e rafforzato le misure di sicurezza in tutto il Paese a garanzia dei turisti stranieri, e mantengono un esteso monitoraggio della situazione, anche in considerazione dell’estrema volatilità della situazione ai confini sudorientali del Paese.
Inoltre, le Autorità hanno ripetutamente diramato segnali di allerta per possibili attentati diretti contro la rete metropolitana e le linee di trasporto pubblico di Istanbul, ivi incluse stazioni situate in zone ad alta affluenza sia nella parte europea che in quella asiatica della città. Le Autorità turche hanno anche diramato segnali di allerta per possibili attentati diretti contro luoghi di culto ed associazioni e fondazioni a carattere religioso.
Alla luce di tali indicazioni e dei recenti avvenimenti si raccomanda pertanto di esercitare in tutto il Paese, soprattutto nei luoghi di attrazione turistica, ivi comprese le principali località balneari e le più note mete turistiche all’interno del Paese (es. la Cappadocia), accresciute misure di cautela, limitando gli spostamenti, evitando manifestazioni, celebrazioni e assembramenti, installazioni militari e delle Forze dell’ordine, luoghi ad elevata frequentazione, luoghi di culto ed associazioni e fondazioni a carattere religioso, nonché la rete metropolitana e dei trasporti pubblici, in particolare nei centri urbani, dove non può essere escluso il rischio di ulteriori attentati terroristici.
Vertice di Tashkent 23 – 24 giugno
In previsione della riunione dei Capi di Stato della “Shangai Cooperation Organization”, che si terrà a Tashkent dal 23 al 24 giugno prossimo, le Autorità uzbeche hanno rafforzato i controlli di sicurezza nella capitale. Alcune strade e siti turistici rimarranno temporaneamente chiusi al passaggio delle delegazioni. L’aeroporto di Tashkent rimarrà chiuso dalle 13,00 alle 20,00 di venerdì 24 giugno. E’ possibile che alcuni voli possano subire ritardi. Si consiglia pertanto di verificare lo stato dei voli presso le proprie compagnie aeree.
Le Autorità locali hanno fino ad ora predisposto misure adeguate per garantire la sicurezza sul territorio. Tuttavia in Uzbekistan, come in numerosi altri Paesi, non può essere escluso il rischio di atti di terrorismo di matrice estremista islamica. Il 5 settembre 2015 un ordigno è esploso a Tashkent nelle vicinanze del mercato Chorsu e di un’importante moschea della città.
Pretoria. Proteste e episodi di violenza in corso.
Alla luce delle proteste in corso a Pretoria (in particolare nelle vie Church, Bloed, Bosman, Andries, van Der Walt e Paul Kruger) e dell’aumento degli episodi di violenza, si raccomanda ai connazionali di evitare assembramenti, di usare la massima cautela negli spostamenti e di seguire le indicazioni delle autorità locali.
Situazione di sicurezza.
Le Autorità sudafricane hanno recentemente elevato il livello di attenzione a seguito di possibili minacce contro luoghi frequentati prevalentemente da stranieri, in particolare a Johannesburg e a Città del Capo. Si raccomanda pertanto ai connazionali di mantenere un atteggiamento vigile e di esercitare cautela negli spostamenti.
Per ulteriori suggerimenti rinviamo al sito web di Viaggiare Sicuri: a questa pagina.
A cura di Valeria Bellagamba