Tinder in vacanza. Chi l’avrebbe mai detto che la famosa app di incontri Tinder potesse essere molto utile anche in vacanza? Eppure è così. Non tanto o almeno non solo per acchiappare eventuali partner, quando per conoscere meglio i luoghi che si visitano, scoprire gli angoli più caratteristici e meno turistici di una città, conoscere gli ultimi locali alla moda e di tendenza che spesso sfuggono anche alle guide più informate e poi ovviamente incontrare nuove persone, e tra queste chissà…! Una esperienza guidati dalla persona che accetta di incontrarci.
Si tratta del nuovo utilizzo, sempre più frequente, che viene fatto di Tinder come app da viaggio, per avere una “guida” personale al luogo o alla città che si sta visitando. Chi meglio di una persona del posto può indicarci cosa visitare, cosa evitare, dove andare a mangiare, dove dormire, fare shopping e divertirsi? E’ anche l’occasione per conoscere meglio la cultura locale e soprattutto entrare maggiormente in contatto con gli abitanti del posto che si visita, invece di entrare in contatto solo ed esclusivamente con gli operatori turistici, come accade spesso. Tinder consente di fare nuove amicizie e magari anche qualcosa di più, per chi è alla ricerca di avventure.
Tinder in vacanza può dunque rivelarsi una risorsa preziosa, tanto che sempre più utenti lo usano durante i loro viaggi. La app è molto usata dai turisti americani, soprattutto per gli incontri occasionali; mentre il Paese dove funziona meglio, stando ai racconti degli utenti, è la Russia. Qui molti ragazzi e ragazze sono disposti ad incontrare nuove persone, soprattutto turisti stranieri, attraverso la app.
Per evitare equivoci o incomprensioni sulla finalità degli incontri attraverso Tinder in vacanza, è bene mettere in chiaro fin da subito le proprie intenzioni. C’è chi si iscrive sul social degli incontri solo per fare nuove amicizie o per avere una guida per conoscere meglio la città che sta visitando, chi invece è in cerca di un incontro di altra natura. Basta essere chiari e specificarlo subito.
A cura di Valeria Bellagamba